3 ottobre 2010: il rinnovato anatema contro la mafia di papa Benedetto XVI a Palermo

Società | 1 gennaio 2023
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Eravamo a Palermo domenica 3 ottobre 2010 ed abbiamo seguito i momenti salienti
della visita del papa Benedetto XVI nel capoluogo. Oggi (31 dicembre 2022)
che il Papa emerito ha chiuso alla veneranda età di 95 anni il suo transito terreno
siamo andati a rileggere l’articolo su quella visita che abbiamo pubblicato su di un
quotidiano on line palermitano al quale allora collaboravamo
(Siciliainformazioni.com).
 Lo riproponiamo


Di Benedetto XVI vogliamo ricordare l’impareggiabile raffinatezza teologica delle
omelie e degli Angelus domenicali. Ma a Palermo da lui dodici anni fa erano attese
parole contro la mafia. Che non sono mancate. Applauditissime in una giornata per
molti versi memorabile che abbiamo sintetizzato allora in modo un po’ curioso con il
metodo delle pagelle. A partire proprio dal voto al papa Benedetto XVI.
“10 a Benedetto XVI. Non sarà un trascinatore di folle ma ha detto quello che noi
siciliani ci aspettavamo e volevamo che dicesse. Ha parlato di lavoro che non c’è, ha
ripetuto parole di speranza ed incoraggiamento. Ha incitato a non rassegnarsi. Ha
parlato – applauditissimo e in due diversi passaggi – di padre Puglisi e poi del giudice
Livatino. Ha voluto rendere omaggio fuori programma alla stele che ricorda la strage
Falcone a Capaci.

 Le parole pronunciate nel tardo pomeriggio a piazza Politeama -
“non cedete alle suggestioni della mafia, che è una strada di morte” – resteranno e,
pur con uno stile diverso come sono diversi i caratteri dei due pontefici, fanno il paio
con l’anatema di Agrigento di Giovanni Paolo II. 7 all’organizzazione, costosa ma
tutto sommato rispondente. Disagi sopportati. Clamorosa la pecca della copertura
del megapalco del Foro Italico che per due ore non ha impedito ai concelebranti di
arrostirsi sotto il sole. 9 al servizio d’ordine, imponente ed efficiente. 6 all’Amat. Il
capolinea più vicino al Foro Italico nei pressi di piazza XIII Vittime quando quasi alle
13 la folla sciamava era bloccato da migliaia di persone che all’altezza dell’incrocio
con via Cavour impedivano a decine di autobus che provenivano dalla direzione
Porto di imboccare la corsia opposta per ritornare nella stessa direzione. 5 all’Amia.
Ha fatto ricorso agli straordinari ma qualche cestino portaoggetti e cassonetti in più
nella zona Politeama avrebbero evitato troppe bottiglie d’acqua e bicchieri di
plastica sparsi ovunque, spesso accatastati (non avendo alternative dove gettarli)
sotto cestini inesistenti, bruciati da mesi nelle notti brave della crisi della spazzatura.
10 agli scout dell’Agesci, festosi padroni già da sabato sera di piazza Politeama e via
Ruggero Settimo.

 La scout più bella – non ci riferiamo qui ovviamente all’aspetto
fisico – una ragazza di colore in divisa proveniente da chissà quale paese di Sicilia.
Non è l’unica. Questa è l’integrazione. Ed a proposito di altro colore di pelle, 10 agli
extracomunitari palermitani. Domenica mattina nel Foro Italico per la messa noi nel
più casual degli abbigliamenti ma uomini e donne di colore vestiti ben diversamente
dagli altri giorni. All’occidentale o con costumi tradizionali ma con l’abito della festa, dell’occasione importante da ricordare. Signore africane fresche di parrucchiere e
capelli stirati, uomini talvolta con camicia e cravatta (un peso da noi lasciato di cuore
alle impettite autorità). 

Festa grande e senso della festa in una giornata particolare
di tutti uguali di fronte all’altare, senza ordini e chi li riceve. Gli extracomunitari
cattolici di Palermo meritano i complimenti per questo approccio rispettoso alla
visita del Papa. 10 alla bella Sicilia – giovani e famiglie – di domenica pomeriggio a
piazza Politeama. Abbiamo sempre pensato che nascere in Sicilia sia una sfortuna,
una prova della vita, perché rende tutto più difficile (“Se il Padreterno ti vuole
fregare ti fa nascere in Sicilia” è un modo di dire crudo e ripetuto). Lo speaker dal
palco, al contrario, ha concluso l’incontro del Papa con l’espressione: “Siamo
fortunati ad essere nati in Sicilia”. Chi ha ragione? Chissà. Comunque sia, noi siciliani
dobbiamo rispondere tutti ad una domanda: perché dobbiamo essere sempre
peggiori di quello che siamo? 10 al tempo meteorologico. Giornata di sole, estate
piena. Ad ottobre. Miracoli siciliani. Miracoli di una terra che non merita il triste declino che la sta umiliando".

 di Pino Scorciapino

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