A consulto da Gorgia, rivive il mistero di Ettore Majorana

Cultura | 26 maggio 2022
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“A consulto da Gorgia “ (A&B editrice Acireale-Roma 2022, 16 euro) segna il debutto nella narrativa di Angelo Mattone, sindacalista di antica e generosa militanza, giornalista e personalità di rilievo di una Catania che si percepiva proiettata verso il futuro (Ahimè, quanto appare lontana nelle temperie odierne!). Uomo di vasta cultura, l'autore trae spunto alla sua invenzione (nel senso etimologico di atto del trovare con cui l'artista trae da se stesso materia dell'opera d'arte) dalla retrocognizione -o teoria della memoria universale- secondo cui alcuni soggetti avrebbero capacità di attingere ad un serbatoio di memoria originale collegandosi attraverso canali di trasmissione sconosciuti al passato. Essi sarebbero perciò capaci di attingere a verità ad altri irraggiungibili.
Già nei nomi dei personaggi l'intento appare chiaro: Eraclio (Flavio Eraclio, imperatore romano d'Oriente che sconfisse i Persiani) Gorgia, famoso psicanalista seguace di Carl Gustav Jung auto-confinatosi a Costa dell'Ambra, angolo magico della Sicilia assolata e solo apparentemente periferica dei Brancati e dei Bufalino (e di Brancati si dirà parente uno dei personaggi chiave dell'intreccio) si dichiara discendente di Gorgia da Lentini, il più notevole rappresentante dei sofisti dopo Protagora ed insieme il creatore dell'arte retorica. La toga e la spada sotto un apparente distacco dalla mondanità.
Va a cercarlo, in un giugno siciliano dai colori splendenti, l'altro protagonista che porta in sé, nel nome, un destino: il fisico catanese Ettore Massimo Majorana, omonimo ma non parente dello scienziato misteriosamente scomparso nella primavera del 1938. Egli è tuttavia dalla misteriosa sorte dell'illustre conterraneo distinto e come separato dalla provvidenziale aggiunta paterna del secondo nome. Torna il mistero Majorana, da Leonardo Sciascia mirabilmente vivisezionato e che ha fornito materiale di ricerca, riflessione e lavoro a decine di scrittori, ispirando perfino canzoni. Mi piace citarne una che certamente il nostro autore conosce e che si colloca fuori dal mainstream delle versioni più accreditate della scomparsa. E' stata dedicata al fisico catanese da Flavio Giurato nel 2016: “Lei prenda i miei appunti signorina/ me li darà al mio ritorno/ ...via Panisperna la notte ed il giorno / nella passeggiata mi guardo intorno/ Roma dorme ancora le sue piazze antiche / vedo Nagasaki che si lecca le ferite/Se quello che facciamo serve ad uccidere la gente / ci sarà il deserto non ci sarà più niente/...L'uso militare della mia ragione/ è meglio faccia a faccia , è meglio la Legione”.
Proprio dalla possibilità che siano state finalmente ritrovate nella napoletana biblioteca dei Girolamini le carte dal Majorana consegnate ad una sua giovane allieva, Gilda Senatore, prende spunto una trama complessa che porta i nostri eroi dall'estremo orientale dell'isola, a Napoli fino ad un viaggio a Mosca le cui ragioni reali si comprenderanno solo alla fine del libro. Altre e più rivoluzionarie testimonianze delle visioni geniali del catanese, ben oltre i manoscritti già noti e conservati presso la Domus Galileana di Pisa, si attendono dalle nascoste carte napoletane L'esistenza di manoscritti inediti di Majorana è, com'è noto una delle convinzioni di Erasmo Recami, il principale biografo dello scienziato catanese e fisico egli stesso: “...la studentessa (Senatore n.d.r.) non saprà subito della misteriosa scomparsa del giovane professore ...non fa parola a nessuno della circostanza di quelle carte avute in consegna. Solo alla fine del 1938 quando entra in stretti rapporti con Francesco Cennamo, (assistente del direttore dell'Istituto di fisica dell'Università di Napoli Antonio Carrelli, n.d.r.) glieli fa vedere...” E il Cennamo consegna al Carrelli le carte, che scompaiono. Questo l'antefatto storico- letterario da cui prende le mosse un romanzo al quale non manca nulla: né l'intreccio pieno di colpi di scena, né la presenza di personaggi legati a doppio filo con le agenzie internazionali d'intelligence, dal Mossad al FSB, né un pizzico di fantasie erotiche. Nipote del professor Carrelli è l'affascinante aristocratica napoletana figura centrale dell'intrigo. Il russo dal nome impronunciabile è uno scienziato o una spia? O entrambe le cose insieme? Chi è e da dove viene la bella segretaria che si accompagna allo psichiatra forense nel buon rifugio siciliano, con tanta costanza da far nascere pruriginosi sospetti nei paesani? Lo stesso Eraclio Gorgia sta a mezzo tra l'intellettuale e l'investigatore capace, come scopriremo, di rivelarsi insospettabile uomo d'azione. Infine i due coprotagonisti: lo studioso epigono della grande scuola di Fisica catanese e la giovane assistente che lo trascina nell'avventura e ne turba i sensi di uomo che si pensava ormai serenamente avviato alla mezz'età. Non voglio scrivere altro per evitare lo spoiler e non sottrarre ai lettori il gusto della scoperta. L'ordito della storia è fitto e la scrittura densa e ricercata. Una bella “prima volta”, alla quale mi auguro ne seguiranno altre.
 di Franco Garufi

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