“Anche oggi non mi ha sparato nessuno”
“Poi cominciò a non morire più nessuno...
“Perlomeno così sognò. E fu un lungo, strano, insolito incubo.
“I giornali, già disperati perché non vendevano quasi niente anche quando si moriva, vedevano nell'improvviso crollo delle morti una manovra del Potere per tagliare definitivamente loro le gambe e provavano il malinconico senso di inutilità di chi non può raccontare nemmeno la cosa più emozionante (...) che voglia leggere chi vive, e cioè come muoiono gli altri...”.
Con questo incipit onirico, che mostra il cinismo di un mondo – quello giornalistico – che l'autore conosce così bene, essendo presidente dell'ordine dei giornalisti e redattore di cronaca giudiziaria al Giornale di Sicilia da tanti anni, Riccardo Arena mette insieme “Anche oggi non mi ha sparato nessuno”, la sua seconda opera narrativa, alla cui presentazione, nello spazio dell'ex Real Fonderia alla Cala erano presenti con Renato Magistro della casa editrice Leima anche la collega e scrittrice Valentina Gebbia, il magistrato Maurizio De Lucia, il giornalista Lirio Abbate.
E' un romanzo graffiante in cui la storia di un capitano dei Carabinieri Secondo Maschio, che si è allontanato dalla sua attività per vivere in “buen retiro” in campagna, dove dà lavoro e dignità ad alcuni nordafricani (di quelli che sbarcano di continuo sulle nostre coste), questa storia che pure forma un'ottima trama narrativa serve da giustificazione alla denuncia di questa nostra realtà fatta di imbrogli e di prepotenze, di complotti e di furbate varie in cui si perde tante volte il senso vero del vivere civile, in cui si smarriscono i valori della umanità.
La storia di Secondo si intreccia con quella del figlio di un capomafia: da quando ragazzino di dieci anni di fronte alla porta rifiuta di tirare un calcio di rigore: non regge il peso della responsabilità, al suo posto lo farà l'amico piccolo boss. Così quando il figlio del mafioso viene preso di mira da prepotenti più forti di lui Secondo non ci pensa due volte e lo salva. E' una metafora su un compromesso che si è costretti a fare con se stessi, ma anche l'esaltazione di un valore che è più forte di tutto: quello dell'amicizia, e della riconoscenza.
Dietro la trama riconosci le cose che appartengono a tutti noi, che accadono oggi, domani, in Italia, in Sicilia, nel mondo.
E arriva la denuncia: si riparmia sull'informazione, si tagliano i fondi per le redazioni, ubriachi di notizie on-line, drogati dal frastuono dei nuovi mezzi di comunicazione e invasi di notizie da tutte le parti ormai in realtà non ci si ferma neanche più a riflettere su quello che ci succede intorno, l'attenzione a ciò che ci circonda è messa a dura prova da una martellante massa di parole. Così si riducono le redazioni sempre di più, si fa malinformazione, con i computer e grazie ai network, ognuno, così sembra, si sceglie le notizie che vuole.
Il libro di Riccardo Arena è un romanzo insolito che si avvale, dei nuovi mezzi di comunicazione che ha una accattivante – e divertente – veste grafica (della giovane casa editrice Leima) che richiama quasi un brogliaccio, e infatti è il diario del protagonista: “Il libro è anche una colonna sonora: da Vasco Rossi a Pino Daniele al Paolo Conte di 'Via con me' – commenta Lirio Abbate, giornalista della Rai –. E' una storia di giornali e di giornalisti, ma è una storia di fantasia, che si svolge attraverso i social network”. E tutti i personaggi sono ben caratterizzati e sono figure interessanti: il capitano Secondo Maschio è la voce narrante, cui fa da controcanto quella del dj della radio Alba Chiara che mette in onda canzoni straordinarie.
Il magistrato Maurizio De Lucia alla presentazione del libro sottolinea che non si parla male dei magistrati – e ringrazia – ma del potere occulto che non è la Bundes Bank, o la Troika, o il potere economico ma è la mafia... e il nemico da combattere è l'amarezza di fondo che dà la consapevolezza della connivenza tra Stato e anti-Stato.
“E' un nemico sconosciuto che è capace di scompaginare la sicurezza della nostra realtà: ma chi è Stato, in effetti?” si chiede Riccardo Arena.
La storia del libro è surreale, ma tutto ciò che vi è narrato è preso dall'attualità di questi ultimi anni. “La mafia è eticamente inaccettabile, non si può dire che senza la mafia non si può vivere (anche se dove c'è il bene c'è anche il male), la mafia non è solo quella che uccide ma è anche nell'atteggiamento di chi ritiene tutto lecito: bisogna essere testardi e non accettare le ingiustizie, bisogna pretendere ciò cui si ha diritto”.
Nel libro Riccardo Arena lo fa dire al capo della mafia Cataldo Orchi: fino a quando non abbiamo visto la reazione della gente non ci rendevamo conto di ciò che avevamo fatto... Il potere della mafia è molto diminuito con l'aumentare della consapevolezza della gente.
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