Gli eroi dei fumetti si sfidano in una tesi di laurea a Palermo

Cultura | 2 agosto 2016
Condividi su WhatsApp Twitter

Il fascino esercitato dalla figura del supereroe, amplificato negli ultimi anni dal successo delle pellicole tratte dai fumetti che hanno letteralmente invaso le sale cinematografiche di tutto il mondo, ha allargato la platea di estimatori degli eroi in calzamaglia. Eppure è ancora molto diffuso il pregiudizio secondo il quale il fumetto viene considerato una semplice forma di mero intrattenimento per l’infanzia e l’adolescenza. Tralasciando esempi eccellenti di romanzi a fumetti dalle esplicite e riconosciute finalità didattiche e di divulgazione della conoscenza storica, come Maus (1980) di Art Spiegelman, non pertinente all’ambito del sottogenere supereroico, grandi studiosi si sono invece soffermati a ricercare le ragioni del successo dei supereroi del fumetto popolare. Nomi del calibro di Umberto Eco, che in Apocalittici e integrati (1964), analizzando la figura di Superman, parla di un processo di “mitizzazione” della figura del supereroe che si è compiuto nelle moderne società capitalistiche, ad alto tasso di industrializzazione, in seguito alla lenta demistificazione della simbologia tradizionale cristiana di epoca medievale. Oppure l’antropologo, mitografo e filosofo di origine romena, Mircea Eliade, che in Mito e Realtà (1966) afferma che gli eroi degli albi a fumetti rappresentano una versione moderna degli eroi mitologici e folkloristici. Il fenomeno, in anni più recenti, è stato spiegato da Marco Arnaudo in Il fumetto supereroico. Mito, etica e strategie narrative (2010), nel quale l’autore ha messo in luce le affinità di carattere narrativo e simbolico tra i racconti degli eroi mitologici e le storie a fumetti. Affinità che nel corso dei decenni (il primo supereroe, Superman, ha debuttato sul primo numero della testata Action Comics datato 1938) si sono impresse nell’immaginario collettivo, come emerge dai numerosi articoli pubblicati sui quotidiani a stampa o sul web, nelle cui recensioni dei film con protagonisti i supereroi non è infrequente imbattersi nel termine «epico». Con un approccio analogo a quello dello storico che interroga le fonti oggetto del suo studio, una lettura critica e analitica del fumetto supereroico svela insospettabili legami con la Storia e la cronaca, l’antropologia e le religioni. Agli albori del genere e fino agli anni Sessanta del XX secolo, con l’introduzione dei “supereroi con superproblemi” della Marvel Comics, i supereroi venivano raffigurati alla stregua di nuovi déi dell’era moderna, scarsamente caratterizzati dal punto di vista psicologico, distinti dai propri nemici con rigore manicheo, ma pur sempre imbattibili, immortali e dunque avulsi dai problemi quotidiani e dalle malattie che affliggono l’uomo comune. Con il moltiplicarsi dell’offerta editoriale e dei personaggi, i due più grandi editori del settore, la Marvel e la DC Comics, hanno dato vita a veri e propri pantheon «supereroici» che richiamano alla memoria le «società gerarchizzate» tipiche della religione greca e di quella norrena, nelle quali vigeva una precisa ripartizione di ruoli per cui ad ogni dio corrispondeva uno specifico ambito di sovranità. I supereroi, con modalità analoghe a quelle in uso presso i culti classici, rivestono un ruolo esclusivo di protettori verso determinate città (si pensi al binomio Superman/Metropolis o Batman/Gotham City), ovvero, come gli déi norreni che abitano la mitica città di Asgard, vivono tutti all’interno della stessa area urbana (ad esempio, i Fantastici Quattro e l’Uomo Ragno, tutti residenti e operanti nella città di New York). L’uso della maschera, le decorazioni e i simboli del costume richiamano alla memoria i rituali degli sciamani delle società tribali, dei quali i supereroi ripropongono anche la capacità di imitazione del mondo naturale, perlopiù del regno animale. Grazie alle loro abilità, i supereroi, parimenti agli eroi mitologici, vivono una condizione di superiorità rispetto all’uomo comune e sono in grado di compiere imprese eccezionali. Tali ascendenze divine, o mitiche, sono confermate da personaggi tratti direttamente dal mito, come il dio del tuono Thor e il dio della guerra Ares, ma anche da characters i cui poteri sono ispirati a varie divinità come, ad esempio, Wonder Woman, che deve la sua saggezza e la sua forza, rispettivamente, ad Atena e ad Ercole, e il velocista Flash, il cui modello archetipico non può che essere il dio Mercurio. Numerosi sono anche i riferimenti alla religione ebraica e a quella cristiana: la letteratura critica ha individuato analogie biografiche tra Superman e Mosè, mentre dal costume e dallo scudo di Capitan America traspaiono simboli dell’ebraismo. Ma se il ricorso a religioni ormai desuete è utile a giustificare la natura dei loro superpoteri, dalle pagine si evince che gli eroi dei fumetti nascondono un lato spirituale: in quota cattolica, Daredevil non fa mistero della propria fede, mentre sull’adesione al cattolicesimo del gigante verde Hulk si è interrogato perfino l’Osservatore Romano, l’organo di stampa ufficiale del Vaticano. Ma, a sublimare il rapporto tra la religione e il fumetto supereroico e a testimonianza della divisione prima religiosa e poi ideologica in atto nel mondo contemporaneo, è emersa negli ultimi anni una originale proposta editoriale che nelle intenzioni dell’autore, lo psicologo kuwaitiano Naif Al-Mutawa, mira a risolvere nei giovani musulmani la dicotomia tra le proprie radici culturali e la lettura dei supereroi statunitensi, troppo intrisi di riferimenti alla cultura occidentale. Si tratta «The 99» (2006), un fumetto che deve un grosso tributo agli X-Men della Marvel e che già dal titolo richiama il numero dei componenti il gruppo di supereroi musulmani, uno per ogni nome e qualità attribuiti ad Allah nel Corano.

Che si tratti di un processo intenzionale o meno, gli autori delle storie attingono a piene mani dai canoni narrativi del genere dell’epica, talvolta rielaborandoli. L’eredità divina o mitica dei protagonisti rispecchia la consuetudine dei poemi epici a raccontare personaggi e storie ispirati da archetipi e da un passato glorioso. Il catalogo dei guerrieri è sostituito da vignette che nelle prime pagine di ogni albo hanno la funzione di presentare i personaggi principali. L’immagine del concilio degli déi viene riproposta nelle tavole in cui sono riuniti diversi personaggi nell’atto di elaborare la strategia di difesa contro la minaccia comune. La suddivisione di un filone narrativo o di un ciclo di storie in più albi ricorda le ampie dimensioni e la sequenza episodica tipiche dei poemi epici e cavallereschi. Questi ultimi e il fumetto supereroico condividono inoltre una narrazione basata sulla centralità della figura del guerriero e le storie sono intrise di duelli e scontri tra veri e propri eserciti. Il fumetto supereroico, data la massiccia prevalenza di produzioni statunitensi, è espressione della memoria storica e dei valori di quella società: Superman, un extraterrestre ben integrato all’interno della aperta e multiculturale società americana, è un perfetto esempio dell’immigrato di successo.

Nella maggior parte dei casi il fumetto supereroico è ambientato nella stessa realtà dei lettori, al punto che la cronaca e la grande Storia (principalmente americana) costituiscono lo sfondo di gran parte delle avventure raccontate negli albi a fumetti. Capitan America nasce nel 1941 come strumento di propaganda contro l’avanzata nazista in Europa (in una storia retrospettiva delle origini del personaggio lo si vede ricevere lo scudo dalle mani del presidente Roosvelt). Superman, in un albo del 1978, è costretto a sfidare sul ring il pugile Cassius Clay pur di scongiurare la minaccia di un’invasione aliena della Terra. Nel 2001, un albo speciale racconta l’orrore che è seguito al World Trade Center dopo il crollo delle Torri Gemelle attraverso gli occhi dell’Uomo Ragno, che si unisce alla macchina dei soccorsi. Lo stesso “tessiragnatele” dà nuovamente prova del proprio impegno civile in un albo del 2008 quando, presente in qualità di inviato del Daily Bugle (il quotidiano fittizio in cui è impiegato come fotoreporter con la sua identità civile), sventa una minaccia ai danni del presidente degli Stati Uniti Barack Obama, allora appena eletto e in procinto di giurare per l’insediamento alla Casa Bianca.

La crescita di una letteratura specialistica sul tema, negli ultimi anni, è il segno che il fumetto supereroico, in apparenza distante dalle cronache del mondo reale, svela legami con le culture occidentali e con la Storia in grado di offrire diversi spunti di riflessione ad un lettore colto o anche solo curioso di approfondire quanto in esso raccontato.

 di Marco Spignola

Ultimi articoli

« Articoli precedenti