Eurostat: diminuisce la dispersione scolastica in 15 Paesi comunitari
Sono quindici gli Stati membri dell’Unione Europea che hanno già raggiunto l’obiettivo nazionale 2020 di ridurre i tassi di abbandono scolastico precoce a meno del 10%. Si tratta di Belgio, Danimarca, Irlanda, Grecia, Francia, Croazia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Austria, Slovenia e Finlandia.
La quota più bassa degli abbandoni scolastici è in Croazia, la più alta a Malta e in Spagna. Rispetto al 2006, tale percentuale è diminuita nel 2016 in tutti gli Stati membri per i quali è disponibile la serie temporale, ad eccezione della Repubblica Ceca, della Romania e della Slovacchia. La quota di abbandoni anticipati dell'istruzione e della formazione (di età compresa tra i 18 e i 24 anni) è diminuita costantemente nell'Unione Europea (UE) negli anni scorsi, passando dal 17% nel 2002 al 10,7% nel 2016. Il tasso di dispersione scolastica in Italia continua a scendere (siamo al 13,8% su scala nazionale), ma è ancora lontano dall’obiettivo del 10% fissato dall’Europa per il 2020. L’ultimo rapporto pubblicato da Eurostat colloca l’Italia, infatti, al quinto posto per numero di “early school leavers”: giovani 18-24enni che possiedono solo il diploma di scuola media. Peggio dell’Italia fanno solo la Romania (18,5%), la Spagna (19,0%) e Malta (19,6%) che però partivano da situazioni molto peggiori. Il Portogallo, ad esempio, oggi ha livelli di dispersione scolastica analoghi all’Italia (14%). Nel 2006 avevano quasi il doppio dei nostri abbandoni: il 38,5% contro il 20% italiano di partenza. Ma quello che è ancora più grave è il persistere della forbice fra Nord e Sud e, a livello più capillare, fra aree avvantaggiate e svantaggiate, centro e periferie. Solo per fare un esempio, il Veneto ha già superato il traguardo europeo (8%) mentre Sicilia e Sardegna sono ferme al 24%.
Il
tasso di abbandono esplode nel primo biennio delle superiori, a
dimostrazione del fatto che per ridurre la dispersione scolastica
bisognerebbe intervenire prima di tutto sul passaggio fra scuola
secondaria
di
primo grado e
scuola
secondaria di secondo grado mettendo in campo, a livello
ministeriale, opportune politiche di orientamento che non possono
essere demandate alle singole istituzioni scolastiche.
Nonostante il trend in discesa in tutta Europa, si conferma lo
svantaggio dei maschi che praticamente ovunque (ad eccezione che in
Romania, Bulgaria e Repubblica Ceca) sono molto più a rischio delle
ragazze: la media europea è del 12,2% contro il 9,2%.
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