Il Giffoni Film Festival vola nel segno dei giovani talenti

Cultura | 22 aprile 2018
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Si preannuncia come sempre ricchissimo di titoli e con una giuria quantitativamente in crescita il 48° Giffoni Film Festival, in programma a Giffoni Valle Piana (Sa) dal 20 al 28 luglio. “E’ sempre un dolore - ha dichiarato il direttore artistico Claudio Gubitosi - non selezionare tante delle opere che ci vengono presentate, così come è una grande responsabilità accettare quelle che andranno poi a comporre il corpus della selezione da presentare alle giurie. Ogni film viene visto e analizzato con cura, amore e rispetto”. Sono, infatti, ben 4500 tra corti e lungometraggi le opere in fase di valutazione dal nutrito team della direzione artistica di Giffoni, la cui selezione sarà poi votata dai 5601 giurati delle sette le sezioni competitive, divisi tra Elements +3 (dai 3 ai 5 anni), Elements +6 (dai 6 ai 9 anni), Elements +10 (da 10 ai 12 anni), Generator +13 (dai 13 ai 16 anni), Generator +16 (dai 16 ai 17 anni), Generator +18 (18 anni in su) e Gex Doc (sezione dedicata a docenti e filmgoers). Le Giurie, formate da giovani provenienti da 52 Paesi, decreteranno infine i vincitori del Gryphon Award. Intanto cominciano già a filtrare i primi titoli dell’edizione 2018. Selezionato per i più piccoli ecco My Giraffe (Olanda/Germania/Belgio, 2017) di Barbara Bredero, mentre il cinese Running like wind (2017, vita frustante d’un allenatore di calcio), il danese Vitello (2018, storia di un ragazzo alla ricerca del padre) di Dorte Bengtson e il fantastico filandese Super furball (2018), saranno tra quelli sottoposti alla giuria degli Elements +6. Il tema dell’amicizia predomina tra i film riservati agli Elements +10, partendo già dal belga-olandese Rosie & Moussa (2018) di Dorothee Van Den Berghe Zoo (2017) di Colin Mclvor, coproduzione Irandese/canadese, ambientato nella Belfast del 1941, interprete Art Parkinson, presente anche in altra sezione, cui si aggiunge il serbo-macedone The witch hunters (2018) di Rasko Miljkovic. Jovan. E non poteva mancare l’ormai onnipresente realtà virtuale che irrompe nella vita reale proposta con lo svedese The war game (2017) di Goran Kapetanovic.

Il sempre difficile rapporto genitori-figli, insieme alle problematiche delle prime esitanti relazioni e all’incontro fantasia-realtà, caratterizza la sezione dedicata ai Generator +13. Dalla conosciutissima e amata graphic novel “I kill Giants” verrà proposto l’omonimo film di Andres Walter (2017, coproduzione Belgio/Inghilterra/Usa), storia d’una ragazzina in fuga dalla realtà in lotta contro mostri e fantasmi. E sempre una giovanissima, sulla quale grava una maledizione di famiglia (a cui lei non sembra credere), è protagonista del sud africano Meerkat moonship (2017) di Hanneke Schutte, dove si susseguiranno una serie di eventi incredibili che la indurranno a cambiare idea. Adolescenza difficile, ricerca e affermazione di se stessi, sono alla base dei temi trattati dai film destinati ai Generator +16. Tra i primi titoli in concorso il brasiliano Rust (2017) di Aly Muritiba, che affronta lo scottante problema dello scambio di messaggi sui social media. Quindi lo statunitense Night comes on (2018) di Jordana Spiro, che esordisce nel lungometraggio con un’opera dura (on the road di due sorelle, una di dieci anni ed una di diciotto, appena rilasciata da un centro di custodia minorile) e ancora il turco The pigeon (2018) di Banu Sivaci, ambientato nella baraccopoli di Adana, anch’esso un esordio nel lungometraggio al pari del tedesco Air (2017) di Anatol Schuster, sorta di educazione sentimentale della giovane Louk sconvolta dalla perdita della madre. La Siria dilaniata dello spaventoso conflitto - che da sette anni insanguina quelle terre infelice - fa da sfondo all’olandese Brothers (2017) di Hanro Smitsman (dramma di due fratelli alla ricerca di un terzo, presunto estremista) che apre la sezione Generetor +18, seguito dal giapponese The hungry lion (2017) di Ogata Takaomi, scabroso argomento di un insegnante accusato d’aver avuto rapporti sessuali con una propria allieva minorenne ripresa in un video hot divenuto virale. Sempre per la Generetor +18 saranno proiettati Fake Tattoos (2017) di Pascal Plante, canadese, incontro di due giovani durante un concerto punk rock e rievocazione d’un doloroso passato e Michael Inside (2017) di Frank Berry, proveniente dall’Irlanda, con al centro una storia di spaccio di droga. Storie vere in forma di documentario contraddistinguono le opere scelte per Gex Doc. Il danese Death of a child (2017) di Frida e Lasse Barkfors, vita dei due genitori che hanno causato la morte dei propri figli (tragedia di un genitore che dimentica il proprio figlio in macchina);l’israeliano In my room (2017) esordio di Ayelet Albenda, racconti di sei ragazzi che parlano di se stessi; la favola africana Liyana (2017) di Aaron e Amanda Kopp, coproduzione Quatar/Svizzera/Usa, missione di una ragazza per salvare i suoi fratelli gemelli e infine il belga Imposed piece (2017) di Brecht Vanhoenacker, cronaca cinematografica del “The Queen Elisabeth” uno dei più prestigiosi concorsi per violino, con esibizione di giovani musicisti e focus sulla loro preparazione e sulle loro speranze per il futuro.

Come già comunicato mesi addietro il tema scelto per il 2018 è Aqua, ma le scottanti tematiche ecologiche accompagneranno il Giffoni Film Festival - la manifestazione più nota al mondo dedicata alle giovani generazioni (bambini, ragazzi, adolescenti, ma in parte anche ad un pubblico indifferenziato) - per un intero triennio, fino al 2020 anno in cui il Festival festeggerà l’invidiabile traguardo del 50° anniversario che ne fa una delle rassegne cinematografiche più longeve ed apprezzate non soltanto nella nazione ma altresì in Europa e nel mondo, nata dall’idea vincente di Claudio Gubitosi e dove i giffoners non soltanto saranno chiamati come giurati ma potranno incontrare e confrontarsi tra loro e con autori, registi, cantanti, interpreti acclamati e nuove rivelazioni, tutti espressione delle eccellenze del panorama artistico internazionale. Il Festival che Francois Truffaut, il grande regista francese, definì il più necessario” si prepara ad alzare il suo meraviglioso sipario.

 di Franco La Magna

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