Le maggiori difficoltà di un amministratore locale incompetente
Amministrare un ente territoriale, un comune, una regione, lo stesso Stato non è facile . Ciò perché mentre una volta questi enti svolgevano un’attività prevalentemente erogatrice, oggi, attraverso apposite aziende controllate e/o partecipate (l’azienda dei trasporti, l’azienda dei rifiuti ecc.), svolgono, sia pure non a scopo di profitto, anche un’attività produttiva con tutti i problemi connessi a tale attività. Non solo, ma mentre nel passato le condizioni finanziarie degli enti territoriali erano relativamente buone , oggi sono in gran parte dissestate e, nel caso dei comuni , condizionate dallo stato di salute di quelle dello Stato e di quelle della Regione di appartenenza, notoriamente non buone nella maggior parte dei casi.
In conseguenza mentre una volta bastava l’onestà ed il buon senso per amministrare bene uno degli enti di cui si è detto, oggi l’onestà ed il buon senso non bastano più, al massimo possono costituire condizioni necessarie ma non sufficienti per amministrare bene, essendo richieste per l’attività produttiva che pure svolgono e per le condizioni della loro finanza se non abilità manageriali almeno capacità organizzative.
Non si tratta solo di predisporre una buona Giunta fatta di persone competenti ed oneste. Occorre in molti casi avere la capacità di affrontare carenze della struttura operativa e della struttura finanziaria .
Si consideri che in molti comuni , in molte regioni specialmente del sud, il personale non è selezionato per le funzioni che svolge ed è spesso costituito da precari. Si consideri anche, come si è accennato, che in quasi tutti i comuni il contributo statale e quello regionale sono minori rispetto al passato, quindi chi amministra per assicurare, come prescrive il Testo unico sugli enti locali l’ efficacia dell’azione amministrativa, l’efficienza dei servizi, l’economicità della gestione, deve sopperire alle predette carenze con adeguate soluzioni.
Certo non si può teorizzare che data la complessità attuale delle gestioni comunali e/o regionali ed i requisiti richiesti dal Tuel per una buona amministrazione si devono candidare alla carica di sindaco e o di governatore solo i manager, né si può sostenere che un comune cittadino deve guardarsi dal farlo.
Alla luce dell’esperienza si può però suggerire che chi si candida alla gestione di tali enti deve avere almeno la capacità di analizzare la situazione, stabilire in base a tale analisi un programma realistico, creare le premesse necessarie per realizzarlo e per monitorarlo tenendo conto dei vincoli che condizionano l’attività ed avendo come obiettivo la soddisfazione del cittadino–consumatore e/o del cittadino-produttore.
Anzi a questo ultimo scopo si può aggiungere che lo stesso cittadino, per propria dignità e per dovere civico, non dovrebbe avanzare la propria candidatura senza un preventivo esame della propria adeguatezza anche rispetto allo stress che la carica comporta. Ciò anche nell’interesse dei cittadini e del partito o movimento a cui appartiene.
Si dirà che seguendo la prassi qui raccomandata molti candidati alle cariche predette si ritirerebbero e questo è forse vero ma è anche vero che operando nel modo che si è detto si eviterebbero casi di palese inadeguatezza e /o di frustrazione personale.
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