Disuguaglianze, le fortune dei super ricchi spinte dalle nuove povertà
Scenari inquietanti nel rapporto Oxfam

L'analisi | 20 gennaio 2024
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“Nel mondo uno scenario sempre più inquietante si sta facendo strada: da una parte, miliardi di persone sono costrette a sopportare il peso di epidemie, inflazione, guerre e, dall’altra, un ristretto gruppo di individui dalle enormi ricchezze sta moltiplicando le proprie fortune a ritmi intensi”.
Puntuale ogni anno, nella seconda metà di gennaio, nel Centro Conferenze della cittadina svizzera di Davos si svolge il “World Economic Forum” organizzato dalla omonima Fondazione sorta nel 1971 ad opera dell’economista tedesco Klaus Schwab. Le cinque giornate del forum fanno incontrare esponenti di primo piano della politica e dell’economia internazionale con intellettuali e giornalisti selezionati per discutere delle questioni più urgenti che il mondo si trova ad affrontare.

La formula prevede che in occasione del forum i vertici delle imprese associate alla Fondazione incontrino una ristretta platea di leader politici e di organizzazioni non governative, esponenti della comunità scientifica, leader religiosi, opinion makers. Insomma si analizzano temi chiave del dibattito mondiale (economia, problemi ambientali, geopolitica, politica internazionale, conflitti, povertà, salute). 

A Davos – cittadina di 11.000 abitanti nel Cantone dei Grigioni – l’incontro è a inviti e si tiene a porte chiuse sebbene venga diffusa la registrazione di specifici eventi come la sessione plenaria. Di solito sono oltre duecento le sessioni e gli eventi in programma. 


Rapporto Oxfam: i ricchi più ricchi 


Altrettanto puntuale ogni anno, in occasione dell’apertura del “World Economic Forum” a Davos, Oxfam pubblica il suo rapporto annuale sulla povertà e le disuguaglianze nel pianeta. Oxfam è un confederazione internazionale di organizzazioni no profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale attraverso aiuti umanitari e progetti di sviluppo. Fondata nel 1942 a Oxford, in Gran Bretagna, attualmente ha sede centrale a Nairobi, in Kenya e ramificazioni in numerosi altri paesi (nel nostro, ad esempio, opera Oxfam Italia). Oxfam è acronimo di “Oxford Committee for Famine Relief”. Titolo del rapporto 2024: “Inequality Inc. How Corporate power divides our world and the need for a new era of public action”. Dal report emerge uno scenario drammatico che la stessa Oxfam sintetizza nelle parole con le quali abbiamo aperto queste riflessioni.
In pillole (da “Oxfam: 5 più ricchi raddoppiano le fortune”, Rai News-Servizi Televideo, 15 gennaio 2024): “Dal 2020 i cinque uomini più ricchi del mondo (Elon Musk, Bernard Annault, Jeff Besoz, Lorry Ellison e Warren Buffet) hanno più che raddoppiato le proprie fortune, da 405 a 869 miliardi di dollari, a un ritmo di 14 milioni di dollari all’ora mentre non cresce la ricchezza di 5 miliardi di persone più povere. L’1 per cento più ricco del mondo ha il 59 per cento di tutti i titoli finanziari: 7 delle 10 società più grandi del mondo hanno un amministratore delegato miliardario. Queste corporation hanno un valore di più di 10.200 miliardi di dollari, superiore al Pil di Africa e America Latina”.
Siamo in presenza di sproporzioni che indignano e inquietano. Approfondiamo questi dati.
Scrive il quotidiano economico-finanziario “Il Sole 24 Ore”: “Un trilionario è un uomo ricco che ha un patrimonio di 1.000 miliardi. Mille miliardi è un numero a 12 zeri che fa impressione. La previsione – di avere un trilionario sulla terra in dieci anni – è contenuta nel rapporto di Oxfam.
Dal 2020, i cinque uomini più ricchi del mondo hanno raddoppiato le loro fortune. Nello stesso periodo, quasi cinque miliardi di persone nel mondo sono diventate più povere. Le difficoltà e la fame sono una realtà quotidiana per molte persone in tutto il mondo. Ai ritmi attuali, ci vorranno 230 anni per porre fine alla povertà.
Le fortune dei cinque uomini più ricchi – il Ceo di Tesla Elon Musk, Bernard Arnault e la sua famiglia dell’azienda del lusso Lvmh, il fondatore di Amazon Jeff Besoz, il fondatore di Oracle Larry Ellison e il guru degli investimenti Warren Buffet – sono aumentate del 114 per cento in termini reali da allora, 2020, quando il mondo era scosso dalla pandemia. Oxfam chiede “una nuova era di azione pubblica” per ridurre il divario tra la gente comune e gli ultra-ricchi, comprese misure come lo smantellamento dei monopoli, la riforma fiscale e il rafforzamento del settore pubblico contro il potere delle multinazionali.
Attualmente Musk è l’uomo più ricco del pianeta, con un patrimonio personale di poco inferiore ai 250 miliardi di dollari, secondo Oxfam, che ha utilizzato i dati di Forbes. 


 La crescita allarmante delle élite economiche


Inoltre, Oxfam ha affermato che l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022, che ha fatto lievitare i costi energetici e alimentari, ha colpito in modo sproporzionato le nazioni più povere”. (“Tra dieci anni potremmo avere il primo trimilionario”, Il Sole 24 Ore, 16 gennaio 2024)
Commenta “Nigrizia”, dal 1883 mensile dei missionari comboniani che da 140 anni di temi come le disuguaglianze e le povertà se ne intende: “Il rapporto, dal titolo Inequality Inc., fa luce sull’allarmante tasso di accumulo di ricchezza da parte delle maggiori élite economiche, che ammonta a 14 milioni di dollari l’ora, mentre quasi cinque miliardi di persone in tutto il mondo si ritrovano a sprofondare sempre più nella povertà. 

Mentre i super ricchi si riuniscono a Davos per l’annuale World Economic Forum, il rapporto di Oxfam dipinge un quadro desolante per le prospettive economiche globali, sottolineando che l’eliminazione della povertà rimane un obiettivo lontano centinaia di anni”. (“Lievitano le fortune dei super ricchi, mentre il mondo sprofonda nelle povertà”, Nigrizia, 16 gennaio 2024)
La situazione viene denunciata con chiarezza dal direttore esecutivo ad interim di Oxfam International, l’indiano Amitabh Behar, che scrive: “Stiamo assistendo all’inizio di un decennio di divisione, con miliardi di persone che si fanno carico delle onde d’urto economiche provocate da pandemia, inflazione e guerra, mentre le fortune dei miliardari crescono”. 

 “Questa disuguaglianza – prosegue Behar – non è un caso. La classe dei miliardari sta assicurando che le aziende forniscano più ricchezza a loro vantaggio, a scapito di tutti gli altri”. Behar aggiunge che “il potere societario e monopolistico è una macchina che genera disuguaglianza: spremendo i lavoratori, eludendo le tasse, privatizzando lo stato e stimolando il collasso climatico, le aziende stanno incanalando ricchezza infinita verso i loro proprietari ultra-ricchi”. 

“Secondo Oxfam – prosegue l’attenta lettura che del report 2024 fa “Nigrizia” – negli ultimi tre anni si è assistito a un’impennata senza precedenti della ricchezza estrema, con i miliardari che ora sono 3,3 trilioni di dollari più ricchi rispetto al 2020, crescendo così tre volte più velocemente del tasso di inflazione.
Nonostante rappresentino solo il 21% della popolazione mondiale, i paesi ricchi del Nord del mondo si appropriano del 69% della ricchezza globale e ospitano il 74% della ricchezza miliardaria mondiale.
Oxfam conclude il rapporto esortando i governi a intervenire e ad affrontare il crescente divario di ricchezza.
L’organizzazione sostiene la rivitalizzazione dello Stato, il contenimento del potere aziendale e la reinvenzione del business per garantire una più equa distribuzione della ricchezza. 

Il rapporto propone misure come l’assistenza sanitaria e l’istruzione universali, la rottura dei monopoli, la legislazione sui salari dignitosi, la limitazione delle retribuzioni degli amministratori delegati e l’attuazione di nuove tasse sui super-ricchi e sulle società.
Si stima che “un’imposta sul patrimonio di milionari e miliardari potrebbe generare 1,8 trilioni di dollari all’anno”. 


 In Italia poveri più poveri 


 E in Italia come vanno le cose? “Il 20 per cento più ricco degli italiani detiene il 68,9 per cento della ricchezza. È quanto emerge dal rapporto sulle disuguaglianze di Oxfam. Il 60 per cento più povero della popolazione possiede soltanto il 13,5 per cento della ricchezza. L’1 per cento più ricco possiede una ricchezza 84 volte superiore al 20 per cento più povero. Dall’inizio della pandemia il numero dei miliardari è aumentato, passando da 36 a 63, mentre il volume dei loro patrimoni (217 miliardi) è aumentato del 46 per cento. Dimezzata la ricchezza del 20 per cento più povero: scende dallo 0,51 per cento allo 0,27”. (“Oxfam, Italia: 20% detiene il 70% della ricchezza”, Rai News-Servizi Televideo, 15 gennaio 2024)
Come abbiamo fatto sopra su scala mondiale entriamo ora più approfonditamente nel quadro statistico italiano. 

“Il quadro distribuzionale tra il 2021 e il 2022 mostra quasi un dimezzamento della quota di ricchezza detenuta dal 20% più povero (passata dallo 0,51% allo 0,27%), a fronte di una sostanziale stabilità della quota del 10% più ricco degli italiani. Se a fine 2021 la ricchezza del top-10% era 6,3 volte superiore a quella detenuta dalla metà più povera della popolazione, il rapporto supera il valore 6,7 nel 2022. 

Ancor più al vertice della piramide distributiva, le consistenze patrimoniali nette dell’1% più ricco (titolare, a fine 2022, del 23,1% della ricchezza nazionale) erano oltre 84 volte superiori alla ricchezza detenuta complessivamente dal 20% più povero della popolazione italiana. Secondo Oxfam dall’inizio della pandemia fino al mese di novembre 2023 il numero dei miliardari italiani è aumentato di 27 unità (passando da 36 a 63) e il valore dei patrimoni miliardari (pari a 217,6 miliardi di dollari a fine novembre 2023) è cresciuto in termini reali di oltre 68 miliardi di dollari (+46%)”. (“Disuguaglianze: Oxfam, in Italia si amplia il divario tra ricchi e poveri. L’1% più ricco detiene 84 volte la ricchezza del 20% più povero”, Sir-Agenzia di informazione, 15 gennaio 2024) 

Ma non è aumentato solo il numero dei miliardari. “Nel corso del 2023 è cresciuto sensibilmente anche il numero dei multimilionari italiani: l’insieme dei titolari di patrimoni finanziari superiori a 5 milioni di dollari ha visto 11.830 nuovi ingressi su base annua. Il valore complessivo dei loro asset è lievitato nel corso dell’anno passato di 178 miliardi di dollari in termini reali.
La disuguaglianza nella distribuzione dei redditi netti equivalenti in Italia è rimasta pressoché stabile nel 2021 (ultimo anno per cui le stime distribuzionali sono accertate) rispetto al 2020, grazie a un ruolo incisivo dei trasferimenti pubblici emergenziali e del reddito di cittadinanza. Il profilo poco egalitario della distribuzione dei redditi colloca il nostro Paese in ventunesima posizione sui 27 Paesi membri dell’Ue”.
La stoccata di Oxfam è impietosa: ““La riduzione delle disuguaglianze rappresenta un tema cui nessun governo, al netto della retorica, ha finora attribuito centralità d’azione – sottolinea il report di Oxfam -. Il Governo Meloni non fa eccezione e il suo primo anno è stato caratterizzato da politiche del lavoro incapaci di ridimensionare il fenomeno della povertà lavorativa, da una riforma fiscale che riduce l’equità e l’efficienza del sistema impositivo italiano e dall’abbandono dell’approccio universalistico alla lotta alla povertà”. Oxfam chiede al governo di “ripensare profondamente le misure per l’inclusione sociale e lavorativa introdotte nel 2023, riabbracciando l’approccio universalistico che garantisce a chiunque si trovi in difficoltà la possibilità di accedere a uno schema di reddito minimo fruibile fino a quando la condizione di bisogno persiste”. (“Disuguaglianze: Oxfam, in Italia si amplia il divario tra ricchi e poveri. L’1% più ricco detiene 84 volte la ricchezza del 20% più povero”, SIR-Agenzia di informazione, 15 gennaio 2024) 


Una “patrimoniale” per i paperoni 


 La parola “patrimoniale” in Italia – paese dove si calcola che negli ultimi dieci anni le tasse evase abbiano raggiunto l’astronomica somma di 932,3 miliardi di euro – è diventata un termine a metà strada tra lo scandaloso e il reietto. Scandalizza gran parte delle élite politiche ed economico-finanziarie e dell’opinione pubblica. Tutte le giustificazioni, le motivazioni, le scusanti, le arrampicate sugli specchi sono buone per escludere l’introduzione d’una seria “patrimoniale” sui redditi elevati. In realtà non si pone neppure un problema interpretativo in quanto l’articolo 53 della Costituzione è di limpida chiarezza in materia: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”. Principio della “progressività” sancito dalla Costituzione alla mano, la “patrimoniale” deve essere chiamata a riequilibrare la fallimentare fiscalità nazionale. Degna non d’uno stato che possa definirsi tale ma di una repubblica delle banane che agogna nientemeno la “tassa piatta” (flat tax) uguale per tutti, per i miliardari come per i morti di fame. A nostro modestissimo avviso i cosiddetti paperoni dovrebbero consegnare alle finanze statali almeno la metà dei loro patrimoni. Senza se e senza ma. La misura appare troppo giacobina? Può darsi. Ma, realisticamente, non sono accettabili, anzi sono immorali e scandalosi – quelli sì! - i dati che ogni anno (e nel 2024 ancora di più) emergono da report come quello di Oxfam. Con un approccio meno estremistico ma d’una franchezza inequivocabile il rapporto 2024 Oxfam chiede al governo italiano “in materia fiscale di prevedere, tra l’altro, l’introduzione di un’imposta progressiva sui grandi patrimoni. In Italia, a titolo esemplificativo, l’imposta potrebbe essere rivolta al solo 0,1% più ricco della popolazione con un patrimonio netto individuale sopra i 5,4 milioni di euro. Con un potenziale gettito stimato tra 13,2 e 15,7 miliardi di euro all’anno.
Tra le misure per contrastare il lavoro povero Oxfam caldeggia, tra l’altro, l’introduzione di un salario minimo legale indicizzato all’inflazione, “introdurre forti limitazioni all’esternalizzazione del lavoro e prevedere una drastica riduzione delle forme contrattuali a tempo determinato, ricorrendo a poche e stringenti causali”. (“Disuguaglianze: Oxfam, in Italia si amplia il divario tra ricchi e poveri. L’1% più ricco detiene 84 volte la ricchezza del 20% più povero”, SIR-Agenzia di informazione, 15 gennaio 2024)
Oxfam, in altre parole, suggerisce l’introduzione in Italia d’una imposta progressiva sui patrimoni netti individuali sopra i 5 milioni di dollari. Non occorrono diagrammi, ascisse e ordinate, equazioni, intelligenza artificiale e Nobel per l’Economia per invocare provvedimenti del genere. Bastano solo sei ingredienti: dati di fatto, realismo, buon senso, equità, giustizia, indignazione.

 di Pino Scorciapino

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