A scuola di antimafia sui beni confiscati ai boss

Cultura | 5 ottobre 2015
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Dalle lotte contro il latifondismo ai frutti prodotti dai terreni confiscati alla mafia: è il filo rosso dei diritti e delle battaglie per la legalità che collega i luoghi visitati da oggi da centinaia di studenti coinvolti dal progetto “Giovani cittadini consapevoli, attivi e responsabili” realizzato dal centro Pio La Torre con il sostegno del dipartimento della Gioventù e del servizio civile nazionale della Presidenza del Consiglio dei ministri e che si concluderà nel 2016.

Nel dettaglio, sono 14 le scuole siciliane coinvolte, con circa 400 studenti, tra i 16 e i 21 anni, ai quali si aggiungono i giovani dell’area penale esterna del centro diurno Malaspina e che da oggi faranno tappa prima alla cantina “Centopassi”, e poi al pianoro di Portella della Ginestra. Un'esperienza mirata a coniugare memoria e impegno, per mostrare, ai futuri cittadini di domani, esempi di democrazia compiuta insieme a modelli di riutilizzo sociale dei beni confiscati. Con la tappa di oggi a San Cipirrello e a Portella, entra così nel vivo il progetto “Giovani cittadini consapevoli, attivi e responsabili”.

Nell'Alto Belice corleonese, zona un tempo feudo dei boss, oggi c'è la prima “cantina antimafia” gestita dalla cooperativa Placido Rizzotto -Libera Terra in un bene confiscato a Giovanni Genovese, considerato il reggente della cosca di San Giuseppe Jato, arrestato nell'aprile 2007. La stessa cantina “Centopassi” richiama nel nome il film diretto da Marco Tullio Giordana e dedicato al militante Peppino Impastato, ucciso dalla mafia nel '78 a Cinisi.

Ogni vino prodotto dall'azienda è dedicato a una vittima di mafia, ma anche a “studenti e insegnanti impegnati a sconfiggere la cultura mafiosa”. Tutti i vini sono realizzati con le uve coltivate nei 95 ettari di terreno dove c'è anche un impianto fotovoltaico per produrre energia “pulita”. “Qui si realizza il sogno di Pio La Torre che si è battuto per la confisca dei beni alla mafia e per il loro riutilizzo sociale”, aveva detto don Luigi Ciotti all'inaugurazione della cantina Centopassi. E proprio la figura di Pio La Torre è al centro di alcune attività del progetto, grazie ai laboratori di drammaturgia rivolti agli studenti e ai ragazzi dell'area penale esterna, alle prese con la pièce "Pio La Torre. Orgoglio di Sicilia" di Vincenzo Consolo, per conoscere meglio l'impegno antimafia di un alto rappresentante delle istituzioni come La Torre. Poi la tappa a Portella della Ginestra, dove i ragazzi hanno ascoltato la voce dei testimoni della prima strage di Stato compiuta il 1 maggio del 1947, durante la festa del lavoro, nella quale persero la vita 11 persone e 27 furono ferite durante una pacifica manifestazione contro il latifondismo: Per molti, quello fu il primo grande mistero dell'Italia repubblicana.

A completare il progetto “Giovani cittadini consapevoli, attivi e responsabili”, anche un ciclo di conferenze con relatori esperti del fenomeno mafioso. A conclusione, verrà distribuito ai giovani un questionario i cui risultati, oggetto di analisi da parte dello staff del centro Pio La Torre, contribuiranno alla costruzione di una coscienza critica per stimolare la loro partecipazione attiva e responsabile.

 di Antonella Lombardi

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