Una legge per i testimoni di giustizia nel nome di Lea Garofalo

Società | 25 novembre 2015
Condividi su WhatsApp Twitter

 Nel giorno del sesto anniversario dell'uccisione di Lea Garofalo, la donna che testimoniò sulle faide interne tra la sua famiglia e quella del suo ex compagno Carlo Cosco, padre di sua figlia Denise, e che per questo fu fatta da lui uccidere, il 24 novembre del 2009, si torna a parlare di una proposta di legge sui testimoni di giustizia. Un testo è già pronto, fa seguito dalla Relazione sui testimoni di giustizia messa a punto e approvata all'unanimità dalla Commissione parlamentare antimafia. Stasera la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, ha detto che il nuovo provvedimento sarà dedicato proprio a Lea Garofalo e ha sottolineato come «sia importante che sia sottoscritto dal numero più ampio possibile di forze politiche della Commissione Antimafia». La proposta di legge prevede che siano definiti in maniera più rigorosa i criteri di accesso alle misure speciali così come saranno certi i tempi e le modalità di uscita dalle misure speciali in linea con la Carta dei diritti e dei doveri presentata dal Ministero dell'Interno; viene istituita la figura del «referente per il testimone» e quella del Comitato di sostegno, per prevenire il più possibile contenziosi amministrativi tra testimoni e ministero dell'Interno. Saranno poi più adeguati gli strumenti di accompagnamento psicologico e di tutela sociale ed economica per il testimone, che in maniera privilegiata deve rimanere nella terra d'origine. Si prevede poi il cambio di generalità allargato, per favorire la scelta di chi decida di rompere con i propri contesti familiari criminali. Allo studio anche l'introduzione di norme specifiche sui minori, come suggerito dalla magistratura calabrese. L'Associazione nazionale testimoni di giustizia, presieduta da Ignazio Cutrò, ha chiesto che la nuova proposta di legge sia intitolata proprio a Lea Garofalo, come accordato da Bindi, «una donna morta per la sua fedeltà all'amore per la figlia Denise». Davide Mattiello, Pd, che ha steso la proposta di legge, al momento della presentazione l'aveva dedicata a Rita Atria, la diciassettenne testimone di giustizia a cui la criminalità aveva ucciso il padre e il fratello, che si tolse la vita una settimana dopo la strage di Via D'Amelio perchè proprio per la fiducia che riponeva nel magistrato Paolo Borsellino si era decisa a collaborare con gli inquirenti. «Sarebbe davvero un bel segnale se oggi i gruppi parlamentari presenti in Commissione Antimafia sottoscrivessero la proposta di legge sui testimoni di giustizia», ha detto Mattiello, che ha ricordato le vite di quelle testimoni spezzate dalla violenza criminale, da Lea Garofalo a Rita Atria a Maria Concetta Cacciola, costretta dai familiari a suicidarsi per aver fatto alcune rivelazioni ai magistrati. Sinistra Italiana, con la deputata Celeste Costantino, si è detta pronta a sostenere la proposta di legge, «c' è la volontà politica di tutti di riformare il vecchio impianto, che va rivisto»; pronti a votare sì «e felici che si passi ai fatti» anche i Cinque Stelle, ha fatto sapere il deputato Francesco D'Uva, componente dell'Antimafia. «L'esempio e il coraggio di Lea vivono nel cuore di tutti i calabresi che ogni giorno dicono no alle mafie», ha scritto su twitter il deputato Pd calabrese Ernesto Magorno. E Libera ha organizzato a Milano - dove è stata uccisa -  una fiaccolata in ricordo di Lea, «perchè la violenza non è soltanto quella delle armi, ma è anche quella del perbenismo, della delega, dell'indifferenza».  

LA GIORNATA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE


Iniziative in più di mille Comuni, campagne di informazione e di sensibilizzazione, treni in giro per l'Italia che porteranno nelle stazioni messaggi in musica: la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, che si celebra oggi, si colora di miriadi di eventi grandi e piccoli su tutto il territorio nazionale. E non mancano le polemiche e le denunce. In Italia la situazione vede luci e ombre. Gli ultimi dati dell'Istat dicono che nel nostro Paese circa 7 milioni di donne hanno subito violenza, fisica o psicologica, nella loro vita. Una donna su tre della fascia di età compresa tra 16 e 60 anni. Ma nemmeno il 12% di queste donne hanno avuto la forza di denunciarla. Il nostro Paese negli ultimi anni ha fatto passi avanti sul piano legislativo, dotandosi di nuovi strumenti normativi - la legge contro lo stalking, quella per il contrasto al femminicidio, la ratifica della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne e domestica, definita 'Convenzione di Istanbul' - ma i Centri antiviolenza, che sono poi i 'terminalì sul territorio del fenomeno, continuano a denunciare la cronica mancanza di fondi e di attenzione. È in arrivo però, ha confermato oggi la Consigliera del presidente del Consiglio in materia di Pari Opportunità, Giovanna Martelli, un Avviso pubblico per destinare 7 milioni di euro allo sviluppo della rete di sostegno alle vittime, attraverso il rafforzamento appunto dei servizi territoriali e dei Centri antiviolenza.  La presidente della Camera, Laura Boldrini, però avverte: «Non dobbiamo abbassare la guardia. Mettere la crocetta sulla casella 'azioni di contrasto alla violenza contro le donnè, come se non dovessimo più occuparcene». La terza carica dello Stato ha ricordato un recente sondaggio «i cui risultati non esiterei a definire agghiaccianti» secondo il quale il 20% dei giovani uomini italiani reputa normale che un uomo tradito diventi violento, che meno della metà di tutti gli uomini in Italia si pone dalla parte delle donne mentre il 35% ritiene che la violenza di genere sia un fenomeno da regolare 'tra le pareti di casà. «La battaglia, dunque, è tutt'altro che vinta». Domani tra la miriade di iniziative spicca la partenza, dalla stazione Termini di Roma, del treno delle Ferrovie dello Stato con a bordo Alex Britti, testimonial della Campagna «La voce delle donne» di WeWorld, che presenterà il suo ultimo singolo «Perchè?» a Roma, Firenze e Milano. Un brano che nasce dall'esigenza di dare un aiuto concreto alle donne vittime di violenza: i diritti infatti sono destinati ai progetti di WeWorld contro la violenza sulle donne. A Roma, all'Auditorium Conciliazione, l'evento di Telefono Rosa «Le donne, un filo che unisce mondi e culture diverse» con la partecipazione di Ozlem Tanrikulu - componente della Commissione degli Affari Esteri del Congresso Nazionale del Kurdistan e presidente di Uiki Onlus (Ufficio di informazione sul Kurdistan in Italia) - di Lucia Borsellino e della scrittrice italo-siriana Asmae Dachan. Ci saranno anche migliaia di ragazze e ragazzi. Sempre nella Capitale, la presentazione di una campagna promossa dal Dipartimento Pari opportunità e Poste Italiane per far conoscere il numero antiviolenza 1522.  Nel pomeriggio, alla Camera, un convegno su imprenditoria e lavoro femminile che sarà dedicato alla memoria di Valeria Solesin, la giovane ricercatrice italiana uccisa nell'attentato al Bataclan di Parigi. Parteciperanno tra gli altri Laura Boldrini, la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli, il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi e dirigenti sindacali.

A PALERMO UNA RETE CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE 

La settimana contro la violenza alle donne si è aperta con una interessante iniziativa di rete che, nello spirito della convenzione di Istanbul, ha visto collaborare attivamente il Club Rotary Baia dei Fenici, l'organizzazione internazionale Zonta Club Palermo Zyz e l'associazione onlus «Le Onde». «Una mano per dire basta. Contro la violenza alle donne» è il tema su cui si svilupperà, fino al prossimo aprile, un progetto che vedrà nella formazione e nella informazione momenti salienti per prevenire e contrastare le violenze di genere. Obiettivo finale sostenere economicamente - con le risorse raccolte durante l'anno - il centro antiviolenza de «le Onde» e le iniziative per la tutela della salute delle donne curate da Zonta International.  «Abbiamo ascoltato con attenzione l'appello lanciato da Zonta Palermo Zyz di parlare di diritto alla dignità ed all'integrità delle donne nello spirito della Convenzione di Istanbul - dichiara Tommaso Raimondo, Presidente del Club Rotary Baia dei Fenici. Da questo è nata l'idea di sostenere concretamente lo Sportello di Ascolto del Centro Antiviolenza gestito dalle Onde, struttura che offre un servizio unico e prezioso alle donne». «Molte volte scambiamo come normali comportamenti che in sè contengono elementi patologici - dichiara Maria Giambruno, componente del direttivo di Zonta I - Palermo Zyz e coordinatrice del progetto - e riteniamo superate le battaglie per la tutela della donna e le politiche antidiscriminatorie.  Parlare di violenza, aiutare le giovani donne a comprendere quando stanno vivendo una situazione di disagio e di violenza è importante per prevenire e per difendersi. Grazie a questo progetto - continua Maria Giambruno - abbiamo elaborato un piccolo vademecum che con un linguaggio semplice ed immediato aiuta a riconoscere le diverse forme di violenza contro le donne e fornisce indicazioni ed indirizzi utili in caso di bisogno». «Da venti anni ci occupiamo di donne e disagio a Palermo - dice Maria Grazia Patronaggio, presidente dell'Associazione Le Onde - e viviamo una realtà che ai più è sconosciuta. Il fenomeno della violenza nei confronti delle donne è trasversale e percorre indifferentemente tutte le fasce sociali e culturali. Basti pensare che il 33% delle donne che si rivolgono al nostro centro è costituito da donne laureate. Il nostro servizio - continua Maria Grazia Patronaggè sempre attivo e si avvale di professionisti competenti anche quando scarseggiano le risorse».


Ultimi articoli

« Articoli precedenti