In Italia
meno bambini
sempre
più poveri
Società | 18 novembre 2024
I bambini in Italia sono sempre meno e sempre più poveri. Nel 2023 i nuovi nati sono stati meno di 380mila (le bambine e i bambini tra 0 e 2 anni rappresentano attualmente solo il 2% della popolazione nazionale, ma lo squilibrio tra generazioni è destinato ad ampliarsi progressivamente in futuro) e la povertà ha continuato a colpire i più piccoli. Il 13,4% delle bambine e dei bambini tra 0 e 3 anni è in povertà assoluta (sebbene l’incidenza maggiore si registri nella fascia di età 4-6 anni, con una percentuale pari al 14,8%) e circa 200mila di età compresa tra 0 e 5 anni (8,5% del totale) vivono in povertà alimentare, ovvero in famiglie che non riescono a garantire almeno un pasto proteico ogni due giorni. Un dato cresciuto rispetto al 2021, quando si attestava al 7,7%. Oltre la metà dei piccoli poveri vive al Sud e nelle isole, dove la percentuale sale al 12,9% contro il 6,7% del Centro e il 6,1% del Nord. Quasi un bambino su dieci (9,7%) della stessa fascia d’età ha sperimentato la povertà energetica, cioè ha vissuto in una casa non adeguatamente riscaldata nei mesi invernali (16,6% al Sud e nelle isole, 7,3% al Centro e 5,7% al Nord). Anche in questo caso l’incidenza è cresciuta rispetto al 2021, quando era all’8,6%.
Sono alcuni dei dati pubblicati da Save the Children nella XV edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio in Italia, dal titolo ‘Un due tre…stella. I primi anni di vita’. Numeri che mostrano le disparità di opportunità per i più piccoli, dalla salute all’ambiente, ai servizi educativi.
Le famiglie con bambini che vivono in povertà assoluta sono quasi 748mila, con un’incidenza pari al 12,4%. Ad aggravare la loro condizione sono stati, negli ultimi anni, i significativi aumenti per alcuni beni e servizi essenziali per la prima infanzia. Dal 2019 al 2023, infatti, la spesa per prodotti alimentari (latte e pappe) per questa fascia di età è salita del 19,1% - superiore anche al forte aumento dell’indice generale dei prezzi (16,2%) - mentre il costo per la frequenza degli asili nido è aumentato dell’11,3% (il riferimento è soprattutto agli asili privati, mentre per quelli finanziati dai Comuni l’aumento è dell’1,5%). Meno di un bambino su tre frequenta un asilo nido, sebbene ci siano divari territoriali importanti. Campania e Sicilia, che presentano alti tassi di povertà minorile e dispersione scolastica, hanno la percentuale di copertura più bassa dei servizi educativi per la prima infanzia (rispettivamente del 13,2% e del 13,9%), nonostante siano la seconda e la terza regione, dopo la Provincia autonoma di Bolzano, per incidenza dei bambini 0-2 sulla popolazione. E le stime per il futuro, alla luce dei progetti in corso finanziati con i fondi del Pnrr che dovrebbero concludersi nel 2026, non lasciano ben sperare dal momento che tali investimenti non consentirebbero alle due regioni di raggiungere neanche il 33% dell’offerta dei servizi educativi (a fronte di una media nazionale che salirà al 41,3%, non lontano dal target del 45% fissato a livello europeo per il 2030), arrivando la Campania al 29,6% e la Sicilia al 25,6%. La Puglia, invece, dovrebbe raggiungere il 38,4% della copertura, mentre la Calabria si dovrebbe attestare al 40,3%.
“L’Italia è apprezzata nel mondo per i suoi asili nido, ma sconta la drammatica assenza di questi servizi proprio nei territori più svantaggiati – ha dichiarato Raffaela Milano, direttrice Ricerca di Save the Children. La Legge di Bilancio 2022 ha fissato una soglia minima di copertura del servizio per ogni Comune entro il 2027. Ma ad oggi vi sono molte incertezze sul raggiungimento dell’obiettivo, soprattutto per i bambini del Sud: sia per la costruzione dei nuovi nidi, che per i costi del loro funzionamento, e non da ultimo per la formazione e la messa in servizio del personale educativo”.
Sull’importanza degli investimenti per la prima infanzia si è espresso Claudio Tesauro, presidente di Save the Children: “Abbiamo voluto dedicare questo XV Atlante dell’Infanzia ai bambini più piccoli, nella consapevolezza che i primi mille giorni di vita sono determinanti per la crescita e lo sviluppo di ciascuno. Troppi genitori oggi in Italia affrontano la nascita di un bambino in solitudine, senza poter contare su adeguate reti di sostegno. Il supporto alla prima infanzia è un obiettivo da mettere al centro di tutte le scelte della politica: nel campo della salute come in quello dei servizi educativi; nel contrasto alla povertà così come nella tutela dell’ambiente. Con Save the Children – ha aggiunto Tesauro - siamo impegnati da anni sul territorio al fianco dei genitori e dei loro bambini, in rete con i servizi e le associazioni, e ogni giorno tocchiamo con mano l’importanza di una rete di cura per accompagnare ogni bambino nei suoi primi passi. È necessario salvaguardare e rafforzare questa rete, a partire dai territori più deprivati, con una strategia di lungo periodo, sapendo che quello sulla prima infanzia è l’investimento fondamentale per il presente e per il futuro del nostro Paese”.
di Alida Federico
Sono alcuni dei dati pubblicati da Save the Children nella XV edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio in Italia, dal titolo ‘Un due tre…stella. I primi anni di vita’. Numeri che mostrano le disparità di opportunità per i più piccoli, dalla salute all’ambiente, ai servizi educativi.
Le famiglie con bambini che vivono in povertà assoluta sono quasi 748mila, con un’incidenza pari al 12,4%. Ad aggravare la loro condizione sono stati, negli ultimi anni, i significativi aumenti per alcuni beni e servizi essenziali per la prima infanzia. Dal 2019 al 2023, infatti, la spesa per prodotti alimentari (latte e pappe) per questa fascia di età è salita del 19,1% - superiore anche al forte aumento dell’indice generale dei prezzi (16,2%) - mentre il costo per la frequenza degli asili nido è aumentato dell’11,3% (il riferimento è soprattutto agli asili privati, mentre per quelli finanziati dai Comuni l’aumento è dell’1,5%). Meno di un bambino su tre frequenta un asilo nido, sebbene ci siano divari territoriali importanti. Campania e Sicilia, che presentano alti tassi di povertà minorile e dispersione scolastica, hanno la percentuale di copertura più bassa dei servizi educativi per la prima infanzia (rispettivamente del 13,2% e del 13,9%), nonostante siano la seconda e la terza regione, dopo la Provincia autonoma di Bolzano, per incidenza dei bambini 0-2 sulla popolazione. E le stime per il futuro, alla luce dei progetti in corso finanziati con i fondi del Pnrr che dovrebbero concludersi nel 2026, non lasciano ben sperare dal momento che tali investimenti non consentirebbero alle due regioni di raggiungere neanche il 33% dell’offerta dei servizi educativi (a fronte di una media nazionale che salirà al 41,3%, non lontano dal target del 45% fissato a livello europeo per il 2030), arrivando la Campania al 29,6% e la Sicilia al 25,6%. La Puglia, invece, dovrebbe raggiungere il 38,4% della copertura, mentre la Calabria si dovrebbe attestare al 40,3%.
“L’Italia è apprezzata nel mondo per i suoi asili nido, ma sconta la drammatica assenza di questi servizi proprio nei territori più svantaggiati – ha dichiarato Raffaela Milano, direttrice Ricerca di Save the Children. La Legge di Bilancio 2022 ha fissato una soglia minima di copertura del servizio per ogni Comune entro il 2027. Ma ad oggi vi sono molte incertezze sul raggiungimento dell’obiettivo, soprattutto per i bambini del Sud: sia per la costruzione dei nuovi nidi, che per i costi del loro funzionamento, e non da ultimo per la formazione e la messa in servizio del personale educativo”.
Sull’importanza degli investimenti per la prima infanzia si è espresso Claudio Tesauro, presidente di Save the Children: “Abbiamo voluto dedicare questo XV Atlante dell’Infanzia ai bambini più piccoli, nella consapevolezza che i primi mille giorni di vita sono determinanti per la crescita e lo sviluppo di ciascuno. Troppi genitori oggi in Italia affrontano la nascita di un bambino in solitudine, senza poter contare su adeguate reti di sostegno. Il supporto alla prima infanzia è un obiettivo da mettere al centro di tutte le scelte della politica: nel campo della salute come in quello dei servizi educativi; nel contrasto alla povertà così come nella tutela dell’ambiente. Con Save the Children – ha aggiunto Tesauro - siamo impegnati da anni sul territorio al fianco dei genitori e dei loro bambini, in rete con i servizi e le associazioni, e ogni giorno tocchiamo con mano l’importanza di una rete di cura per accompagnare ogni bambino nei suoi primi passi. È necessario salvaguardare e rafforzare questa rete, a partire dai territori più deprivati, con una strategia di lungo periodo, sapendo che quello sulla prima infanzia è l’investimento fondamentale per il presente e per il futuro del nostro Paese”.
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