Rubrica
La crisi della politica genera mostri europei
Nei ventotto paesi aderenti si è fortemente incrinato il rapporto tra gli elettorati e le istituzioni dell'Unione viste come lontane, ostili per la pervicace riproposizione delle politiche di austerità, non democraticamente legittimate. Segnali di nuova intesa arrivano dall’Italia e dalla Sicilia ma non si può più sbagliareFranco Garufi
Antimafia retorica e antimafia dei fatti
Sulla gestione dei beni confiscati ai clan si gioca la credibilità dello Stato e della sua volontà quotidiana di dimostrare che non solo esso è più forte di ogni potere occulto, ma anche più efficiente. La velocità di destinazione dei beni confiscati al riuso sociale è il termometro di questa volontà.Vito Lo Monaco
L’Europa rilanci gli investimenti per il lavoro
Va affrontato il dramma della disoccupazione, lasciandosi finalmente alle spalle le politiche di austerità. Per raggiungere tali obiettivi, essenziali per evitare che il continente riprecipiti in un passato fatto di contrapposizioni tra gli stati nazionali, abbiamo bisogno non di meno Europa e tanto meno di uscire dall'euro, ma di istituzioni europee più vicine ai cittadini, capaci di dare risposte alle angosce ed alle domande di senso che attraversano tutti e ciascuno i 28 paesi che compongono l'UnioneI ritardi italiani nella lotta alla mafia
Prima di iniziare a presiedere il semestre europeo, il governo recepisca le decisioni quadro del 2003 sull'esecuzione nell’Ue dei provvedimenti di blocco dei beni o di sequestro probatorio emessi da un’autorità di uno Stato membro e del 2006 sul principio del reciproco riconoscimento della confisca dei beni mafiosiSequestro, confisca e gestione dei patrimoni mafiosi, i nodi irrisolti
Con due lettere di accompagnamento dello scorso 10 aprile, indirizzate al presidente del Senato della Repubblica Pietro Grasso e alla presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno mafioso, ha inviato al Parlamento la sua prima relazione “sulle prospettive di riforma del sistema di gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata”, approvata il giorno prima dai 25 deputati e 25 che compongono la stessa Commissione Antimafia.Gemma Contin
ASud'Europa diventa cooperativa editoriale
La cooperativa, emanazione del Centro studi, sarà legata alle sue iniziative e battaglie, ispirate da sempre a uno spirito laico democratico, non partitico, ma di sinistraIl potere dei giovani contro la mafia
Quest’anno più degli altri, niente ha potuto oscurare la presenza numerosa e la forza simbolica degli alunni delle scuole elementari del quartiere e degli studenti in rappresentanza delle scuole medie superiori italiane ed estere alla manifestazione davanti alla lapide in via Li Muli per il 32°anniversario dell'uccisione di Pio La Torre e Rosario Di SalvoVito Lo Monaco
Il codice penale dei “galantuomini”
Le vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi consentono l’ipotesi che nel nostro sistema penale coesistano due distinti codici. Uno per i "galantuomini" (cioè le persone che appaiono, in base al censo o alla collocazione politico-sociale, per bene a prescindere...);- l’altro per cittadini “comuni”Gian Carlo Caselli
Pio La Torre e l’antimafia dei fatti
Il 30 aprile sono 32 anni dal giorno in cui furono assassinati il leader comunista e Rosario Di Salvo. Uccisi dalle cosche per la concretezza della loro azione antimafiosa. Pio e Rosario, come tutti i martiri, non fecero carriera con l’antimafia, hanno perso la vita per tenere fede al loro impegno sociale e politico.
Il monito europeo: spendere subito, spendere bene
Individuate le risorse che arriveranno all'Isola: 6858,9 milioni di euro ai quali vanno aggiunti il cofinanziamento nazionale che sarà di poco inferiore al 50% e quello regionale per un totale di oltre tredici miliardi di euro. Considerato che gli interventi non prenderanno concretamente avvio prima del 2015, negli otto anni seguenti la Sicilia avrà a disposizione 1, 625 miliardi di euro annui da destinare allo sviluppo. Ecco qualche consiglio per non sprecare questa ennesima occasione.Franco garufi
Verso il voto europeo con un occhio allo sviluppo
La campagna per le elezioni del 25 maggio dovrà fare i conti con il diffuso sentimento popolare che considera l'euro causa principale del malessere che percorre l'Europa e attribuisce a Bruxelles le responsabilità della condizione di crisi in cui versano molti paesi dell'Unione, in particolare quelli del Sud. Un disagio che si esprime attraverso la crescita dei populismi, dal Movimento 5 stelle in Italia al fronte nazionale di Le Pen in Francia alla preoccupate situazione ungherese. Ma c’è anche la via dello sviluppo da battere: creare uno stato di benessere diffuso allontanerà il malcontento.
Legge sul voto di scambio: un segnale doppiamente positivo
Il Parlamento aggiunge finalmente dopo oltre vent’anni al 416ter le altre utilità e la promessa come elementi sostanziali del voto di scambio. Non è poco, è un buon strumento affidato alle mani esperte degli investigatori che sapranno decriptare lo scambio tra politico e mafioso.Vito Lo Monaco