Il profumo della carta, ecco perché ci piace annusare i vecchi libri
Nella disputa tra libro tradizionale e libro digitale, uno degli argomenti sui quali i fautori della prima corrente di pensiero sono più inflessibili è l’inconfondibile odore della carta. Un tratto saliente del libro al quale non sono disposti a rinunciare, e che le moderne tecnologie non sono in grado di riprodurre nell’esperienza di lettura digitale, se non con profumi surrogati. Ma quali sono le caratteristiche di questo odore amato da tutti gli appassionati di libri?
LA SPIEGAZIONE CHIMICA - La risposta arriva da Andy Brunning, chimico inglese che nel suo blog ha spiegato l’origine scientifica di questa fragranza. Cellulosa e lignina (contenuti nella carta, seppur in quantità minore in epoca moderna) – spiega il chimico - degradano nel tempo: il risultato è l’ingiallimento della carta e il rilascio di composti organici. È da questa reazione che scaturisce l’odore tipico dei libri invecchiati. Secondo Brunning le componenti di questo aroma sarebbero: vaniglia, benzaldeide (che aggiunge un profumo di mandorla), odori dolci prodotti dall’etilbenzene e il contributo floreale apportato dall’etilesanolo. I libri pubblicati oggi sono – purtroppo? - prodotti con una carta di qualità maggiore rispetto al passato: ciò determina un minore degrado e, per l’infelicità dei più incalliti amarti della carta invecchiata, una minor capacità di sprigionare questo inconfondibile aroma.
Dalla
forma del libro al profumo della carta, ecco tic e manie dei booklovers
Il libro cartaceo sembra oggi quasi sorpassato dall’utilizzo dei più leggeri e pratici e-book. Ma c’è chi ancora non può arrendersi all’idea di sfogliare le pagine, o di utilizzare i testi per fare arte
MILANO - Un argomento ricorrente nelle conversazioni tra le persone che
discutono di letteratura su internet riguarda l’importanza del libro cartaceo.
Dai feticisti del testo tradizionale ai fautori degli e-book, sino a coloro che
fanno del libro installazioni artistiche, molte sono le scuole di pensiero
riguardanti la maniera migliore di interpretare ed utilizzare il caro e vecchio
libro cartaceo. Un dettagliato excursus sui vari gruppi di sostenitori è
recentemente apparso sulla rivista “The New Yorker”.
I FETICISTI DEL LIBRO CARTACEO - Tra gli strenui difensori della carta
stampata vi sono coloro che esaltano il piacere sensuale della lettura, la
tattilità delle pagine, il peso degli oggetti, il profumo della carta, e sostengono
che sia impossibile provare queste esperienze con i supporti digitali. “La
realtà tangibile dei libri ci definisce…Noi crediamo che gli oggetti stessi
abbiano poteri magici” afferma il cronista Joe Queenan nel suo recente
“One for the Books”. “Il toccare le pagine ci porta dentro il mondo del libro,
mentre lo schermo ce ne tira fuori”, sostiene Andew Piper in “Book Was There:
Reading in Electronic Times”. Per i veri amanti della carta, esiste anche un
profumo chiamato Paper Passion e, per chi non è contrario ai nuovi supporti
digitali, uno spray che è possibile applicare sul proprio e-reader per dargli
l’odore del vecchio e caro libro cartaceo.
IL LIBRO COME OGGETTO - Un’altra categoria raccoglie tutti
coloro che sono attratti non dal piacere tattile del libro, bensì dalla
bellezza del testo in quanto oggetto. Qui sono inclusi i cosiddetti
“tassonomisti della libreria”: “My Ideal Bookshelf” unisce le interviste con i
maggiori scrittori ed esponenti della cultura con illustrazioni dei loro libri
preferiti; “Unpacking My Library: Writers and Their Books” mette in luce le
collezioni di libri di tredici scrittori di grande fama. Alcuni concentrano la
loro attenzione su libri che non appartengono a nessuno, come nella serie di
foto “Expired” di Kerry Mansfield, che documenta i libri della biblioteca
scartati o ritirati, o un blog interamente dedicato alle foto dei libri
abbandonati trovati su Brooklyn Stoops.
LIBRI E CINEMA -
Questi progetti di libro-ritrattistica sono tutti impegnati in un processo di
antropomorfizzazione: si tratta di libri che hanno una loro identità e
personalità che possono essere catturate attraverso il loro aspetto fisico.
Attraverso il cinema, i libri sono potuti diventare pienamente aderenti alla
vita, come nel corto animato vincitore del premio Oscar nel 2011 “The
Fantastic Flying Books of Mr. Morris Lessmore,”o il video della durata di due
minuti che utilizza l’inventore di una libreria per produrre un’affascinante
animazione stop-motion.
GLI SCETTICI DEL LIBRO CARTACEO - Poi ci sono i dissidenti e gli
scettici, che pensano che un focus eccessivo sulla bellezza fisica dei libri
porti a sottovalutare il vero intento della letteratura, che deve essere
trovato nel testo e non nel contenitore che lo ospita. In una intervista sulla
casa editrice McSweeney’s, n+1’s, Keith Gessen ha criticato la tendenza tipica
della nostra cultura di plasmare la letteratura in un “oggetto carino che puoi
comprare”. La riverenza nei confronti dei libri come oggetti, scrive
James Gleick in un editoriale sul New York Times riguardo la digitalizzazione
dei documenti storici, è “sentimentalismo, e anche feticizzazione”. Il libro
fisico “è come una bara al funerale”, ha proseguito Gleick “Merita di essere
onorato, ma l’anima se n’è andata”.
FARE ARTE CON I LIBRI - Accanto ai feticisti e ai non –
feticisti, i cultori della letteratura su Internet hanno visto anche emergere
un terzo gruppo, formato da coloro che non celebrano i libri né come oggetti
fisicamente preziosi, né come utili contenitori, ma li utilizzano come materie
prime per le opere d’arte. Le forme sono varie – alcune sono sculture
realizzati da libri singoli, altri utilizzano i libri come mattoni per
strutture più grandi, mentre altri fanno con i libri le tele per disegnare o
dipingere. Ma questi progetti hanno in comune un modo di portare fuori l’aura
dei libri dal loro supporto fisico, alienando forma e contenuto. Questo genere
di lavoro, conosciuto come “altered-book art”, non è un nuovo fenomeno.
L’artista britannico Tom Phillips fu un pioniere di questo tipo di arte negli
anni Sessanta, trasformando pagina per pagina un romanzo del periodo
vittoriano. Alcuni blog letterari si sono rivelati molto utili per quanto
concerne questo genere di hanno reso possibile la visualizzazione di altre
installazioni di artisti meno noti. I feticisti della carta e i feticisti
del testo allo stesso modo potrebbero interpretare questo genere di lavoro come
sacrilego. Questo, dopotutto, comporta la distruzione o decostruzione dei
libri, e la scissione del testo fisico dal contenuto. E tuttavia, queste opere
servono forse, in modo più efficace rispetto alle tradizionali forme di culto
del libro.
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