A Palermo rivive il mondo raccontato da quelli dell'altro lato

Cultura | 7 ottobre 2016
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C' è qualcosa che turba ogni giorno l' apparente immutabilità delle nostre carte geografiche. Sono i viaggi dei migranti: la diaspora resterà il tratto distintivo del nostro tempo, spostamenti di masse in cerca di opportunità e diritti, su rotte di morte e speranza, e di un futuro migliore. O anche semplicemente di un futuro. Il Mediterraneo, il «mare che sta tra le terre» e che ha visto, attraverso i millenni, alternarsi vicende tragiche e gloriose, fondazioni di città e collassi di imperi, segna in modo inconfondibile le popolazioni e le città che vi si affacciano, con un carattere dinamico e multiculturale che ancor oggi resiste nella maggior parte di esse.
Cartagine, Gerusalemme, Istanbul e mille altri luoghi, con i loro mercati, i loro porti e le loro piazze, sono cresciute sulla costante contaminazione tra culture e religioni diverse. Come Palermo. Che, non a caso, dal 12 al 16 ottobre ospita, nel suo multiculturale centro storico, la seconda edizione del «Festival delle Letterature migranti» - promosso dal Comune di Palermo, assessorato alla Cultura, dall' Associazione Festival delle Letterature Migranti, dall' Università, dall' Associazione per la Conservazione delle Tradizioni Popolari e da Onu Palermo Arabo Normanna - perché la letteratura può farsi voce dei contrasti paradossali della nostra epoca, dell' opposizione tra ricchezza e indigenza, libertà e asservimento, differenze culturali e ricerca di identità.
E la manifestazione, presentata ieri mattina a Palazzo Cefalà, ne rappresenta un esempio. Se i «viaggi» degli altri cominciano a cambiare anche noi, ecco che bisogna capire cosa le migrazioni, fisiche e immateriali, hanno mutato.
E proprio per capire, il Festival propone sessantaquattro incontri letterari e artistici e invita 143 ospiti, tra autori, discussant, editori e artisti.
«Avremo - spiega il direttore artistico Davide Camarrone - centinaia di incontri e spettacoli, sull' asse dell' antico Qasr, il Cassaro, in palazzi storici, teatri, università e scuole e un calendario fittissimo, che ha messo in rete le maggiori istituzioni culturali cittadine e altre giovanissime aggregazioni culturali per un Festival originale, che cresce e che guarda al modello del "Festival della letteratura" di Mantova, in una città che sta sempre più rafforzando l' offerta culturale».
Il premio Nobel per la letteratura, lo scrittore nigeriano Wole Soyinka, dialogherà, al Teatro Biondo, con il sindaco Leoluca Orlando sul tema del destino e della libertà. Orlando: «Un tempo Palermo doveva rifarsi la faccia per apparire diversa agli occhi del mondo. Oggi, invece, si punta alla riscoperta dell' animo della città. Quella dell' emigrante è una condizione dello spirito, si può essere migrante anche senza muoversi da casa. Siamo tutti migranti».
Sconfinamenti, vie di fuga, testimoni, nomadismi dialoghi e terre promesse sono le parole di un Festival visto come strumento utile a de strutturare pericolosi luoghi comuni che influenzano, tuttora, le opinioni di molti: «Lo definisco un la boratorio del pensiero che si interroga sui mutamenti contemporanei», afferma la scrittrice Evelina Santangelo, responsabile del programma «Letterature». «Mettiamo in campo incroci e sguardi diversi in cui letteratura, giornalismo, informazione si interrogano e si trasformano per misurarsi con i nodi critici della contemporaneità».
L' assessore alla Cultura Andrea Cusumano: «Palermo ha una connotazione storica mediterranea, e quel mare è il luogo in cui si gioca una partita epocale in termini di ripensamento di un' epoca».
Il programma, tra sezione Letterature e «Teatro cinema arte», va dalla video -proiezione «The Line 2015» di Loredana Longo al confronto tra Roberto Alajmo e la Santangelo su «Il mio Sud», dalla proiezione di «87 ore» di Costanza Quatriglio, al concerto, ospitato al Teatro Massimo, di Giya Kancheli, «Exil», mentre anche l' arcivescovo Corrado Lorefice prenderà parte a un incontro su «La sete di pace da Assisi ad Aleppo».
Piazza Bellini sarà il palcoscenico dell' ultima sera con una performance della comunità bengalese di Palermo e con «La notte dei poeti», una festa in piazza con musica e letture. (Giornale di Sicilia)



 di Antonella Filippi

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