L'espansione mondiale delle mafie non conosce confini

Economia | 24 febbraio 2017
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Dai “classici” Stati Uniti al Canada e alla Spagna, ma anche mete meno note come Olanda, Australia e Sudafrica. L’espansione mondiale delle mafie non conosce confini ed è sempre più agevolata dalla rapida modernizzazione dei circuiti finanziari e dallo sviluppo delle tecnologie informatiche applicate all’economia ed agli scambi internazionali. È quanto emerge dalla relazione semestrale della Dia (Direzione investigativa antimafia), inviata al Parlamento e relativa alle indagini svolte nel primo semestre del 2016.

Espansione all’estero – Tra le mafie italiane la ‘ndrangheta è quella che più di altre tende a riproporre all’estero il modello strutturale adottato in Calabria. L’espansione in altri territori avviene, per lo più, privilegiando aree dove, da tempo, si sono trasferiti soggetti fiduciari delle cosche, che mascherano i loro reali interessi attraverso la gestione di attività economiche apparentemente legali, ma in realtà frutto del reimpiego di capitali di provenienza illecita. La strategia di Cosa Nostra è invece quella di espandersi nel traffico internazionale di stupefacenti e nelle attività di riciclaggio connesse alla gestione illegale dei giochi e delle scommesse.

Tra i fattori che sembrano aver favorito la diffusione della camorra oltre i confini nazionali, assumono particolare rilevanza il posizionamento geografico di alcuni Paesi – strategico, ad esempio, per i traffici di stupefacenti – e lo storico radicamento di alcuni gruppi campani, che avrebbero dato nel tempo rifugio a latitanti, rappresentando una vera e propria longa manus della camorra.

Ragioni geografiche spingono invece la Sacra corona unita ad espandere il loro raggio di azione criminale nei Paesi dell’area balcanica, con sinergie criminali con gruppi dell’Albania, della Serbia, del Montenegro, della Bosnia-Erzegovina e del Kosovo.

Spagna – La Spagna è l’unica paese estero in cui le indagini hanno registrato la presenza costante ed elevata di tutti e quattro i maggiori gruppi criminali mafiosi italiani. Dalle indagini emerge come i clan siciliani abbiano progressivamente radicato la loro presenza nella penisola iberica, snodo principale per favorire il riciclaggio di capitali illeciti e il traffico di droga. Molte le cosche di ‘ndrangheta insediatesi, nel corso degli anni, in Spagna, dedite al traffico di droga, al commercio e all’edilizia. Particolare interesse ai mercati ortofrutticoli, oltre che a stupefacenti ed edilizia, ha dimostrato la camorra. Un’indagine della Dda ha infatti evidenziato come il clan Moccia puntasse a espandersi nel mercato ortofrutticolo di Barcellona. Per la Sacra corona unita la penisola iberica è invece un’importante base logistica per il traffico di sostanze stupefacenti e un territorio utile per trascorrere la latitanza.

Germania - Le inchieste giudiziarie degli ultimi anni confermano l’esportazione del modello delinquenziale della ‘ndrangheta calabrese anche nel territorio tedesco, teatro della famigerata strage di Duisburg nel 2007. Per la mafia siciliana la Germania si conferma un crocevia fondamentale per l’approvvigionamento e il transito di droga, così come per la Sacra corona unita. I clan camorristici possono invece contare, sul territorio tedesco, di vere e proprie filiere di attività economiche e soggetti collegati, utili al reinvestimento di capitali illeciti, alla distribuzione di capi di abbigliamento contraffatti, alla messa in circolazione di euro falsi e al traffico di veicoli clonati.

Australia e Sudafrica – Anche le lontanissime Australia e Sudafrica non sfuggono alla mappa del controllo mafioso. In Australia sono state registrate presenze di soggetti criminali italo-australiani di terza o quarta generazione, che avrebbero costituito organizzazioni speculari alle cosche calabresi. In alcuni casi, tali gruppi sono risultati in collegamento con le omologhe strutture italiane, per l’esecuzione coordinata di attività di portata transnazionale, come il traffico di stupefacenti o il riciclaggio di capitali. Queste strutture australiane sarebbero, a loro volta, ulteriormente collegate con altre frange di diversa estrazione criminale attive sia in Europa, in Cina che Sud America, per l’approvvigionamento, nell’ordine, di droghe sintetiche, precursori e cocaina.

Il Sudafrica invece è l’economia più importante del continente africano, tenuto conto che, ad oggi, mantiene il primo posto nella graduatoria dei produttori mondiali di oro e grandi giacimenti di diamanti. I faccendieri di Cosa nostra hanno colto le possibilità offerte da questo Paese, in particolare trafficando diamanti, per riciclare grandi somme di denaro proveniente innanzitutto dal traffico di sostanze stupefacenti.

Gli altri paesi – Dalla gestione delle scommesse clandestine in Canada al traffico di armi a Malta la mafia siciliana si espande in vari paesi confermandosi molto radicata negli Stati Uniti, dove la presenza di soggetti collegati alla organizzazione mafiosa si registra prevalentemente nelle città di Philadelphia, Detroit, Chicago, New Jersey, New England e New York. La mafia ha però progressivamente mutato le proprie modalità operative: la nuova generazione di mafiosi è composta da individui con un alto livello di istruzione, per i quali il ricorso ad azioni violente ed eclatanti diventa un evento eccezionale. New York, in particolare, area nevralgica dell’economia statunitense, rappresenta per l’organizzazione siciliana un centro di interessi con riferimento al riciclaggio di capitali illeciti, all’usura, alle estorsioni, al traffico di sostanze stupefacenti, al gioco d’azzardo, al traffico di esseri umani e allo sfruttamento di mano d’opera. Da segnalare episodi che vedono cosa nostra inserita all’interno delle più importanti organizzazioni sindacali del settore edile, sanitario e dello smaltimento dei rifiuti.

La ‘ndrangheta è l’organizzazione mafiosa con radicamento in più paesi esteri: Austria, Belgio, Svizzera, Canada, ma persino la Colombia e vari paesi del centro e Sudamerica tra i paesi in cui è permeante la presenza mafiosa calabrese. In particolare, in Francia, le indagini della Dia, hanno messo in luce la forte e significativa presenza, in particolare nella regione delle Alpi, in Provenza e Costa Azzurra, a Parigi e Grenoble, località utilizzate per reinvestire capitali di provenienza illecita, oltre che per dare rifugio ai latitanti.

Il modello Falcone – Il successo delle indagini sul radicamento all’estero delle mafie è frutto del progetto della D.I.A., che traspone in chiave europea il “modello Falcone”, caratterizzato dalla centralizzazione delle informazioni su fenomeni di criminalità transnazionale, evitandone la frammentazione e consentendo così di affrontare con una strategia comune una minaccia concreta ed attuale per la sicurezza dei cittadini europei.

 di Davide Mancuso

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