Abituale violenza contro le donne anche nei luoghi pubblici

Società | 12 dicembre 2020
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Il 70% delle ragazze, nonostante gli adolescenti siano più consapevoli rispetto alla violenza sulle donne, dichiara di aver subito molestie nei luoghi pubblici e apprezzamenti sessuali e al 64% di loro è capitato di sentirsi a disagio per commenti o avance da parte di un adulto di riferimento. Sono ancora poche quelle che denunciano le molestie, sia per paura della reazione (29%) che per vergogna (21%). Sono i dati che emergono dalla nuova ricerca realizzata da Ipsos per Save the Children “Stereotipi di genere. Un’analisi delle opinioni e dei comportamenti dei giovani italiani” su un campione di adolescenti tra i 14 e i 18 anni in Italia. Il 39% dei ragazzi e delle ragazze in Italia sono esposti online a contenuti che giustificano la violenza contro le donne, con una forbice che si allarga dal 31% dei maschi al 48% delle femmine. Tra le ragazze il 41% ha visto postare dai propri contatti social contenuti che lhanno fatta sentire offesa e/o umiliata come donna, e di queste un 10% si è sentita maggiormente esposta durante il lockdown. Il sondaggio mostra anche che il lavoro per contrastare i pregiudizi è ancora lungo, al punto che il 15% degli adolescenti (il 21% tra i maschi e il 9% tra le ragazze) pensa che le vittime di violenza sessuale possano contribuire a provocarla con il loro modo di vestire e/o di comportarsi. 

Quasi 1 intervistato su 5 (18%) ha assistito direttamente ad un episodio in cui unamica è stata vittima di una forma di violenza (con una percentuale che arriva al 26% nel nord est del paese), e nell83% dei casi vi è stato un intervento sullepisodio, o direttamente o chiedendo laiuto di un adulto di riferimento o della polizia. In quasi un caso su dieci (9%) la paura ha impedito tuttavia qualsiasi tipo di intervento. La violenza sessuale e quella fisica nei confronti di una ragazza vengono viste come gravissime rispettivamente dal 94% e dal 92% dei giovani, mentre quella psicologica dall88% di loro. Anche la violenza economica, cioè la forma di sopruso dettata dalla dipendenza economica della donna, viene considerata grave dal 75% degli intervistati, con una sensibile differenza tra luniverso maschile (69%) e quello femminile (81%). Per il 52% degli adolescenti, in Italia, si parla troppo poco di violenza contro le donne (41% maschi, 63% femmine) e per il 34% largomento viene affrontato il giusto. Solo il 7% di loro pensa che sia un argomento abusato, di questi il 10% è rappresentato da maschi e solo il 4% dalle coetanee. 

La ricerca sugli stereotipi di genere ha anche voluto indagare su come alcuni di essi possano ancora influenzare i vissuti e le prospettive di vita dei ragazzi e delle ragazze. I pregiudizi di genere - ha detto Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children- continuano ad essere fortemente condizionanti sin dallinfanzia. Pregiudizi che si confermano anche nelletà adulta, e che sfociano troppo spesso in violenze psicologiche e fisiche nei confronti delle donne e che ogni giorno mietono nuove vittime, dalle più piccole alle più grandi. È fondamentale dunque che sin dallinfanzia si lavori affinché bambine e bambini, ragazzi e ragazze abbiano uneducazione emotiva improntata al rispetto e alla consapevolezza”. 

Anche se il 77% degli adolescenti si dichiara daccordo sullaffermazione secondo cui nella gestione della famiglia e della casa, rispetto al passato, c’è una maggiore condivisione nella suddivisione dei compiti, c’è ancora una convinzione diffusa (2/3 degli intervistati) che il maschio nella coppia abbia il compito di proteggere la ragazza (78% fra i maschi a fronte del 55% delle ragazze) e 4 intervistati su 10 pensano che una ragazza allinterno della coppia sia capace di sacrificarsi molto di più del partner maschio. Rimane negli adolescenti (29%) la percezione, che tutte le ragazze sognino di sposarsi (lo pensa il 35% dei maschi a fronte del 23% delle ragazze) e che le ragazze debbano fare un figlio per sentirsi pienamente donne (ne è convinto il 17% dei ragazzi contro il 9% delle coetanee). Una parte degli intervistati pensa che affermarsi nel mondo del lavoro sia più importante per i maschi che non per le femmine (quasi il 40% dei maschi e il 21% delle ragazze), come anche avere unistruzione universitaria sia più importante per un ragazzo che per una ragazza (è così per quasi 1 ragazza su 10 e quasi 1 ragazzo su 5).

A giocare ancora un ruolo fondamentale nella percezione degli adolescenti è laspetto fisico: il 57% degli intervistati pensa che la bellezza femminile possa essere uno strumento per il successo (il dato maschile sale a 63%), una percezione che si conferma nel 46% degli intervistati che affermano che per le femmine essere attraenti è più importante che per i maschi (il 39% delle ragazze intervistate ne è convinta, percentuale che aumenta al 53% nei coetanei maschi). Interpellati a dare la loro opinione su alcuni fatti di cronaca che negli ultimi mesi hanno sollevato il tema degli stereotipi, come quello sulla vicepreside di un liceo romano che avrebbe consigliato alle ragazze di non mettersi le minigonne per non distrarre gli insegnanti, più di un intervistato su dieci (15% dei ragazzi e 10% delle ragazze) ritiene che le ragazze a scuola non debbano provocare i professori con vestiti corti o succinti. Anche se da un certo punto di vista ragazzi e ragazze pensano che la bellezza canonica possa essere unarma in più a disposizione della donna, per farsi strada nella vita, dallaltro nel quotidiano le ragazze si scontrano con la realtà che le vede spesso nella condizione di sentirsi svantaggiate rispetto ai coetanei maschi. Oltre la metà di loro (54%) dichiara di essersi sentita svantaggiata per il solo fatto di essere una femmina, spesso o almeno qualche volta. Più di due adolescenti su tre (64%), hanno sperimentato sulla propria pelle il disagio di fronte a comportamenti, commenti o avances subite da parte di adulti di riferimento, il 70% delle intervistate dichiara di aver subito molestie o apprezzamenti sessuali, quasi una su tre è stata palpeggiata in luoghi pubblici (31%).

Di fronte alla minaccia percepita da parte di un adulto conosciuto, alle molestie e ai palpeggiamenti, sebbene rispettivamente il 38%, il 37% e il 45% abbiano reagito in modo deciso per far capire che quel comportamento non era gradito, preoccupa che rispettivamente il 50%, il 47% e il 43% abbiano fatto finta di niente per paura o per vergogna.  E se il 18% ammette di aver assistito ad una forma di violenza fisica nei confronti di unamica, l83% dice anche di essere intervenuto in sua difesa (80% ragazzi e 85% ragazze). Il 67% delle ragazze intervistate denuncerebbe on-line episodi di molestie e pensa sia importante condividere con altre coetanee i propri vissuti. Tale consapevolezza si traduce anche in azioni collettive che hanno per protagoniste le più giovani che in diverse occasioni si sono unite in un flash mob per dare il via a una campagna social di denuncia delle molestie. La violenza sessuale e quella fisica nei confronti di una ragazza vengono viste come gravissime rispettivamente dal 94% e dal 92% dei giovani, mentre quella psicologica è gravemente percepita dall88% di loro. Mentre il fatto che la donna possa dipendere economicamente dal proprio compagno, sembra trovar conferma nei dati sulla gravità della violenza economica (in media 75%, con una differenza di 12 punti percentuali tra maschi, pari al 69% e femmine, 81%). 33% dei giovani pensa che il luogo dove avvengono le violenze maggiori sulle ragazze siano le mura domestiche, al primo posto rispetto ad altri luoghi. 

Secondo i dati Istat 8 milioni 816 mila di donne (il 43,6%) dai 14 ai 65 anni, nel corso della loro vita, hanno subito una qualche forma di molestia sessuale. In generale, lincidenza delle ragazze che hanno denunciato di essere state vittime di reati a sfondo sessuale è di gran lunga superiore a quella dei ragazzi. Secondo i dati del Servizio analisi criminale della Polizia, tra chi denuncia, quasi 8 su 10 sono ragazze, soprattutto per casi di violenza o atti sessuali ai loro danni. A volte si tratta di reati adescamento, violenza e atti sessuali - su ragazzine che non hanno ancora compiuto 14 anni.

Se da un lato dobbiamo potenziare la rete di protezione, per sostenere le donne che vogliono affrancarsi dalla violenza domesticaha dichiarato Raffaela Milano Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children- dallaltro lato è indispensabile agire sulla prevenzione della violenza di genere, andando alla radice dei comportamenti violenti, a partire dal contesto educativo, coinvolgendo gli stessi adolescenti in un impegno che li veda protagonisti”. 

 di Melania Federico

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