Da Trapani ad Agrigento, i pericolosi ritardi della Sicilia sulla spesa dei fondi Pnrr

Economia | 8 novembre 2022
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Openpolis monitora lo stato di avanzamento del PNRR sia sul versante dei 21 interventi normativi indispensabili per ottenere dall'Unione Europea l'afflusso regolare delle risorse, che su quello della percentuale di spesa realizzata nelle singole misure previste dal Piano. E' nota la preoccupazione per i ritardi conseguenti al rinvio di alcuni dei target previsti per il 4°trimestre del 2022, per esempio il decreto sul processo penale e la legge annuale sulla concorrenza. Altrettanto noto è il fatto che l'Italia rischia di riuscire a spendere appena poco più della metà delle risorse che dovevano essere utilizzate nel 2022. Per quanto riguarda la salvaguardia delle risorse destinate al Sud permane purtroppo un ampio margine di rischio: su 86,4 miliardi di euro “territorializzabili”, cioè teoricamente destinati al Sud, solo 38,9 andranno con certezza alle regioni meridionali, mentre 47,5 sono destinati a fare i conti con vari potenziali inciampi.
La seconda relazione del Dipartimento per la Coesione (Presidenza del Consiglio ) che fornisce i dati al 30 giugno 2022, rileva che: “visto che sono già identificabili a rischio “medio alto” e “alto” di tenuta circa 15,0 miliardi di euro già considerati come destinati al Mezzogiorno, massima attenzione dovrà essere prestata alle misure ancora da attivare (37,2 miliardi di euro) e alle risorse derivanti da economie o residui non impegnati. In entrambi i casi occorrerebbe garantire l’introduzione di adeguate misure di salvaguardia della quota Mezzogiorno in modo da compensare eventuali esiti inferiori alle attese delle misure già attivate. Il conseguimento di risultati in linea con il dettato normativo implica, inoltre, da un lato, un attento e costante monitoraggio dell’evoluzione della quota Mezzogiorno delle misure già attivate; dall’altro la previsione di misure di accompagnamento e stimolo della progettualità a sostegno dei potenziali beneficiari”. Necessità perciò vigilanza e capacità amministrativa per non perdere progetti e risorse, specie di fronte alle nuove difficoltà del contesto politico. Ed alla pressione dell'emergenza, a partire dalla crisi delle bollette energetiche.
Anche per questo ci pare utile il semplice esercizio di verifica dello stato di avanzamento del PNRR in Sicilia, nel momento in cui, dopo l'insediamento (in inusuale ritardo) della Nuova Assemblea regionale e la prossima nomina della Giunta di governo, sussisteranno tutte le condizioni per una forte accelerazione dell'attività al livello regionale e dei comuni. Secondo le tabelle di Openpolis (consultate il 7/11/2022 alle ore 16,30) nell'isola la spesa effettiva per investimenti è al 12,79% a fronte di un avanzamento previsto al IV trimestre 2022 del 18,95%. In neanche due mesi bisognerà perciò recuperare il 6,16% per realizzare i target previsti per il 2022. Nell'isola fino al 2026 sono previsti investimenti per 22,5 miliardi di euro (18,88 mld di PNRR e 3,95 di fondo complementare), così suddivisi: 17,83 miliardi per infrastrutture, 2,03 miliardi per transizione ecologica, 1,46 mld per cultura e turismo, 1,18 mld per impresa e lavoro, 22 milioni per inclusione sociale. Si tratta di un totale di 32 misure, tra cui non sono previste riforme.
E' noto il caso della bocciatura di tutti i 31 progetti presentati dalla regione Sicilia per la gestione delle risorse idriche. Anche altre regioni hanno subito bocciature, ma solo parziali: tra i 90 progetti non approvati ce ne sono, oltre al caso eclatante di quelli della nostra regione, 16 presentate dai consorzi di bonifica calabresi, 9 da quelli toscani, 7 del Trentino Alto Adige. Una regione che non brilla in genere per efficienza, la Calabria ha avuto approvati progetti per 260 milioni di euro, seguita da Emilia Romagna (198 milioni), Veneto (197,8) e Lombardia (197,6). E' nota peraltro la condizione di inefficienza del consorzi di bonifica isolani, alla quale il governo allora in carica non ha saputo rimediare, con la conseguenza del dirottamento verso altri territori di risorse che sarebbero toccate alla Sicilia. Notizie migliori per le infrastrutture: lo scorso 20 ottobre, dopo la tratta Dittaino - Catenanuova del valore di 588 milioni, è stato aggiudicato l'appalto riguardante la tratta Nuova stazione di Enna- Dittaino della Palermo-Catania per un valore di 616 milioni di euro, per un totale di 1,204 miliardi di euro su 1,44 miliardi di disponibilità.
Di qualche interesse risultano anche i sondaggi delle situazioni attinenti i territori non metropolitani. Trapani, per esempio, risulta molto indietro: è ferma all'8,8% di percentuale di completamento rispetto al 14,22 previsto alla fine del trimestre in corso. Ha oltre 3 miliardi di investimenti previsti per infrastrutture sui due programmi di potenziamento, elettrificazione e resilienza delle ferrovie e sul miglioramento delle stazioni ferroviarie. Agrigento è titolare di un grosso intervento sulla transizione tecnologica (200 milioni di euro) per la realizzazione di “isole verdi” che farà da laboratorio per lo sviluppo di modello 100% green ed auto sufficienti nelle isole Pelagie e la cui realizzazione risulta in ritardo. Un investimento da 60,50 milioni sulla digitalizzazione, destinato a dotare le isole minori di un backhauling (cioè di un servizio di collegamento in fibra ottica che consenta di superare il gap conseguente all'isolamento) sottomarino in fibra ottica. si estende all'intero arcipelago siciliano dal momento che ne è prevista la realizzazione, oltre che a Lampedusa e Linosa, anche a Lipari, Pantelleria, Favignana ed Ustica.
Infine le aree metropolitane per le quali sono previste il maggior numero di misure: 18 a Palermo, 16 a Messina, 12 a Catania. Di particolare importanza appare la partita dei piani integrati di rigenerazione urbana come strumento per promuovere l'integrazione sociale e combattere varie forme di vulnerabilità. L'intervento, che dovrà completare la fase di avvio entro il 31 dicembre dell'anno in corso, prevede la predisposizione di programmi urbanistici finalizzati al miglioramento di ampie aree urbane degradate, alla rigenerazione, alla rivitalizzazione economica con particolare riguardo alla creazione di nuovi servizi alla persona. Il meccanismo della pianificazione urbanistica partecipata prevede che gli interventi possano avvalersi della co- progettazione con il Terzo Settore secondo le novità introdotte dall'apposito Codice. La misura ha una dotazione nazionale assai ingente (3,18 miliardi di euro) e costituirà un decisivo terreno di verifica della capacità delle amministrazioni locali di agganciare i contenuti qualificanti del PNRR.
 di Franco Garufi

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