Rubrica
La beffa dei fondi Ue: rinunciamo per evitare i tagli
La Sicilia e altre regioni a rischio disimpegno hanno chiesto di ridurre il cofinanziamento nazionale del POR FESR al 20%. In sostanza il valore del programma regionale più dotato di risorse scenderà a poco più di 4 miliardi con una notevole riduzione della quota nazionale che viene accantonata e destinata ai cosiddetti programmi operativi complementari. Rinunciando a progetti complessi ma importanti quali il risanamento ambientale, per esempio, con i costi umani che spesso comporta.Corruzione e mafia limitano i diritti e avvelenano la società
Il ruolo delle mafie e della violenza è stato il tema al centro della seconda conferenza del Progetto educativo promosso per il tredicesimo anno dal Centro Studi Pio La Torre. A moderare il dibattito il giornalista Rino CascioAppello alla Commissione Antimafia: aprite al portale del Centro La Torre
Vito Lo Monaco: la richiesta è di tutto il movimento antimafia perché disporre di un portale significa offrire a studiosi, studenti, all’intera società, uno strumento di conoscenza insostituibileOlmi, Moretti e grandi retrospettive al Torino Film Festival
La kermesse diretta da Emanuela Martini, in programma dal 23 novembre all’1 dicembre, aprirà con il film “The front runner” di Jason Reitman. Pupi Avati guest director della sezione “Unforgettables”Franco La Magna
Regolamento di conti in Sicilia, la Regione paga i debiti
La situazione finanziaria regionale ha sempre rappresentato un elemento incandescente del dibattito politico siciliano, dando la stura a discussioni in cui non sempre è stato possibile distinguere gli elementi tecnici reali dalle animose polemiche di schieramento. Al 30 settembre scorso la consistenza del debito diretto a carico della Regione siciliana era pari a 5.093.318.188,29 euro in diminuzione di 65. 576.617,90 rispetto al 31 dicembre 2017, derivante dal pagamento a giugno della quota capitale dei mutui e prestiti ancora attivi. E presto sparirà anche il peso dei derivati. Ecco perchè Moody's, una volta tanto, ci ha promosso.Franco Garufi
Prudenza e dialogo con l'Europa nell'interesse degli italiani
La manovra economica elaborata dal Governo è stata bocciata da Bruxelles non tanto per la misura del deficit da finanziare con nuovi debiti quanto per le ipotesi di sviluppo inserite giudicate poco realisticheDiego Lana
Diste: al Sud meno disoccupati ma aumentano i poveri
Tra popolarità e populismo sta la differenza di ogni fascismo
In "Così diventiamo fascisti" Michela Murgia guarda oltre lo stillicidio della quotidianità con l'acutezza, tipica degli intellettuali di razza e spiega perché non si può non essere difensori della democrazia e della solidarietàCosì il magico Leo Gullotta fa riflettere Giacomino
Il poliedrico artista sceglie Pirandello per aprire la stagione teatrale catanese. Come ogni anno ricca di offerte e novità, il capoluogo etneo da sempre è stato patria dello spettacolo sicilianoFranco La Magna
Salvare Riace modello d'integrazione, anche da se stessa
La storia del sindaco Lucano evidenzia ancora una volta carenze e vizi di una certa sinistra: comportamenti sintomatici di una scarsa lungimiranza e dimestichezza con il comparto amministrativo e politicoMarcello Fisichella
Barry Lyndon, dal film di Kubrick alla messinscena di Sepe
Ispirato al romanzo di William Makepeace Thackeray, con Massimiliano Auci, Sonia Bertin, Mauro Brentel Bernardi, Gisella Cesari Silvia Como, Tatiana Dessi, Vladimir Randazzo, Federica Stefanelli Giovanni Tacchella, Guido Targetti, Pino Tufillaro, Gianmarco VettoriAngelo Pizzuto
Le mafie al Nord sono forti e radicate, non solo al Sud
Un’altra sentenza clamorosa, quella del processo Aemilia, conferma che la mafia c’è anche in Emilia così come nelle altre regioni italiane. La sentenza è clamorosa per l’ampiezza delle condanne erogate e per aver dimostrato la capacità corruttiva delle mafie in un sistema economico istituzionale e politico (la “rossa Emilia”) che le classi dirigenti locali consideravano al di sopra di ogni sospetto e dotato di anticorpi democratici. Oltre 1.200 anni di carcere con 118 condanne in rito ordinario e altre 24 in abbreviato per 325 anni a 'ndranghetisti e imprenditori collusi. Gli anticorpi non hanno funzionato probabilmente perché nessuno li ha attivati. Come mai questa distrazione di massa?Vito Lo Monaco