Al Torino Film Fest vince la Francia
Si è chiuso così con il Palmarès al francese “Mange tes mortes” (2014) di Jean-Charles Hue - che incassa i 15.000 € del premio - la 32.a edizione del Torino Film Fest (21-29 novembre), diretta quest’anno per la prima volta “ufficialmente” da Emanuela Martini da sempre, in realtà, vera “ghost director” della grande kermesse cinematografica piemontese, considerata ormai la più cinefila d’Italia. Opere acerbe, scheggiate, spesso orientate verso una ricerca linguistica (non sempre necessariamente all’avanguardia, ma tese al difficile raggiungimento di nuove forme espressive) hanno perlopiù caratterizzato il concorso di questa tornata (15 lavori), per quanto alla fine la giuria presieduta da Ozpetek abbia assegnato il massimo riconoscimento ad un’opera tutto sommato abbastanza tradizionale sia contenutisticamente che linguisticamente, un “road movie” cruento e notturno lontano da sconvolgenti sorprese finali. Incassa il Gran Premio della Giuria l’ungherese “For Some Inexplicable Reason” (2014) di Gábor Reisz (premio € 7.000), commedia dai toni vagamente surreali (un trentenne imbranato abbandonato dalla fidanzata e senza lavoro troverà una sua dimensione dirottando la sua vita a Lisbona, a seguito d’un viaggio acquistato via internet mentre era ubriaco). Come dire - ottimismo uber alles - non arrendetevi mai giovani della sbrindellata Europa unita, le vie della grama esistenza sono infinite ed imprevedibili e magari sarà il caso a spalancarvi all’improvviso un’uscita di sicurezza. Menzione speciale della giuria a “N-Capace” di Eleonora Danco (Italia, 2014) ritenuta dai giurati “… una grande promessa per il futuro perché ci ha colpito emotivamente e intellettualmente con un ritratto, così lirico e penetrante, dell’Italia di oggi”. “N-Capace” porta a casa anche una menzione speciale ai personaggi intervistati (tra cui appare anche il padre della stessa regista), mentre a bocca asciutta è rimasto l’altro italiano in concorso il frastornante “Frastuono” di Davide Maldi ambientato tra le montagne pistoiesi. Miglior attrice ex aequo a Sidse Babett Knudsen, nel ruolo di Cynthia in “The Duke of Burgundy” di Peter Strickland (UK, 2014) un film di sole donne “… crescendo di erotismo sado-aso, di lingerie estrosa, di ambiguità bunueliane” (subito prenotato dai tanti “aficionados”) e a Hadas Yaron, nel ruolo di Meira in “Felix & Meira” di Maxime Giroux (Canada, 2014), “liberazione” di una donna della comunità chassidica a Montréal a seguito dell’incontro con un altro uomo per il quale lascia il soffocante consorte troppo prono alle rigide regole imposte dall’ordine d’appartenenza. Miglior attore Luzer Twersky interprete dello stesso film. Si aggiudica la miglior sceneggiatura a “What We Do in the Shadows” di Jemaine Clement e Taika Waititi (Nuova Zelanda, 2014), un comico-demenziale sull’esistenza di quattro vampiri, abbastanza stucchevole, ma gradito alla giuria. Al pubblico è piaciuto di più il già citato “For Some Inexplicable Reason”. Proclamato Miglior film per Internazionale.doc (€ 5.000) “Endless Escape, Eternal Return di Harutyun Khachatryan (2014 Armenia/Olanda/Svizzera) “per la sua sensibilità verso gli elementi più autentici del cinema e il loro uso consapevole e attento”. Nella stessa sezione Premio Speciale della giuria a “Snakeskin” di Daniel Hui (Singapore/Portogallo, 2014) un’opera “…che permette al pubblico di entrare nella realtà spirituale di quella regione”. “Rada” di Alessandro Abba Legnazzi (Italia, 2014, ambientato in una casa di riposo per gente di mare che attende “l’ora dell’ultimo sbarco”)) e “Panorama” di Gianluca Abbate (Italia, 2014, “lungo carrello sullo scenario fantasmagorico di una città”) sono rispettivamente vincitori della sezione Italiana Doc. e di quella Italiana Corti. Il Fipresci (giuria critici internazionali) è andato a al francese “Mercuriales” (2014) opera prima di Virgin Vernier. Premio Cipputi 2014 - Miglior film sul mondo del lavoro a “Triangle” di Costanza Quatriglio (Italia, 2014) che cuce con montaggio alternato un non banale parallelismo tra la tragedia della “Triangle” avvenuta a New York nel 1911 dove persero la vita 146 operaie e il crollo di un edificio fatiscente a Barletta nel 2011, ( 5 morti, 4 operai e una ragazza), polemico tentativo riuscito di rimettere in discussione le basi della nostra organizzazione sociale supportato da una non indifferente perizia linguistica a conferma delle non comuni doti stilistiche della regista-documentarista palermitana. Conclusa la seconda parte della “New Hoolywood”, quest’anno molto attenzionato è stato il genere horror (“After House”). Come ogni anno il Festival ha inoltre assegnato, attraverso le varie giurie, una serie di premi minori (visibili tutti sul sito ufficiale della manifestazione). Si conferma anche il trend positivo di crescita (pubblico e accreditati, in controtendenza rispetto a molte altre manifestazioni cinematografiche nazionali), nonostante i tagli abbiano costretto gli organizzatori a ridurre di due il numero delle sale, con conseguente sovraffollamento di quelle rimanenti e “rush line” (abbonati non provvisti di biglietto ammessi in sala solo a condizione che vi siano posti disponibili) spesso insoddisfatte. Grandi code agli ingressi e ai totem distributori dei “biglietti blu” (i serali per gli accreditati che non sempre sono riusciti a vedere i film selezionati), mentre il maltempo - che ha accompagnato quasi tutte le giornate del Festival - non ha certo contribuito a rendere gradevoli le attese, gli spostamenti da una sala all’altra ed anche a favorire una crescita di pubblico maggiore di quella comunque realizzata.
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