Al cinema il triste Natale di Lady Diana ma anche un amore disabile
Cultura | 30 marzo 2022
Aleggia l’ombra di Antonio Fogazzaro e del suo capolavoro letterario “Malombra”, in “Spencer”(2002) regia di Paolo Larraín - biopic di pochi giorni - che ricostruisce i tre giorni natalizi del 1991 di lady Diana Spencer, già infelice sposa del principe Carlo, costretta ai rigidi protocolli di corte nella residenza di campagna di Sandringham, quando ormai, dopo dieci anni, il matrimonio con il regale sposo fedifrago è giunto al capolinea e la sopportazione della principessa del Galles è in procinto di esplodere. Larraín, regista cileno specializzato in film biografici, accosta con spericolato parallelismo la vicenda di Diana a quella di Anna Bolena (seconda consorte di Enrico VIII e da questi fatta decollare), dando vita ad incubi e a fantasmi (lady Diana legge la biografia della Bolena, che più volte le appare suggerendole di fuggire e con questa identificandosi), in una atmosfera che rasenta l’horror, regolata dai soffocanti protocolli di corte, popolata da una servitù di spie, controlli ossessivi, paparazzi, da cui la principessa riuscirà “momentaneamente” a sfuggire, portandosi dietro i due figli adolescenti, riuscendo finalmente ad ordinare pollo fritto e coca cola, come una comune mortale. Camaleontica prova attoriale della statunitense Kristen Stewart (candidata all’Oscar, non avuto, come Migliore attrice protagonista) e convincente prova del restante cast (Timothy Spall, Jack Nielen, Freddie Spry, Jack Farthing, Sean Harris, Stella Gonet, Richard Sammel), probabilmente scelto da Larraín senza trascurare la somiglianza fisica con i reali protagonisti
Una “solare” disabilità. Così Miriam Leone, ex Miss Italia passata con successo al cinema e divenuta una delle attrici più popolari nel panorama cinematografico nazionale, diretta da Riccardo Milani, in “Corro da te”(2022), interpreta il ruolo di Chiara, costretta su una sedia a rotelle a seguito di un incidente stradale. Corteggiata da Gianni (Pierfrancesco Favino), impenitente e ricco Casanova, che da perfetta canaglia si finge anch’egli disabile, alla fine della storia prevedibilmente Cupido avrà partita vinta. Commedia leggera a conclusione redenzionale, trattata in punta di penna, nonostante il tema doloroso della disabilità, che scopre l’inedito tandem Leone-Favino in confronto paritetico, sfiora appena mitologie contemporanee (tra cui emerge prepotentemente il sessismo) e chiude miracolisticamente cancellando lo spietato cinismo del protagonista.
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