Al liceo Meli di Palermo giornata in onore di Piersanti Mattarella

Giovani | 24 gennaio 2020
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“Piersanti Mattarella era un leader naturale, quando entrava in una stanza si creava subito una certa attesa per il suo intervento. Aveva un carisma che univa rigore, impegno, umanità”. È uno dei rari ricordi personali concessi da Salvatore Butera (stretto collaboratore economico del presidente della regione siciliano ucciso il 6 gennaio del 1980 su ordine di Cosa nostra) alla folta platea di studenti del Liceo Meli, nella giornata ricordo organizzata nell'istituto dal centro Pio La Torre.

All’iniziativa sono intervenuti Vito Lo Monaco, presidente del centro studi Pio La Torre, il professore Antonio La Spina della Luiss di Roma, Antonio Rini, sindaco di Ventimiglia di Sicilia (che ha portato i saluti del sindaco Orlando), la preside Francesca Vella e la docente Marina Sparla, referente per la legalità.

Fratello di Sergio, 12° presidente della Repubblica che quel giorno si è trovato a raccogliere il suo corpo fuori dalla macchina crivellata di colpi, Piersanti è stato ricordato dagli stessi studenti come l'uomo che teorizzava una Sicilia “con le carte in regola”, una visione che ha decretato però la sua morte, a soli 44 anni. Un omicidio su cui sono tante ancora le verità negate, a partire da quella sui sicari.

La giornata ricordo si è articolata tra le performance degli studenti e gli interventi dei relatori, a partire dalla ricostruzione delle tensioni politiche e delle intimidazioni culminate nell'omicidio, come ha raccontato Vito Lo Monaco: “Erede naturale di Moro, alla guida della Regione con una coalizione che può contare sull'appoggio esterno del Partito comunista di Achille Occhetto,

a Mattarella viene consegnato il dossier sugli appalti per la costruzione di sette scuole a Palermo, una relazione che svela come funzionava in Sicilia il registro delle imprese - ha detto – un sistema oliato di preferenze in base al quale la mafia oltre ad avvalersi di suoi imprenditori di fiducia ne crea di nuovi. Spezzare questo sistema di lotte clientelari che avevano agito fino a quel momento indisturbate diventa il suo obiettivo”. Uno scopo da portare avanti con coraggio, nonostante l'isolamento intorno si facesse via via crescente perché, come ha ricostruito Butera, “La mafia in quegli anni aveva un rapporto organico con le istituzioni e la politica e, allo stesso tempo, nessuno dentro e fuori il partito aveva capito davvero la pesantezza dei suoi interventi, quanto stessero incidendo concretamente sulla lotta alla criminalità organizzata”. Una visione ricordata dal professore Antonio La Spina che si è rivolto così agli studenti: “Mattarella nel fare le sue scelte pensava a voi, al futuro della Sicilia: uno che non solo dà la vita per gli altri, ma è disposto a perderla per gli altri. Una lezione di come dovrebbe essere un vero politico, perché in quegli anni schierarsi contro certi interessi in Sicilia voleva dire pagare un prezzo altissimo in termini di consenso”. Diversi gli interventi e le testimonianze ricordate anche nel video a cura del centro Pio La Torre, da chi gli anni del Sacco li ricorda, come il sindaco Orlando “è stata la conferma di una fase di dominio della mafia – ha detto – Piersanti cercava di bloccare un sistema che consentiva di costruire centinaia di metri cubi sul verde agricolo” all'ex presidente del Senato Piero Grasso che sul luogo della strage di via Libertà arriva, quel 6 gennaio, in veste di giovane procuratore. Scorrono le immagini del funerale con i versi di Mimmo Cuticchio davanti agli occhi attenti dei ragazzi: il viso scuro del presidente Pertini, la rabbia dei compagni di partito. Poi è la volta dell'esibizione del soprano Valentina Di Franco, accompagnata da Giovanna Pia Ferrara e Gabriele Palumbo sulle note di Rosa Balistreri. Fino a un brano recitato dagli studenti, che a turno hanno ricordato nomi e fatti che hanno segnato la storia dell'Isola: “Non eravamo nati quando nel ‘47 tredici persone furono uccise a Portella della Ginestra, né quando Piersanti Mattarella provava a collegare Stato e mafia, o quando Mario Francese voleva che la verità fosse a portata di tutti. Non eravamo nati quando PioLaTorre chiedeva con una legge che venissero sottratti i beni alla criminalità organizzata... ma grazie a loro siamo orgogliosi di essere siciliani”.

Si sono documentati sulla figura di Piersanti Mattarella, parlandone a scuola e leggendo alcuni suoi scritti, fino a realizzare un cortometraggio sul tema della memoria che hanno presentato alla selezione del concorso cinematografico “La memoria contro la mafia” nell'ambito del Premio di giornalismo Mario Francese rivolto alle scuole siciliane. Nella giornata ricordo organizzata dal centro Pio La Torre al Liceo Meli di Palermo, gli studenti raccontano cosi come si sono accostati a questo lavoro: “Abbiamo realizzato un cortometraggio sul tema della memoria partendo dall'analisi del linguaggio utilizzato nelle targhe intitolate alle vittime di mafia – spiegano Enrico e Riccardo della V M - e ad esempio, nel caso di Piersanti Mattarella abbiamo notato quanto una citazione biblica non renda giustizia al suo operato, a come è realmente morto, descrivendolo quasi come un 'martire necessario': invece abbiamo evidenziato come Piersanti sia stato ucciso per quello che ha fatto, che è anche il motivo per cui viene ricordato”. A colpire i ragazzi è stata anche la strategia di Cosa nostra: “Mattarella è stata la figura più “in alto” ad essere uccisa durante l’epoca dello stragismo, essendo il presidente della regione e, nonostante le varie minacce di morte, non si è lasciato intimidire, facendo fino alla fine il suo dovere”. Elena e Martina, della V G, ricordano le fasi preliminari di preparazione: “Ci sono stati anche momenti di dibattito con la referente della legalità nel nostro istituto, la professoressa Marina Sparla – spiegano – e poi ci siamo documentati sull'operato di Mattarella come politico e nella sua lotta alla mafia. Se fosse ancora vivo, gli chiederei se oggi vede un miglioramento nell'etica e nell'antimafia rispetto agli anni in cui è vissuto, per capire se, come diceva Falcone, 'gli uomini passano ma le idee restano'”.

A sottolineare il percorso di legalità è la preside dell'istituto, Francesca Vella: “Sono temi che affrontiamo ogni giorno – ha spiegato – i benefici per gli alunni sono quelli di renderli più consapevoli, in modo tale da diventare cittadini del mondo: abbiamo ragazzi eccezionali, non solo consapevoli, ma anche capaci di esprimere le loro idee e i loro valori con serietà e competenza”. Vincenzo ed Ermes della V L hanno poi sottolineato una certa sorpresa nello scoprire il “valore che ha avuto Piersanti Mattarella nell'antimafia, la sua coerenza, nonostante tutto”.



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