Elezioni comunali a Palermo, i programmi dei candidati a sindaco

Politica | 8 giugno 2017
Condividi su WhatsApp Twitter

Pubblichiamo i programmi elettorali dei candidati alla poltrona di primo cittadino nel capoluogo siciliano nelle elezioni di domenica prossima. Eccoli, per ordine alfabetico. Il servizio è stato curato da Giuseppina Tesauro.


FABRIZIO  FERRANDELLI

Chi è Fabrizio Ferrandelli?

Sono un bancario di 37 anni papà di una bimba di 4 e di una che sta per arrivare , che conosce perfettamente la politica perchè ha maturato la propria esperienza in questo mondo e nelle istituzioni . Conoscendo il panorama politico e conoscendo i politici della nostra terra, ho deciso di impegnarmi in prima persona, perché non voglio subire un loro governo.


A contendersi il posto di primo cittadino con lei ci sono altri quattro candidati fra i quali c’è il Sindaco “storico” di Palermo Leoluca Olrando, nelle cui fila lei ha anche militato. Come la sta vivendo questa campagna elettorale?

Orlando rientra fra quell’elenco di persone e di politici che io ho conosciuto ed ai quali non mi sentirei di affidare i nostri figli, intesi come generazione del futuro. La prima volta che Orlando è stato il Sindaco di Palermo era il 1985 ed io avevo 5 anni. Oggi credo che dopo 32 anni il mondo abbia bisogno di nuovi interpreti, di nuove visioni, di nuove immagini e soprattutto, ringraziando chi in questi anni ha dato il proprio contributo a questa città, sono perfettamente convinto che non esistano uomini per tutte le stagioni…. e quest’ultima stagione non è sicuramente la stagione che farà ricordare Orlando nella storia.

Nel suo programma elettorale si nota come lei sta puntando molto su servizi, infrastrutture e collegamenti urbani ed extra urbani. Ma ce la farà in 5 anni a realizzare tutto ciò? E come pensa di riuscirci?

Io sono preparato a governare Palermo per 10 anni e la mia età me lo consente. Il fatto di potere avere più mandati davanti a me dà ai palermitani quella garanzia che Orlando non può dare. Perché se le cose dovessero andare male per me e bene per lui, lui avrebbe solo 5 anni a disposizione e non potrebbe mettere in campo percorsi di 10 anni come invece posso permettermi di fare io. Palermo, inoltre, continua ad avere sempre gli stessi problemi da 30 anni e Orlando è Sindaco dal 1985: forse qualche responsabilità nella cattiva gestione di questa città è anche da imputare a lui. Alcuni ancora legano il nome di Orlando alla Primavera di Palermo, ma in questi anni mi sono reso conto di come egli non sia stato altro che uno degli interpreti di quella Primavera ma non la Primavera, che invece era costituita dai tanti palermitani e tante palermitane che hanno scelto le ragioni dell’impegno in quegli anni e che hanno reso importante questa città. Lui era il Sindaco ma c’era un collettivo, oggi di quella primavera rimane un solo uomo al comando, stanco, con una giunta incompetente e inadeguata al governo. Oggi, invece, nel territorio ci sono tante persone che vedono frustrati gli obiettivi ed anche i valori in cui hanno creduto, ed è a questi che sto cercando di dare un contesto cercando di inserirli nelle nostre liste elettorali per spingerli a governare la nostra città. Per ciò che riguarda il nostro programma elettorale, il problema della mobilità occupa un posto centrale. A differenza dell’amministrazione comunale odierna io ho dato molto risalto a questo tema, perché è uno dei problemi che i palermitani avvertono come prioritario. Tutti gli interventi da noi previsti sottolineo che sono a costo zero, in quanto miriamo a mettere semplicemente a sistema ciò che abbiamo e creare inter modalità con le risorse già esistenti: tram, autobus, aree di parcheggio che diventeranno nodi di interscambio e così via. Sono consapevole di ereditare una città con un bilancio a dir poco deficitario, quindi ogni linea di programma che ho messo a punto è una linea di programma a costo zero o con copertura finanziaria con fondi europei, ho dei buoni referenti in campo europeo e credo che una chicca della mia campagna elettorale sia proprio la presentazione di un assessore alla Programmazione Europea. Oggi purtroppo devo dire, senza timore di smentita, che il Comune di Palermo non ha nel proprio bilancio un solo euro di somme dirette che provengono dall’Europa, frutto di una incapacità di pianificare, di programmare, di fare rete. Perché probabilmente l’amministrazione vive gli anni di chi l’amministra e quindi chi l’amministra sta guardando molto all’oggi o alla forma piuttosto che alla sostanza, non si pone in un ottica prospettica ma in un ottica della gestione dell’ordinario. Oggi il Comune di Palermo ha un ufficio Europa con soltanto tre persone e nessuno di essi fa progetti e coopera con gli altri dipartimenti del comune per attingere a finanziamenti diretti dall’UE. Le uniche somme di cui il Comune di Palermo dispone di provenienza della Comunità Europea sono le somme dirette, cioè quelle che arrivano al Comune dal Ministero come per esempio quelle del Il patto per Palermo. Credo che questo sia qualcosa che gridi vendetta, soprattutto per una città che è affamata di lavoro e di opportunità e di solidarietà, molte somme sono somme che riguardano l’inclusione sociale e territoriale, Palermo potrebbe usufruirne a piene mani e avere dei progetti operativi, invece abbiamo le casse a zero perché non sono state avviate le giuste procedure. Quindi in sintesi: incapacità di visione e zero pianificazione progettuale nella macchina comunale.

Come sta vivendo la campagna elettorale Fabrizio Ferrandelli ?

Sul modo di fare campagna elettorale noi rispetto al Sindaco attuale stiamo serrando le fila e agendo come una falange. Devo riconoscere che Orlando non ha la stessa libertà di movimento che ho i, faccio un esempio, mentre io riesco ad andare allo ZEN, al mercato o nei quartieri popolari, lui ha delle difficoltà a stare per strada,quindi sta articolando una campagna differente e devo dire ahimè utilizzando tutti gli strumenti legittimi ma non opportuni di chi amministra una città. Quindi lui sta cercando di consolidare il proprio consenso elettorale sulla base della gestione della macchina amministrativa, sulla base di relazioni anche di rapporti di forza, politicamente legittimo, per carità, ma eticamente discutibile. Io sto facendo un’altra operazione, quella di andare nelle borgate, nei quartieri, nelle zone periferiche, incontrare la gente e richiamare tutti quanti alla riscossa, perché io ed i miei sostenitori crediamo che 30 anni di una stessa amministrazione possano bastare e che è corretto che questa città e le nuove generazioni possano avere dei nuovi progetti per il loro futuro.

Lei è il leader del movimento dei coraggiosi, divenendo Sindaco di Palermo sarà anche il Presidente dell’area metropolitana, a questo punto lei sarebbe avvantaggiato rispetto a qualche altro, in quanto i suoi gruppi sono già attivi e presenti nei vari Comuni. Come pensa di rapportarsi e di operare in tal senso?

Ho costruito un programma che riguarda proprio l’aria metropolitana, perché capisco bene che Palermo è si il mio collegio elettorale ma è anche il centro di interesse di tantissimi cittadini che provengono dall’hinterland. Quindi per me risolvere anche i problemi dei pendolari è occuparsi di Palermo. Sono consapevole del fatto che il Sindaco di Palermo sia anche il Presidente dell’area metropolitana e questa è una grandissima opportunità che si da ai Comuni, per esempio si potrebbero attuare co-progettazioni nelle quale come amministrazione possiamo funzionare da Ente intermedio e dialogare direttamente con i Ministeri e con l’ Europa. Io intendo essere il sindaco degli 82 Comuni della provincia in relazione con i vari gruppi dirigenti. Io ho un movimento che è radicato in tutta la Sicilia quello dei Coraggiosi, quindi Palermo è soltanto la prima di una tappa che potrebbe riguardare il cambiamento di una intera regione. Quindi è chiaro che il movimento dei Coraggiosi sarà presente in diverse competizioni amministrative come quelle regionali e sarà presente in tante realtà; in alcuni Comuni come Termini Imerese abbiamo espresso anche il nostro candidato a Sindaco, ed in altri Comuni come Villabate, Bagheria, Cefalù o anche Casteldaccia abbiamo dei comitati attivi e stiamo progettando insieme a loro. La mia visione è quella di una città capitale, che deve essere sinergica ed utile alla crescita di una intera regione, non soltanto di un territorio in cui ricade il collegio elettorale, questo è il motivo per cui mantengo i collegamenti con Gela, Agrigento, Catania, Messina, perché non vivo in spirito di concorrenza con queste città, anzi penso di dovere cooperare insieme a loro per un rilancio totale di una regione che può dare molto.

Logiche politiche, cambiamento, vecchie e nuove alleanze, durante questa campagna elettorale la scelta che maggiormente le viene rimproverata e criticata è stata l’alleanza con alcuni personaggi della vecchia politica ed il fatto che Lei si è spostato dall’area Pd. Qualora venisse eletto Sindaco la domanda che molti si fanno è questa: Come farà a conciliare tutto e tutti?

Grazie per questa domanda, perché mi fornisce lo spunto per chiarire alcune cose. Innanzitutto, se si riflette bene io non ho fatto altro che anticipare uno schema di alleanze nazionali. Se si va a leggere qualche intervista di Luigi Zanda, il capogruppo del Pd al Senato, in realtà si evince che lui non sta parlando di niente altro che del “modello Ferrandelli” su Palermo. Sono convinto che il mio modello sarà un modello di alleanze che presto conosceremo sia a livello regionale che nel resto d’Italia. Cosa sta facendo Ferrandelli? In un momento di crisi dei partiti, ha scritto un programma e lo ha fatto con i palermitani, quindi con i diretti interessati ed ha subordinato ogni alleanza alle cose da fare, garantendo la guida del percorso. Quindi da chi è garantito questo percorso? Da me, da Fabrizio Ferrandelli e dalla propria storia, sulla base di un programma, che già traccia il conto della spesa. Qualcuno potrebbe ancora dire: cosa ti chiederanno dopo? Nulla, se non esattamente l’attuazione del programma. Per cui, avendo vincolato ogni alleanza al programma ed ho detto già da prima che la governance e quindi la squadra della giunta sarà da me espressa, i palermitani possono essere sicuri, in quanto sapranno molto prima cosa si devono aspettare dopo le elezioni. Conosceranno i nomi degli uomini che guideranno questo progetto e le cose da fare. In termini di alleanze, in termini consentiti dalla legge farò i nomi della mia squadra e quindi, come ho già dimostrato con il primo Assessore, ciò avverrà in grande libertà ed in grande sintonia con le cose da fare. Le mie sono alleanze di Centro, noi stiamo cercando di mettere popolari e progressisti insieme per un percorso di cambiamento, che sia un alternativa alle derive populiste e a quello che presenta un altro sistema di alleanze altrettanto trasversali quanto le mie, ma che è vecchio nella guida. Quindi con me si può avere la novità di chi guida e un processo indipendentemente dalle alleanze, dall’altro lato ci sono le stesse tipologie di alleanze ma guidate da una persona con già 35 anni di Amministrazione alle spalle . Quindi mi pare che il quadro sia abbastanza semplice da comprendere.




UGO FORELLO

Chi è Ugo Forello.

Ugo Forello è nato a Palermo il 31 Luglio del 1978, è sposato ed ha due figlie. Scrive di se nel suo profilo pubblico: “Nella mia vita ho sempre provato a praticare il principio per cui ciascun cittadino ha il diritto/dovere di contribuire alla gestione della res publica non solo con il voto, ma anche attraverso una partecipazione quotidiana alla vita politica del proprio quartiere, città, regione e nazione.

In questa prospettiva ho portato avanti il mio impegno civico e professionale.

Per vent'anni sono stato un attivista in diverse organizzazioni della società civile, cercando di mettere in atto una visione globale in un contesto locale. Un livello, quello del coinvolgimento dal basso, che ho sempre ritenuto necessario ma, oggi, non più sufficiente.

Adesso, infatti, voglio mettermi al servizio di un progetto che rafforzi la relazione tra l'impegno civico e la dimensione politica alla quale si accede attraverso il voto; un progetto che ambisca a catalizzare alcune delle migliori energie della città, per far emergere sempre di più quell'intelligenza collettiva capace di tradurre la crisi in opportunità di crescita collettiva; un progetto, infine, di cittadinanza societaria, attiva e consapevole, che richiede un fondamentale ruolo nelle e delle istituzioni della città.”

Diplomato nell’anno 1996 presso il Liceo Scientifico Einstein di Palermo, consegue nel 2001 presso l’ Univerità di Palermo la Laurea in Giurisprudenza. Avvocato esperto in diritto civile, in diritto tributario degli enti locali, in diritto amministrativo ( con specifico riferimento alla materia degli appalti, gare, procedure e bandi pubblici) e nella tutela delle persone offese da reato ( con particolare attenzione ai delitti di mafia, estorsione aggravata ed usura,anche bancaria). Componente dell’ufficio legale ( dal 2008 ) della Federazione delle Associazioni Antiracket ed Antiusura Italiane – AI. E dell’Associazione Comitato Addiopizzo.

Nel corso della mia vita, ho studiato e mi sono occupato di numerosi temi che hanno ispirato il mio impegno civico (diritti umani, lotta al clientelismo e alla mafia, finanza etica, fenomeno dell’immigrazione e dell’emarginazione sociale, sviluppo ecosostenibile, energie alternative, il consumo critico, l’elaborazione della teoria e della pratica dei beni comuni, la c.d. decrescita felice, l’agricoltura biologica e le pratiche sinergiche e di permacultura)”.


La scelta di candidarsi alla carica di Sindaco di Palermo di Ugo Forello nella sua lettera ai palermitani


Il prossimo 11 giugno non si voterà per la scelta del Sindaco, del Consiglio Comunale, dei Presidenti e dei Consiglieri di Circoscrizione della Città di Palermo. Il prossimo 11 giugno si voterà per scegliere quale futuro desideriamo per Palermo e quanta responsabilità siamo disposti ad assumerci per determinare questo futuro. Le linee programmatiche del percorso che proponiamo sono frutto di un lungo lavoro di concertazione e cooperazione di centinaia di cittadini che ha dato forma ai sogni e desideri di ciascuno. Persone che non si conoscevano e che hanno cercato e trovato un modo per comprendersi e crescere. Abbiamo imparato che il dialogo è possibile con tutti e fra tutti ed è fondamentale attuarlo. Quanto è avvenuto in questi mesi è il fuoco che alimenta la nostra speranza di cambiare direzione alla Città: giovani e meno giovani hanno dedicato tempo alla costruzione di un mosaico collettivo, nel quale riconoscersi e del quale essere parte. Abbiamo giocato il gioco del fare insieme, senza l’idea della necessità di un capo unico, né di un pensiero unico. Abbiamo lavorato, ci siamo raccontati e ascoltati; così abbiamo ritrovato la gioia della Politica perduta. Per quanto possa impaurire, cambiare significa avere il coraggio di rinunciare ad una strada certa per provarne una nuova. I grandi passi dell’umanità sono stati fatti da uomini che hanno osato abbandonare le vie consuete. Lo spirito che ci ha animato è quello del desiderio di un futuro diverso e migliore, del quale potersi e volersi assumere la responsabilità, nei confronti innanzitutto di noi stessi e quindi dei nostri figli. Questo programma è pertanto la forma che abbiamo dato alla suddetta assunzione di responsabilità. Quello che noi non vogliamo e non chiediamo è una delega in bianco. Intendiamo infatti allargare il percorso di condivisione che abbiamo avviato con i tavoli per il programma. La nostra intenzione è che le linee programmatiche siano un contratto aperto sul quale i cittadini possano intervenire costantemente per tutto il corso della nuova amministrazione 2017-2022, assumendosi la responsabilità di contribuire con le loro idee, il loro tempo, il loro lavoro, i loro sogni al futuro di Palermo. Proprio per questo, l’esperienza dei tavoli del programma resterà come presidio in città e come luogo di confronto tra sindaco, giunta, consiglieri e cittadini: i tavoli tecnici saranno aperti a chiunque vorrà contribuQuesto programma è la mappa che useremo per muoverci nel territorio che è la nostra città; sapremo e vorremo sempre aggiornare ed adattare la mappa, rispondendo a tutte le sollecitazioni che la città saprà e vorrà dare per aprire un dialogo costante e, soprattutto, per avviare il primo passo di un lungo viaggio che percorreremo insieme. Non abbiamo soluzioni uniche per problemi complessi, abbiamo solo la certezza che ogni sfida la si può vincere insieme, e che qualunque cittadino di Palermo abbia diritto e il dovere di potersi spendere per la propria città. Immaginiamo un giorno di potere raccontare ai nostri figli che quando tutto sembrava disperato, e pareva non esserci alcuna speranza per il futuro se non lasciare la città, i cittadini di Palermo, ricordando la grande capacità che la città ha avuto nella sua storia di reagire alle difficoltà, hanno alzato la testa, si sono uniti ed hanno costruito la splendida città nella quale adesso vivono. Più ancora che idee e soluzioni, questo è un documento di speranza, un gesto d’amore per noi ed i nostri figli, un gesto d’amore che rivolgiamo, e al quale invitiamo l’intera città di Palermo.


 Una sintesi del programma elettorale di Ugo Forello e del Movimento 5 Stelle elaborato in cinque punti, così come si rileva dal loro sito

Le persone attorno a noi

Nessuno deve restare indietro a Palermo! “Sconfiggere la povertà non è un atto di carità, è un atto di giustizia” (Nelson Mandela) Come possiamo sentirci davvero “concittadini” se in città ad alcuni non è dato lo spazio neanche per una casa? Senza un luogo e mezzi sufficienti per poter vivere dignitosamente viene a mancare la terra sotto i piedi ai valori della cittadinanza. A partire da questo terreno, le politiche sociali del Comune devono contribuire ad eliminare gli ostacoli che limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, senza distinzione di razza, sesso e religione.

Il nostro quotidiano

A tutti deve essere consentito di potere garantire il benessere della propria famiglia! “L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro” (Costituzione Italiana) Noi palermitani sappiamo lavorare sodo e viviamo in una città la cui bellezza si apre al mare. Sostenendo e valorizzando queste caratteristiche il Comune può contribuire a promuovere le condizioni che rendano effettivo il diritto al lavoro. La buona amministrazione di spazi e servizi pubblici e un’efficiente programmazione possono dare un ampio respiro alle attività produttive e al turismo, impulso alla creatività dei giovani, nonché maggiore apertura alle relazioni internazionali, economiche e culturali. In questa prospettiva e con l’impegno quotidiano di ciascuno, un’impresa difficile può diventare avvincente.

Insieme

Perché possiamo farlo solo insieme! “Nella lunga storia del genere umano (e anche del genere animale) hanno prevalso coloro che hanno imparato a collaborare e ad adattarsi con più efficacia” (Charles Darwin) La libertà è partecipazione, è un modo di stare insieme, implica organizzazione. A Palermo c’è bisogno di un nuovo metodo. Occorrono istituti di partecipazione diretta, si deve ridurre la distanza tra l’amministrazione e i cittadini, vanno condivise in modo puntuale e chiaro le conoscenze utili al bene della città, a cominciare dallo stato di salute della cassa comune, dei beni e del bilancio del Comune. Su questa base, un edificio, una fontana, un monumento abbandonato, un paesaggio, rappresentano un’occasione per stringere nuovi patti di collaborazione, per proteggere, risanare, migliorare o abbellire in modo creativo qualcosa che appartiene a tutti. Il regolamento per i beni comuni urbani consente di valorizzare al massimo l’impegno diretto dei cittadini, promuove il potere per fare e pensare il futuro. Questo vuol dire anche coltivare un’identità comune, una storia che si conserva, si protegge (anche con sistemi di sicurezza partecipata), si promuove e si trasmette.

Dove siamo

Noi siamo parte dei luoghi che abitiamo e dell’aria che respiriamo! “Il creato non è una proprietà, di cui possiamo spadroneggiare a nostro piacimento; né, tanto meno, è una proprietà solo di alcuni, di pochi: il creato è un dono, è un dono meraviglioso che Dio ci ha dato, perché ne abbiamo cura e lo utilizziamo a beneficio di tutti, sempre con grande rispetto e gratitudine” (Papa Francesco) La vita di una città è l’intreccio di legami tra le generazioni, tra l’ambiente e la storia, tra il locale e il globale. Dalla consapevolezza di questa complessità devono scaturire le politiche per l’ambiente urbano. Palermo, poi, per la sua posizione geografica può e deve diventare un’avanguardia per la transazione energetica di cui ha necessità la nostra civiltà. Bisogna dare ai servizi e alle infrastrutture un disegno di lungo respiro, avviando un convinto percorso verso rifiuti zero, senza dimenticare la cura quotidiana dell’igiene ambientale e la tutela degli animali.

Dove andremo

Dobbiamo tornare a credere e progettare il futuro! Senza cultura e la relativa libertà che ne deriva, la società, anche se fosse perfetta, sarebbe una giungla. Ecco perché ogni autentica creazione è in realtà un regalo per il futuro. (Albert Camus) La rivoluzione culturale di cui abbiamo bisogno passa dall’educazione dello sguardo sulla città, dall’emersione di una nuova, diffusa consapevolezza: è la storia, il paesaggio, il patrimonio artistico e monumentale che ci rendono parte di una grande Nazione, la quinta città d’Italia. Passeggiare per le strade di Palermo significa entrare materialmente nel fluire della storia; poter correre nei nostri parchi, nuotare nel nostro mare, pedalare lungo la costa, vuol dire anche vivere bene in una città euromediterranea. Guardiamo a una Palermo in cui riannodare lo spazio urbano e i diritti, l’inclusione sociale e la mobilità, a una città policentrica, multifunzionale, dove la solidarietà e l’intraprendenza si materializzano nei piccoli interventi nei quartieri e nelle grandi infrastrutture. Ambiamo ad una città operosa, vitale. Vogliamo dare strade alle persone. Deve essere questo l’orizzonte di Palermo.


Ismaele La Vardera

No alla Ztl, Favorita parco urbano e addio alle strisce blu. Sono solo alcuni dei 20 punti su cui si articola la proposta del giovane candidato, che ha confermato l'alleanza con Centrodestra, ma non con Salvini, invitato a chiedere scusa alla città. «L'obiettivo della mia candidatura è presentare delle proposte pratiche». Ismaele La Vardera si presenta all'apertura della sua campagna elettorale in motoape. «L'ho acquistata usata due settimane fa - racconta Ismaele - e l'idea mi è venuta pensando a un modo per arrivare al cuore dei palermitani utilizzando un linguaggio a loro vicino, quotidiano». E a bordo del lapino il più giovane tra i candidati in corsa per la poltrona più importante di palazzo delle Aquile intende fare il giro dei quartieri e dei rioni di Palermo in 80 giorni. Un'iniziativa, l'Ape tour per raccontare ai palermitani le proposte contenute nel suo programma. «No alle minestre arricuariate» e «Contro i Golia per una città libera» le scritte sul curioso mezzo di colore azzurro.  «Il mio è un messaggio che voglio lanciare a una generazione che sta soltanto a guardare le cose e non incide nel presente. - dice subito La Vardera - L'obiettivo della mia candidatura è presentare delle proposte pratiche, delle idee per cambiare per la città e coinvolgere la mia generazione ormai lontana dalla politica. Non a caso la squadra e il nostro programma al centro di tutto pone l'innovazione». Poi, rivolgendo un pensiero a tutti i ragazzi che hanno abbandonato Palermo in cerca di maggiore fortuna, a cui ha idealmente dedicato la candidatura: «Vorrei che tutti i miei coetanei potessero tornare quì per sentire il fresco profumo di stigghiola».  Poi spazio al programma: 20 punti su cui si articola la proposta del giornalista. Tra questi «la tessera del cittadino che consentirà tramite un'app di accumulare punti segnalando i disservizi che affliggono la nostra città», la bonifica del fiume Oreto, la Favorita come parco urbano e il rilancio del centro storico. No, invece, alla Ztl che «così come sono non vanno bene. Serve un'alternativa valida, delle navette per collegare la periferia al cuore della città. Funzioneranno solo quando i palermitani saranno attratti dall'idea di raggiungere il centro».  E in fine «l'abolizione delle strisce blu» con la «legalizzazione del parcheggiatore abusivo», una figura controversa «che diventerà un aiutante della città e presidio del territorio».




CIRO LO MONTE


CHI E’ CIRO LO MONTE?

Io sono nato a Palermo e sono molto innamorato di questa città. Sono un architetto e mi occupo di arte sacra. Ad un certo punto della mia vita mi sono ritrovato a dovere sistemare una Chiesa ed ho visto che era un tema che mi appassionava molto, così da allora ho fatto parecchi di questi interventi e mi sono ritagliato la mia nicchia. Un altro mio interesse riguarda la mia riscoperta dell’alta qualità dell’artigianato siciliano, ciò mi ha spinto a rendermi conto di un problema serio: quello della trasmissione dei saperi nel ricambio generazionale, per cui mi sono preoccupato di creare una scuola di formazione professionale, puntando sull’eccellenza. Uno dei settori a cui mi sono dedicato è stato l’artigianato orafo/ argentiere, che in 20 anni ha formato tantissimi artigiani orafi ed argentieri. Palermo è stata la capitale dell’argenteria mondiale, anche se oggi il settore è molto in crisi fino agli anni ‘90 si lavoravano tonnellate di argento. Malgrado l’insorgere dei diversi problemi legati alla crisi economica, la scuola ha continuato a formare ragazzi, che comunque sono andati a lavorare fuori, fino a quando a causa dei mancati finanziamenti dalla regione, siamo stati costretti a chiudere perché non si riusciva a fare cose di qualità e oggi al suo posto abbiamo creato una struttura in cui stiamo cercando di formare artigiani mosaicisti e esperti nel settore del ricamo come i lavoratori di tombolo.

Lei si scontrerà con Leoluca Orlando definito il Sindaco storico di Palermo, come sta affrontando questa campagna elettorale.

Io non ho mai militato in nessun partito prima di adesso. Per me è tutto nuovo. A tratti me ne rammarico, perchè bisognerebbe che persone che hanno ideali si impegnassero in politica, invece nella nostra società sembra che essa vada lasciata in mano ai cosiddetti “professionisti della politica”, garantendo delle alleanze che consentano di stare a galla piuttosto che guardare alla sostanza di un progetto per il miglioramento della qualità di vita dei cittadini. Il movimento di cui faccio parte ha come leader Massimo Costa, un professore di economia aziendale, che non solamente fa discorsi storici e politici, ma fa dei conti oggettivi che dimostrano come la Sicilia subisce ogni anno un saccheggio tra i 7 e i 10 miliardi di euro. Ma si è talmente portata avanti l’dea di una Sicilia improduttiva, attraverso il sistema dei media e del governo dell’opinione pubblica, che anche noi siciliani stessi ci siamo convinti di essere mantenuti. La Lega asserisce da quando nacque che noi dipendiamo da loro e che se ci fossimo separati avrebbero guadagnato un sacco di soldi. Invece è esattamente il contrario. Non che abbiamo grandi realtà industriali come al nord, ma qui la produzione c’è. L’idea di candidarmi è stata molto sofferta, dopo delle consultazioni interne per dare una svolta alla nostra terra, abbiamo deciso di presentarci alle elezioni, prima qui a Palermo con le amministrative anche perchè noi la consideriamo la Capitale di questa regione e non soltanto un capoluogo. Palermo è stata una capitale del Mediterraneo e riteniamo possa ritornare ad esserlo se ci si lavora bene. Poi parteciperemo il 5 novembre alle consultazioni Regionali e poi penseremo anche alle Nazionali, per cui facendo enormi sacrifici stiamo provando ad entrare in lizza. Mi sento sproporzionato rispetto alle forze in campo. Gli altri candidati hanno una struttura incredibile, cioè quella dei partiti tradizionali, dispongono di risorse economiche, per noi invece lo stesso fatto di mettere dei manifesti per le strade è un sacrificio notevole. Purtroppo non abbiamo trovato ancora nessuno che ci dia una mano, perché probabilmente non capiscono che sostenerci sarebbe un vantaggio anche per loro. Io ho dato la mia risposta definitiva il 5 gennaio, guardando il panorama palermitano in uno stato di caos, ho riflettuto che noi potremmo arrivare a fare un risultato non indifferente, perchè comunque molti non mi identificano più nella categoria del candidato folcloristico ma in quella di candidato serio, tant’è che molti dicono di me di essere l’unico che ama Palermo, l’unico che sta attento ai contenuti, l’unico che non attacca gli avversari, quindi potrebbe anche darsi che superiamo lo sbarramento del 5% e facciamo anche molto di più. Come motto della mia campagna ho scelto “Palermo sia fiera di Palermo” perché ritengo che gli altri per un proprio interesse abbiano fatto dimenticare ai palermitani la propria storia. E’ molto faticoso, ma sono contento di come sta andando la mia campagna elettorale i risultati li vedremo alle urne e se la volontà della gente che abbiamo incontrato si manifesterà li, potrebbe capitare di tutto.


Quali sono i punti principali del suo programma elettorale ed i progetti che intende realizzare per migliorare i servizi della città di Palermo? Come intende realizzarli?

Come primo punto del nostro programma si è pensato di creare un Assessorato alle Politiche familiari, perché riteniamo che le Politiche sociali e la sussidiarietà siano diverse da quelle prettamente familiari. Noi riteniamo che bisognerebbe creare un circolo virtuoso dove le famiglie con figli e magari con i nonni che abitano nello stesso nucleo abitativo fungano da catena che aiuta la società. Oggi la società si sta sfaldando proprio perché le unità familiari sono abbandonate, sempre più gente arriva allo squilibrio per le rotture familiari, storie di solitudini in cui sfocia l’abbandono da parte dei parenti più prossimi. Noi ipotizziamo di intervenire sulle tasse, in modo tale che chi ha un tot numero di figli paghi proporzionatamente alla prole per l’uso di alcuni servizi per esempio. Un altro punto riguarda l’assetto urbanistico della città, partendo dal presupposto che tutta la Sicilia è stata ricostruita male nel dopoguerra e la sorte peggiore forse è toccata a Palermo. Alcuni dei nostri sono progetti pilota volti a migliorare la viabilità, come fare in modo che le strade abbiano uno sviluppo diverso che permetta un traffico adeguato, traffico che si ridurrebbe anche, prima ancora di parlare di tram o altri mezzi, nella misura in cui si vadano a realizzare dei quartieri come piccole città. Noi immaginiamo Palermo come una città di città autosufficienti. Risolvendo anche i problemi delle periferie. La mancanza dei servizi ed il fatto che alcune zone periferiche siano diventate dei veri ghetti fa si che ci sia la mobilità da parte degli abitanti verso il centro città. Allora se tu cittadino abiti in un quartiere dove c’è la scuola, gli uffici, il teatro, le strutture sportive il cinema e tutto quanto ti occorre, in centro ci vai perché ci vuoi andare, ma non perché ne sei costretto e questo significa che tu l’automobile la usi di meno e quindi meno traffico; a ciò aggiungiamo dei mezzi pubblici adeguati, attualmente Palermo ha circa 200 autobus in giro mentre occorrerebbero 600, e possiamo dire di avere risolto uno dei problemi principali di questa città. Quindi è la città che va ridisegnata, che diventa più bella, che diventa coerente con il suo ruolo di capitale, considerando che tutto ciò porta spontaneamente lavoro, anche in campo artigianale. I nostri artigiani nel campo dell’edilizia sono molto bravi. Il lato economico per realizzare il progetto non lo abbiamo trascurato, intanto se per arriviamo ad amministrare a livello regionale li ci sono parecchi fondi usati male, che spettano all’edilizia popolare. Il Comune può fare molto nei quartieri, come ho già detto, che inizieranno a funzionare in vista di una compresenza di ceti, ove si può pensare di realizzare case di diverso tipo per i ceti più abbienti e meno abbienti favorendo anche l’armonia sociale, ciò non è utopia, queste cose si fanno già, in Francia si stanno realizzando alcuni di questi quartieri e i posti orribili dove regnava la violenza sono diventati dei borghi stupendi.


Qualora lei venisse eletto Sindaco di Palermo, diverrà anche  Presidente dell'area Metropolitana. Come intende operare e che  relazioni avrà con le realtà dei comuni limitrofi e le loro necessità?



Noi vogliamo intervenire su tutte le questioni che riguardano le strade, le strutture, le scuole e gli ospedali, vogliamo batterci perché non è possibile che si debbano chiudere dei presidi utili e necessari. E’ nostra intenzione di valorizzare i Comuni dell’area metropolitana così come vogliamo fare per le risorse della città di Palermo, perchè anche la provincia è molto bella e molto ricca, ma c’è tanto da fare. Secondo me andrebbe anche reimpostato il modo di fare turismo, le masse di persone che come di fatto arrivano dalle navi da crociera, dopo che hanno visto e girato per Palermo non hanno visitato ciò che di bello c’è da vedere in tutta la provincia per cui anche qua si tratta di valorizzare le nostre ricchezze e ampliare i nostri orizzonti. Quindi se io a Palermo ho un patrimonio che è l’artigianato di qualità, per accogliere questi turisti devo anche avere una produzione tale da fare si che la gente venga qua per comprare, perché sta venendo a cercare quel determinato prodotto, come accadeva quando funzionava bene l’arte degli argentieri, dietro la Chiesa di San Domenico con le piccole fabbriche, c’erano gli americani che venivano solo ed esclusivamente per andare a comprare oggetti in argento e perché volevano vedere gli artigiani all’opera. Quindi un turismo molto orientato e molto qualificato.


Chi sono le forze politiche che in questa tornata elettorale hanno scelto di sostenere la sua candidatura a Sindaco?


Io mi sono messo in gioco perché mi sento un catalizzatore di un processo e la spinta mi è stata data dal movimento Siciliani Liberi che è capillarmente presente in tutta la Sicilia. Non è un movimento folcloristico, magari è ancora presente in piccoli punti, ma già si ha la percezione che sta avvenendo qualcosa, che si sta risvegliando un orgoglio originario molto forte ma che era sopito. Qualcuno potrebbe recriminare sul fatto che nel 2017 si parli di separarsi dall’Italia, in realtà la ragione è abbastanza sensata perché noi abbiamo uno Statuto che ci difenderebbe e che attualmente stanno massacrando attribuendogli la colpa dei nostri problemi, quando in realtà non l’hanno mai applicato. Il Movimento Siciliani Liberi è nato da poco ed ha come causa la difesa della nostra terra, della nostra dignità, della nostra storia e del nostro futuro per costruire una Sicilia migliore. In questo momento io non avverto la difficoltà di essere piccoli, perché stiamo dilagando e mi appello alla coscienza di chi sta incominciando a conoscerci per darci la loro fiducia.


  LEOLUCA ORLANDO


Chi è Leoluca Orlando

Nato a Palermo nel 1947 terminati gli studi classici si laurea in Giurisprudenza, avvocato, è stato docente di diritto pubblico regionale presso L’Università di Palermo. Ha studiato e vissuto per alcuni anni ad Heidelberg, in Germania. Sposato con Maria Rosaria Lupo, ha due figlie, Leila ed Eleonora ed è nonno. Il suo primo mandato a Sindaco di Palermo risale al 1985, questo periodo della sua amministrazione, viene da molti ricordato come la "primavera di Palermo", per le attività di recupero dell'immagine della città in Italia e nel mondo, dopo la lunga sequela di omicidi e crimini a matrice mafiosa culminati con le stragi del  1992.  Lascia la DC nel 1991 favorendo la nascita de La Rete-Movimento per la Democrazia. Nel luglio 1991 viene eletto deputato regionale, per "La Rete", nelle successive elezioni politiche dell'aprile 1992 venne eletto deputato alla Camera dei deputati, nei collegi di Palermo  e di Roma. Ricopre nuovamente il ruolo di primo cittadino, stavolta per due volte consecutive, nell’arco di tempo che va dal 1993 al 2000.Dal 1994 al 1999 è deputato al Parlamento europeo, dove è membro supplente della Commissione per la sicurezza .Nel dicembre 2000 per concorrere, come candidato alla presidenza della Regione Siciliana si dimette dalla carica di Sindaco di Palermo, ma, alle elezioni regionali del giugno 2001, viene sconfitto da Salvatore Cuffaro. Il 23 marzo 2012 annuncia la sua ricandidatura a di sindaco di Palermo, ed il 21 maggio 2012 viene rieletto, per la quarta volta e con il 72,43% delle preferenze, sindaco di Palermo.Con l'approvazione delle nuove norme regionali sulle città metropolitane, in quanto sindaco del comune capoluogo assume anche la carica di sindaco metropolitano di Palermo.




 Il programma elettorale di Leoluca Orlando per il governo della città è riassunto 

in un "giornale" di 12 pagine nel quale diversi temi sono trattati con un rimando continuo fra passato, presente e futuro. Il filo che unisce il ragionamento di Orlando è riassunto nel suo "corsivo" di copertina, intitolato "Dove eravamo? Dove vogliamo andare", accompagnato da quattro temi di punta del programma: Il mare e la costa (simboleggiate dalla Costa sud), le periferie (simboleggiate dal campetto di calcio realizzato allo ZEN), le pedonalizzazioni e la legalità (simboleggiati dalla "liberazione" di Piazza San Domenico) e la città vivibile e sostenibile (simboleggiata dal Parco della Favorita).
In particolare su quest'ultimo tema, Orlando afferma che "la Favorita non è solo un’area verde, ma anche un luogo che restituisce la possibilità di stare insieme, godendo di attività sportive, culturali e sociali. La Favorita non è solo un parco, ma anche è simbolo di come si possa costruire splendidi progetti quanto il Comune è vicino alle associazioni, ai cittadini e alle altre istituzioni. Nel 2012, il Parco era abbandonato e le sue strutture sportive anche sequestrate. Oggi è un luogo di festa, sport e socialità per tutti e di tutti". Rispetto al futuro, che lascia presagire la volontà di una sempre maggiore fruibilità da parte dei cittadini in collaborazione con le associazioni, la proposta di Orlando è quella di creare "un Ufficio di coordinamento guidato da un Sovrintendente, affiancato dai cittadini e associazioni per seguire la programmazione delle attività di fruizione e le collaborazioni necessarie, perché l'uso civico del Parco sia sempre più stabile e costante". Nel programma, altri due espliciti riferimenti al tema delle aree verdi.

 NUOVI PARCHI GIOCO E AREE VERDI IN CITTA'. Nel 2012, in tutta la città c’erano tre parchi gioco, vecchi e vandalizzati. Con fondi comunali, in questi anni è stato preparato un piano per realizzare numerose aree gioco in tutti i quartieri. Alcune sono anche attrezzate con giochi fruibili da bambini con disabilità. In particolare sono 26 le aree già installate con giochi e arredo: in via Padre Kolbe, a Romagnolo, in piazza Acquasanta, all’Arenella, a Vergine Maria, a piazza Beccadelli a Sferracavallo, a Tommaso Natale, villa Niscemi, ai Danisinni presso Sant’Agnese, in via Mulè, via Diaz, nel piazzale pedonale presso casa Padre Puglisi, villa Trabia, villa Sperlinga, case Rocca, viale Praga, via Tricoli, via Di Salvo, Zisa, via Pitrè, Bonagia, Indipendenza, ZEN, Uditore, Roccella. Accanto alle aree attrezzate per i più piccoli, molte altre zone verdi sono state recuperate ed attrezzate oppure hanno i lavori in corso: via Trabucco, via Verdinois, piazza P.pe di Camporeale, Largo Gibilmanna, piazza Lolli, senza dimenticare il supporto dato alla creazione del “Parco della salute” al Foro Italico.

IL VERDE RISCOPERTO. Uno straordinario patrimonio di aree verdi per troppi anni è stato abbandonato. La rinascita della Favorita è il punto di arrivo di un percorso avviato nel 2012, partendo da una situazione di incuria totale, e sviluppato con un’azione complessiva di manutenzione e valorizzazione che ha coinvolto associazioni, privati ed istituzioni. Un percorso certamente non ancora concluso soprattutto perché dobbiamo garantire che al più presto riapra il Parco Cassarà e sia aperto un nuovo Parco a Villa Turrisi. Per la Favorita sarà istituita la figura del Sovrintendente, affiancato da cittadini e associazioni per seguire la programmazione. Il modello collaborativo fra privati e Comune si è esplicitato anche al Parco Uditore, dove abbiamo supportato il comitato di cittadini che con entusiasmo lo ha restituito alla fruizione pubblica. Un modello che speriamo di replicare presto a Villa Turrisi dove vogliamo liberare un’area occupata dai privati e creare un nuovo parco. Un importante intervento ha riguardato Villa Giulia e Giardino Inglese con i rispettivi patrimoni arboreo e monumentale che erano in condizioni di abbandono. Le statue della Villa e le fontane del Giardino stanno tornando al loro splendore in un piano di riqualificazione complessiva. L’Orto Botanico e Villa Malfitano sono due veri gioielli della città. Anche se non sono del Comune, siamo intervenuti quando necessario per la manutenzione del verde, rendendoli più fruibili da parte dei cittadini. Palermo ha tre riserve naturali, anche se spesso lo dimentichiamo. Oltre a Monte Pellegrino, Palermo ospita infatti quella di Capo Gallo e quella dell’Area marina protetta. L’Amministrazione si è fatta promotrice di incontri e tavoli tecnici fra tutti gli enti interessati, per individuare forme di conoscenza, valorizzazione e fruizione. A giorni firmeremo un protocollo perché il faro di Capo Gallo diventi un Museo del Mare. 

Monte Pellegrino ha subìto danni gravissimi dagli incendi. Il Comune ha supportato l’ente gestore della riserva, per mettere in sicurezza e ripristinare l’accessibilità. Abbiamo avviato un piano di piantumazione di nuovi alberi e abbiamo fatto investimenti per decine di milioni per la messa in sicurezza dei costoni rocciosi. Nel PRG è previsto di realizzare un impianto di risalita a basso impatto su un percorso pre-esistente, per ridurre l’accesso veicolare in linea con la vocazione naturale dell’area. In questi anni abbiamo lavorato in silenzio per la riapertura del Parco Cassarà. Avevamo fatto un piano per farne un “Bosco urbano” con 10.000 nuovi alberi, ma tutto è stato bloccato dalla scoperta di inquinanti in superficie e nel sottosuolo. Abbiamo lavorato per trovare le risorse per la bonifica e da poco è terminata la rimozione dell’amianto in superficie. Ora si procederà a nuove indagini sul sottosuolo per verificare se almeno una parte del parco possa essere aperta al pubblico".


NADIA SPALLITTA


domande

1) Chi è Nadia Spallitta?

2) Come sta vivendo questa campagna elettorale,  che la vede impegnata come unica donna in corsa per la poltrona di primo cittadino della città di Palermo oltre che a scontrarsi con il Leoluca Orlando definito il Sindaco " storico" di Palermo?

3) Quali sono i punti principali del suo programma elettorale ed i progetti che intende realizzare per migliorare i servizi della città di Palermo? Come intende realizzarli?

4) Qualora lei venisse eletta Sindaco di Palermo, diverrà anche  Presidente dell'area Metropolitana. Come intende operare e che  relazioni avrà con le realtà dei comuni limitrofi e le loro necessità?

  1. Chi sono le forze politiche che in questa tornata elettorale hanno scelto di sostenere la sua candidatura a Sindaco?

Risposte

1) Sono un avvocato cassazionista. Sono nata ad Agrigento dove ho conseguito il diploma di maturità classica con il voto di 60/60 e mi sono laureata in Giurisprudenza presso l’Università di Palermo con 110/110  e la lode, discutendo una  tesi in Diritto Processuale Penale. Sono consigliere comunale da due consiliature e durante quella che si sta per concludere ho ricoperto il ruolo di vicepresidente vicario del Consiglio comunale. Durante la precedente consiliatura sono stata presidente della commissione consiliare Urbanistica. Nel corso della mia attività politica mi sono battuta per l’istituzione del Parco Uditore e di Parco Villa Turrisi. Mi sono sempre schierata per la tutela dell’ambiente, contro la cementificazione indiscriminata e all’utilizzo disinvolto e delle varianti urbanistiche.

2) Certamente è una campagna elettorale dura e competitiva, durante la quale ho dovuto confrontarmi con un atteggiamento a volte apertamente discriminatorio. Diverse volte non sono stata invitata ai confronti con gli altri candidati alla carica di sindaco, altre volte ho dovuto confrontarmi con una stampa che sembra aver deciso di dare spazio soltanto ad alcuni competitors e non ad altri, giudicati, non si capisce in base a quali criteri, non meritevoli di spazio sulle pagine dei giornali. Con i Verdi stiamo portando avanti un progetto ispirato al rilancio dell’economia cittadina attraverso la green economy, così da frenare la fuga di tanti giovani che oggi lasciano la nostra città in cerca di un futuro migliore altrove. Pur riconoscendo il valore del sindaco uscente, devo constatare che la sua azione politica non portato miglioramenti sostanziali a Palermo, e anzi non sono state create le condizioni per il rilancio dell’economia e la crescita dell’occupazione. Il Comune non è riuscito a svolgere quella funzione di facilitatore dei rapporti tra imprese e giovani che gli era stato chiesto di assumere. Per questo ritengo che occorra un cambiamento di rotta, un cambiamento di genere di politica.

3) Il primo provvedimento all’ordine del giorno della mia agenda politica è la riorganizzazione della macchina comunale secondo i principi di trasparenza, meritocrazia e partecipazione. Un intento che non può che passare per la semplificazione dei procedimenti amministrativi nei settori nevralgici dell’amministrazione: penso al Suap, lo Sportello unico delle attività produttive, la cui riorganizzazione ritengo essere necessaria per il rilancio dell’economia cittadina. Credo, inoltre, come dicevo, che l’amministrazione debba farsi carico di assumere il ruolo di facilitatore tra imprese e giovani e fornire le opportunità di creare nuove occasioni di lavoro, per questo ho previsto nel mio programma l’istituzione dell’assessorato ai Beni comuni. Negli ultimi cinque anni, circa 40mila giovani hanno abbandonato Palermo, per questo è necessario potergli garantire la possibilità di usufruire di spazi in cui crescere professionalmente, avviare start up e lavorare. L’amministrazione dispone di un patrimonio immobiliare straordinario, fatto anche di beni confiscati alla mafia, che spesso restano inutilizzati e lasciati in stato di abbandono, un’occasione che non può essere sprecata. Infine, credo che non si possa prescindere dall’utilizzo dei fondi europei per il rilancio economico della città. Credo che l’amministrazione debba dotarsi di un Ufficio Europa, che già in passato è stato previsto ma che non ha mai funzionato veramente. Esistono molte occasioni di accesso ai fondi europei che non possono essere trascurate: penso ai fondi Horizon, per esempio.

4) Proprio il fatto che Palermo sia una Città Metropolitana può essere un trampolino di lancio per l’accesso a fondi europei destinati a questo tipo di enti. Servirà certamente un confronto con la periferia e con gli altri comuni per determinare le politiche più adatte e meglio spendibili per il territorio, al fine di determinare una crescita coerente e, insieme, rispettosa delle diverse realtà che compongono l’area metropolitana. Si dovrà partire certamente dai collegamenti, prevedendo una mobilità dolce e non invasiva. Se l’ipotesi di tram in via Libertà, ad esempio, non mi trova d’accordo, si potrebbe prevedere l’utilizzo dello stesso mezzo per mettere in contatto i diversi comuni dell’area metropolitana. 

5) Sono sostenuta dai Verdi. Il nostro progetto politico è ispirato alla tutela dell’ambiente, alla promozione della Green Economy per creare nuove forme di impresa che consentano il rilancio dell’occupazione, in particolare di quella giovanile, e che consentano lo sviluppo di un’economia ecosostenibile.


 

 di A cura di Giuseppina Tesauro

Ultimi articoli

« Articoli precedenti