Accogliere i migranti oltre l'emergenza
138.795 persone salvate in mare; 1.977
vittime (ma sarebbero oltre 3.000 secondo i racconti che non è stato possibile
riscontrare dei sopravvissuti); almeno un milione di persone sulle coste
nordafricane in attesa di imbarcarsi, direzione Europa. Sono i numeri - al
primo ottobre 2014 - di un fenomeno ormai strutturato, che non può più essere
definito “emergenza”.
Sono i numeri illustrati a Erice, nel corso
della tavola rotonda su “Il sistema dell’accoglienza in Sicilia. Buone prassi e
prospettive oltre l’emergenza” organizzato da Federsolidarietà, la federazione
di settore di Confcooperative che riunisce e rappresenta le cooperative di
assistenza, solidarietà sociale, educative e socio-sanitarie attive nel
territorio.
“Sono quasi 600 cooperative - ha detto Giusi
Palermo, presidente di Federsolidarietà Sicilia - che animano il territorio e
l’economia, svolgendo il ruolo di imprese
di comunità loro assegnato dalla legge 381 del ’91 e collaborando alla
costruzione di quel nuovo welfare che
significa meno pietismo e più buone prassi”.
Perché il sistema di accoglienza non può più
essere solo “garantire un tetto ai migranti” ma deve essere sempre più un
sistema che miri all’integrazione.
E’ un sistema - è stato detto a Erice - che
mostra notevoli punti di forza, ma anche qualche fragilità. Come l’incertezza
delle responsabilità e delle competenze ai vari livelli istituzionali. E come
la grande criticità dell’accoglienza e dell’integrazione dei minori non
accompagnati.
Recentemente
“Grazie allo snellimento e alla
razionalizzazione delle procedure - ha detto il Prefetto di Trapani, Leopoldo
Falco - i tempi di attesa nelle strutture di accoglienza potranno ridursi da 18
e più mesi a 8 mesi o meno. Fatto che consentirà di superare uno dei punti di
maggiore tensione e sofferenza per i migranti ospiti. Resta da stabilire cosa
fare in questi mesi. Stiamo pensando a progetti di lavoro o di studio per i
neolaureati. Molti stanno lavorando per cercare il percorso migliore, nel
rispetto della legalità”.
Giuseppe Guerini, presidente nazionale di
Federsolidarietà, ha sottolineato come il tema immigrazione sia stato il grande
assente della recente campagna elettorale per le elezioni europee, un tema
accuratamente evitato a livello programmatico ma agitato come clava da
populisti di ogni risma interessati a creare emergenze sociali. “Si legge
spesso – ha detto Guerini – che l’emergenza è il terreno di coltura ideale per
far crescere illegalità e distorsioni. E’ vero fino a un certo punto, perché
proprio la Sicilia ha dimostrato che l’emergenza si può gestire. E dovremmo
pure riflettere sul fatto che certe gravissime distorsioni sono emerse non
nella Sicilia terra di frontiera ma
“Quando due mesi fa abbiamo immaginato questo
momento di confronto - ha detto a questo proposito Giusi Palermo - lo abbiamo
fatto perché sentivamo l’esigenza di raccontare quello che davvero c’è dietro
la formula accoglienza dei migranti qualche
volta abusata o brandita in cattiva fede per interessi inconfessabili. Ma certo
non potevamo sapere dell’inchiesta Mafia
Capitale e di certi personaggi beceri che nulla hanno a che fare con la
cooperazione sociale”.
Sul tema è stato molto duro Maurizio Gardini,
presidente nazionale di Confcooperative, intervenuto in videoconferenza: “Mafia Capitale ha minato la buona
reputazione che la cooperazione sociale si era costruita negli ultimi
trent’anni. Quelli successi sono fatti gravi che diventeranno il centro della
nostra azione organizzativa. La cooperazione è parte lesa, così come i tanti
cooperatori impegnati. Abbiamo spiegato al Comune di Roma e alla Regione Lazio
che non si possono tagliare i servizi solo perché alcuni delinquenti si sono
macchiati di delitti infami. Abbiamo bisogno di regole e di controlli. Non si
può gettare la croce addosso alle Centrali di rappresentanza; ci vuole
un’azione di controllo dalle Istituzioni”.
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