A Palermo la Festa dell'onestà nel nome del generale Dalla Chiesa

30 agosto 2019
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Torna per il quarto anno consecutivo La Festa dell’Onestà, la manifestazione organizzata dall’Associazione 'Cassaro Altò e dall’Associazione 'Ballarò', insieme con il Comune di Palermo e con l’Assessorato alle Culture, per commemorare il 36/esimo anniversario dall’omicidio del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso il 3 settembre 1982 insieme con la moglie Emanuela Setti Carraro e con l’agente di scorta Domenico Russo nell’attentato di via Isidoro Carini. 

Dall’1 al 3 settembre il Cassaro Alto è  scenario delle iniziative in programma. Tra dibattiti, presentazioni di libri, incontri, esposizioni fotografiche. 

La cerimonia inaugurale si è svolta domenica 1 settembre alle ore 9.30 sul piano della Cattedrale con l’esibizione della Fanfara del XII Reggimento Carabinieri Sicilia, cui seguirà un dibattito sul tema 'L'importanza del senso civico nella lotta all’abbandono dei rifiuti, un progetto di condivisione comunitaria. Sempre domenica, alle ore 20.45, a Palazzo delle Aquile,  in scena 'Siamo a mare: parole e musicà, un racconto della città di Palermo e dei suoi eroi, con il testo di Marcello Alessandra, una spettacolo prodotto dalla Fondazione The Brass Group con il coordinamento di Fabio Lannino. 

Lunedì 2 settembre alle ore 17, alla Biblioteca Centrale della Regione, la presentazione del libro 'Casa per casa, strada per strada: la politica delle ideè, a cura di Pierpaolo Farina, con la partecipazione del Sindaco Leoluca Orlando. 

Martedì 3 settembre, giorno dell’anniversario dell’eccidio di via Isidoro Carini, alle ore 12 sarà deposta una corona di fiori sulla lapide Dalla Chiesa di Villa Bonanno da parte dei bambini e dei cittadini, alla presenza del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale Giovanni Nistri, e dell’Arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice, oltre che del Sindaco Orlando. Mentre alle ore 18.30, alla libreria Paoline di corso Vittorio Emanuele, sarà presentato il libro di Alessandra Turrisi e Toni Mira: 'Dalle mafie ai cittadinì. Interverrà Nando Dalla Chiesa.

Anche a Casteldaccia, il 3 Settembre alle ore 20:00 nella Torre del Duca di Salaparuta, sarà ricordato Carlo Alberto Dalla Chiesa ucciso il 3 Settembre del 1982 assieme alla moglie e all’agente Domenico Russo. Interverranno esponenti e i sindaci dei comuni della zona e il Presidente del Centro Studi Pio La Torre. Per Casteldaccia, allora epicentro del tragico triangolo della morte, è l’occasione per ricordare anche la reazione popolare contro i delitti che durante la seconda guerra di mafia insanguinò quella zona ( 21 omicidi solo nel mese di Agosto 1982). La guerra di mafia iniziò nel Maggio 1981 con la soppressione del capo famiglia di Casteldaccia, Piddu Panno, seguito a ruota da quella di Stefano Bontade ad opera dei Corleonesi. Casteldaccia reagì, alle uccisioni mafiose anche di innocenti, con la nascita del primo Comitato popolare di lotta contro la mafia promosso da un gruppo di giovani, da Don Cosimo Scordato e da Vito Lo Monaco allora esponente del PCI .In quella stagione fu pubblicato il primo appello dei ”preti antimafia” di Bagheria con il consenso del vescovo Pappalardo e con l’attivo ruolo del teologo-storico don Francesco Michele Stabile. Cosa è rimasto di quella fase che segna la sconfitta e la fine storica della mafia stragista Corleonese? La nascita di un movimento popolare antimafia trasversale da un punto vista sociale culturale e politico e la reazione dello Stato e del Parlamento che approvarono la prima legge antimafia e l’obbligo della confisca ai mafiosi dei beni illecitamente accumulati . La mafia di allora è stata sconfitta, ma le mafie non sono scomparse. Esse sono state capaci di adeguarsi all’evoluzione della società, della globalizzazione dell’economia e alla sua finanzializzazione. Ha inoltre esteso, attraverso la corruzione la rete di collegamenti con la cosiddetta “area grigia” professionale, economica e politica ha saputo estendere la sua presenza su territorio, e infiltrarsi con il compiacimento delle classi dirigenti in tante amministrazioni locali. Il sistema politico mafioso oggi resiste grazie a questa capacità mimetica delle mafie che condiziona la vita economica sociale e politica del paese. Il prossimo governo, se di svolta, non potrà eludere, nella sua agenda politica, un piano di lotta concreto contro il sistema corruttivo- politico- mafioso.



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