Addio a Giovanni Ferro, politico di razza e paladino dei diritti

Società | 23 gennaio 2020
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Scompare uno dei protagonisti della Primavera di Palermo. Dopo una lunga malattia, che lo aveva allontanato dalla politica attiva, è morto Giovanni Ferro. Aveva 60 anni. Dopo avere guidato per anni l’Arci  siciliana, aveva fondato l’associazione antimafia «Palermo anno uno». Quindi era stato assessore nelle prime due giunte di Leoluca Orlando, tra il 1993 e il 2001. Proprio nel 2001 aveva sostenuto, con la lista «Primavera siciliana», la candidatura di Orlando alla presidenza della Regione. Era così diventato deputato regionale. 

L’esperienza politica di Giovanni Ferro all’Assemblea regionale si concluse con la scadenza del mandato parlamentare. Diventò quindi uno dei più stretti collaboratori di Rita Borsellino che, dopo avere mancato l’elezione alla presidenza della Regione, era stata eletta deputata europea.

Da qualche anno Ferro aveva ripreso il suo impegno nelle associazioni riavvicinandosi all’Arci. L’anno scorso aveva polemicamente organizzato l’iniziativa alla Casina No mafia in contrapposizione alla commemorazione istituzionale della strage di Capaci promossa dall’allora ministro Matteo Salvini.  «La nostra manifestazione – disse - non è solo contro la presenza di Salvini, vogliamo dire che siamo stanchi di questa parata istituzionale quando sappiamo che tutte le stragi che ci sono state hanno visto pezzi dello Stato coinvolti».

Il sindaco Leoluca Orlando, d’intesa con la famiglia e con la Presidenza dell’Assemblea regionale siciliana, ha disposto che la camera ardente di Giovanni Ferro sia allestita a Villa Niscemi, sede di rappresentanza del comune. «Palermo e la Sicilia hanno perso un uomo appassionato - dice Orlando - un uomo che ha amato la sua terra e la sua città, che ha dedicato, prima nel mondo dell’associazionismo e poi come amministratore e legislatore, gran parte della sua vita a costruire e rendere possibile un’altra Sicilia». 

«Giovanni è stato un amico, un insegnante, un ispiratore. Ci ha insegnato che fare associazionismo e fare politica non erano due concetti separati, ma due modi per fare comunità. Mancherà a tutti noi», ha affermato Salvo Lipari, presidente Arci Sicilia.   Migliaia di ricordi sui  social raccontano che persona garbata e perbene fosse e quanto sia inaccettabile questo morire che toglie di mezzo qualcuno, soprattutto quando ci separa dalle persone a cui vogliamo bene. Il giornalista Fabrizio Lentini lo ricorda cosi: «Ciao, Giovanni. Per me resterai sempre l'attore di "Finale di partita" nella palestra occupata del liceo Meli. Il compagno di classe che mi fece conoscere gli Inti Illimani”. Adesso vola, libero e sorridente. Come sempre». Il Centro studi Paolo Borsellino: « Giovanni, nella sua vita tessuta di passione politica, impegno sociale e culturale, è stato anche collaboratore di Rita Borsellino e socio fondatore di questo Centro studi. Ciao Giovanni sarai sempre nei nostri cuori!».  E Sonia Spallitta: «Amico caro, amico sincero, amico prezioso, uomo galante, politico serio, onesto, preparato! Anima bella. È  stato un privilegio avere la Tua stima e il Tuo affetto. Mai una volta hai perso la calma con me. Sempre con il tuo tono pacato e suadente a consigliarmi le soluzioni più sagge. Giovanni, non ero preparata a questo. Ci abbiamo scherzato sopra un sacco di volte ma non doveva succedere e non così presto, senza parlarci , senza salutarci. Sarai un pensiero bello che mi accompagnerà sempre».



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