Al Teatro del Canovaccio unione e solidarietà tra artisti e pubblico

Cultura | 21 luglio 2020
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Con il lungo racconto “La grande onda” scritto e appassionatamente recitato da Francesco Russo, che ha letteralmente stregato il pubblico accorso e il reading “ La terra trema” di Paola Greco (scritto anni fa, all’indomani della chiusura del teatro da lei diretto), letto con straziante veemenza da Lydia Giordano, si è conclusa a Catania la rassegna organizzata dal “Teatro del Canovaccio” (unione e solidarietà tra artisti e pubblico), svoltasi al di fuori del tradizionale spazio teatrale nella stradina, quasi un vicolo del centro storico della città etnea, divenuta per dieci giorni punto di raccolta dell’aficionados pubblico del “Canovaccio”, che ne ha suggellato il successo.

 A conclusione dello spettacolo Nicola Costa, personalmente coinvolto il 12 luglio con lo spettacolo “Percezioni”, da lui stesso scritto per denunciare la drammatica condizione del teatro duramente colpito dalla pandemia, ha dato lettura del comunicato che proclama lo stato di agitazione permanente del dipartimento artiste e artisti della Sic-CGIL, che sarà accompagnato da una serie di azioni, la prima delle quali si terrà il 24 luglio alle ore 10,30 in Piazza Università di Catania. “La produzione culturale – informa il comunicato – nonostante quanto si dica non è ancora ripartita. La maggior parte dei lavoratori dello spettacolo sono a casa e chissà ancora per quanto tempo. E’ urgente e necessario che la ripresa sia accompagna da una nuova riorganizzazione della produzione culturale e che tutte le parti un causa prendano un impegno serio per una riforma del sistema contributivo, con regole certe e l’abolizione dei contratti che hanno reso il lavoro nel settore precario e mal pagato. Servono inoltre misure di sostegno concrete per i lavoratori quando non impegnati, una riforma degli ammortizzatori sociali, l’attivazione dell’Osservatorio, l’aumento digli ispettori del lavoro e di conseguenza un maggior controllo effettivo del rispetto del CCNL, da parte degli enti che vengono sovvenzionati dal Governo e dalla Regione”. Oggi sono quasi 250.000 i lavoratori del comparto che sono letteralmente invisibili per lo Stato, costretti al lavoro nero e di conseguenza esclusi da ogni forma di sostegno e di indennità”.

 In precedenza, tornando alla lunga kermesse teatrale del “Canovaccio” Egle Doria, Silvio Laviano e Nicola Alberto Orofino (anche regista) hanno portato in scena l’apprezzato e coinvolgente “Ricordo di un gabbiano”; Rita Stivale ha letto le sue “Cronache del tempo sospeso”, un sofferto diario delle giornate di lockdown; Valeria La Bua e Davide Toscano si sono esibiti nel reading “Amabili Mostri”, excursus tra i “mostri” più conosciuti dell’immaginario collettivo (dai vampiri alla “creatura” del dottor Frankenstein, tra ripetute citazioni cinefile e teatrali); l’ottimo e conosciutissimo poeta graficomico Alvalenti ha incantato e divertito gli spettatori con il suo “Alvalenti con amore”, disegnando dal vivo con straordinario estro creativo; il trio folk Cinzia Caminiti, Gianni Nicotra e Nicoletta Nicotra con “Cose Di Sicilia” tra canti e racconti del Pitrè hanno dato parola alle più profonde e sofferte scaturigini dell’animo siciliano; Antonella Studiale ha selezionato brani verghiani da “Fantasticheria”, recitati da Enrico Pappalardo, Agata Raineri (canto e mino), Marisa Giannino, Valeria Treccarichi, Chiara Viscuso e Antonio Sturiale (anche regista). 

Non sono mancati i momenti musicali con l’apertura “Artis et Musicae” con Aurelio Scavo (piano), Salvatore Bonsignore (tromba e flicorno) e Agata Ranieri (voce) e “Dal primo canto di Maldoror” reading e musica su testi di Isidore Ducasse, musiche di Pietro Cavalieri (piano), con Ciccio Russo e Agata Raineri (canto). Alla fine dell’ultima rappresentazione una buona parte degli artisti ha brindato con il pubblico presente auspicando la prossima ripresa in condizioni meno precarie. 

 di Franco La Magna

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