Scuole disagiate e insicure, crolli record e classi sovraffollate
Società | 28 settembre 2023
Gli edifici scolastici italiani attivi sono 40.133 e nell’anno scolastico 2022/2023 hanno accolto 7.286.151 studenti, dei quali più di 795mila (11%) non hanno la cittadinanza italiana sebbene due su tre siano nati in Italia. Sono circa 290mila gli alunni con disabilità (4%), in aumento rispetto all’anno precedente. Eppure, due scuole su tre hanno ancora delle barriere architettoniche: solo il 17% ha delle segnalazioni visive per gli studenti con sordità o ipoacusia e l’1,5% ha delle mappe a rilievo e dei percorsi tattili. Nonostante la denatalità abbia avuto un grosso impatto già nell’anno scolastico 2022/2023 facendo registrare complessivamente 121mila studenti in meno rispetto al precedente anno, soprattutto tra i 3 e i 14 anni (-105.154) permane il fenomeno delle classi sovraffollate: in media più di una su cento, ma fino a cinque classi su cento nelle scuole superiori accolgono un numero di studenti superiore a 27.
Nell’anno scolastico appena trascorso, a seguito dell’accorpamento degli istituti, sono state chiuse 115 scuole o, meglio, punti di erogazione del servizio. È la fotografia scattata da Cittadinanzattiva contenuta nel XXI Rapporto Osservatorio Civico sulla sicurezza a scuola. Gli edifici costruiti prima del 1976 sono il 47% e l’11% circa è progettato secondo la normativa antisismica e su appena il 3% sono stati effettuati degli interventi di adeguamento e di miglioramento sismici. In netto aumento il numero di edifici progettati secondo la normativa antisismica: 11%. Circa il 58% è privo del certificato di agibilità, il 55% di quello di prevenzione incendi e il 41% del collaudo statico. Un terzo dei 588 docenti e dirigenti scolastici intervistati da Cittadinanzattiva ha segnalato delle situazioni di inadeguatezza rispetto alla sicurezza della propria scuola, uno su cinque dichiara di non averlo fatto (21%) oppure che alla segnalazione non è seguito un intervento di sistemazione (12%). Gran parte degli edifici presenta, a loro dire, tracce di umidità (42%) e infiltrazioni di acqua (33%), insieme a distacchi di intonaco (36%) e addirittura delle crepe (23%). A causa del Covid poi, numerosi spazi sono stati sacrificati per aumentare il numero di aule, e ancora oggi non sono stati tutti ripristinati: non risultano ancora riutilizzabili, infatti, i laboratori (57%), le aule multiuso (46%), le biblioteche (36%) e i refettori (19%). In merito alle attività di prevenzione, ben l’85% dichiara di aver partecipato a delle prove di emergenza nella propria scuola, che hanno riguardato in prevalenza il rischio sismico e l’incendio (70%), poche quelle effettuate sul rischio alluvione e vulcanico (rispettivamente 2,6% e 1,4%).
Tra settembre 2022 e agosto 2023 Cittadinanzattiva ha registrato 61 crolli nelle scuole, un numero mai raggiunto in questi ultimi 6 anni, di cui 24 nelle regioni del Sud e nelle Isole (39%), 23 nel Nord (38%), 14 nelle regioni del Centro (23%): 9 in Lombardia, 5 in Piemonte, 3 in Liguria e in Emilia Romagna, 2 in Veneto, 1 in Friuli Venezia Giulia; 8 in Campania, 7 in Sicilia, 5 in Sardegna, 1 in Puglia, Calabria, Abruzzo, Basilicata, Umbria; 8 nel Lazio e 5 in Toscana. Le cause sono prevalentemente da addebitare alla vetustà degli edifici e dei materiali con cui sono stati costruiti, all’assenza o carenza di manutenzione, alla riduzione degli investimenti relativi a indagini e interventi su controsoffitti, solai, tetti e nella mancanza di tempestività nell’intervenire.
Il rapporto, per la prima volta, presenta anche i dati di un monitoraggio pilota svolto in 18 sedi universitarie di Bologna, Cagliari, Roma e Napoli. Tra le criticità in rapporto alla sicurezza strutturale si notano distacchi di intonaco, umidità e altri segni di fatiscenza soprattutto su pareti e soffitti di circa metà dei corridoi di tutte le sedi monitorate e, in misura minore, in alcuni bagni e aule. L’ascensore è presente ovunque e in tutti i casi è abbastanza ampio da consentire il trasporto di una carrozzina ed anche le pulsantiere sono alla portata di una persona in carrozzina. Delle 18 sedi monitorate, ben 16 dispongono di un cortile, dotato di buona pavimentazione però soltanto nella metà dei casi e di recinzione in un terzo. In 10 cortili sono presenti spazi verdi che risultano ben curati in 8 di essi. Positivi i dati relativi agli spazi a disposizione degli studenti, in 16 delle 18 sedi monitorate. In particolare, sono presenti biblioteche in 10 sedi, sale studio in 15, aree relax in 9, aree pasti in 4. Al contrario di quanto avviene negli istituti scolastici, 14 delle 18 sedi monitorate dispongono, in quasi tutte le aule, di sistemi di aerazione o ventilazione e di sistemi antincendio. Lo stato dei bagni risulta abbastanza soddisfacente e sono presenti servizi per persone con disabilità motorie in 14 sedi e in altre 2 sono presenti bagni comunque da loro utilizzabili.
Le risorse destinate dal PNRR all’edilizia scolastica e alle aule 4.0 ammontano complessivamente a €12,66miliardi. Scendendo nel dettaglio si scopre tuttavia che questi fondi non basteranno e che sarà necessario prolungare gli investimenti negli anni successivi. Per quanto concerne la messa in sicurezza e la riqualificazione delle scuole, nella programmazione iniziale erano previsti 3.400 progetti già in essere e 500 nuovi, per un impegno di spesa complessivo di 3,900mld di euro. Ma per questo intervento il documento del Governo dello scorso 27 luglio segnala che, a causa dell’incremento dei prezzi delle materie prime, verrà diminuito il numero previsto di edifici. Al momento, tuttavia, non si dispone di informazioni più precise al riguardo. Anche rispetto al numero di 212 nuove scuole approvate (6 in Abruzzo, 6 in Basilicata, 16 in Calabria, 35 in Campania, 23 in Emilia-Romagna, 8 in Friuli-Venezia-Giulia, 11 nel Lazio, 3 in Liguria, 14 in Lombardia, 9 nelle Marche, 2 in Molise, 9 in Piemonte, 11 in Puglia, 7 in Sardegna, 14 in Sicilia, 16 in Toscana, 2 in Trentino-Alto Adige, 6 in Umbria, 2 in Valle d’Aosta e 12 in Veneto), le domande pervenute erano state più del doppio ossia 543. Ad oggi il rischio è che la reintroduzione dell’appalto integrato rischi di snaturare parte dei progetti innovativi inizialmente presentati. Ai 2,4mld per asili nido e ai 600mln per scuole dell’infanzia, previsti dal PNRR, si aggiungono ulteriori 108milioni dal Ministero dell’Istruzione e 900milioni per la loro gestione. Si dovrebbe così arrivare ad un totale di 2.230 strutture e 264.480 posti e raggiungere dunque l’obiettivo del 33% di bambini inseriti al nido, ma nel frattempo il Consiglio d’Europa ha già spostato l’asticella al 45% da raggiungere entro il 2030.
Il PNRR ha stanziato complessivamente 600milioni di euro per 1.000 nuove mense che in realtà saranno 908. Poco più della metà, 526 pari al 58%, saranno proprio nuovi locali, di cui 230 al Sud. Per il resto si tratta di interventi di demolizioni, ricostruzioni e ampliamento (23%), di riqualificazione o riconversione di spazi e mense preesistenti e messa in sicurezza (19%). Ad oggi le scuole dotate di “ambito funzionale dedicato alla mensa” sono 13.533, un numero ben lontano dalla necessità di garantire la mensa, e parallelamente il tempo pieno, a tutti i bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria. Con i 300milioni di euro inizialmente previsti e con ulteriori 31milioni stanziati con decreto del Ministro dell’Istruzione, saranno finanziati a livello nazionale 495 interventi, di cui soltanto 148 per nuove palestre. Le quattro Regioni con il numero più alto di interventi sono nel Mezzogiorno: Campania (70), Sicilia (62), Basilicata (49), Calabria (42). Tuttavia, erano ben 2555 le domande pervenute, dati che sottolineano l’urgenza di colmare un gap relativo alla mancanza o inadeguatezza di strutture per lo sport e le attività motorie di cui tutti i tipi di scuola necessitano ben oltre di quanto previsto dal PNRR.
di Melania Federico
Nell’anno scolastico appena trascorso, a seguito dell’accorpamento degli istituti, sono state chiuse 115 scuole o, meglio, punti di erogazione del servizio. È la fotografia scattata da Cittadinanzattiva contenuta nel XXI Rapporto Osservatorio Civico sulla sicurezza a scuola. Gli edifici costruiti prima del 1976 sono il 47% e l’11% circa è progettato secondo la normativa antisismica e su appena il 3% sono stati effettuati degli interventi di adeguamento e di miglioramento sismici. In netto aumento il numero di edifici progettati secondo la normativa antisismica: 11%. Circa il 58% è privo del certificato di agibilità, il 55% di quello di prevenzione incendi e il 41% del collaudo statico. Un terzo dei 588 docenti e dirigenti scolastici intervistati da Cittadinanzattiva ha segnalato delle situazioni di inadeguatezza rispetto alla sicurezza della propria scuola, uno su cinque dichiara di non averlo fatto (21%) oppure che alla segnalazione non è seguito un intervento di sistemazione (12%). Gran parte degli edifici presenta, a loro dire, tracce di umidità (42%) e infiltrazioni di acqua (33%), insieme a distacchi di intonaco (36%) e addirittura delle crepe (23%). A causa del Covid poi, numerosi spazi sono stati sacrificati per aumentare il numero di aule, e ancora oggi non sono stati tutti ripristinati: non risultano ancora riutilizzabili, infatti, i laboratori (57%), le aule multiuso (46%), le biblioteche (36%) e i refettori (19%). In merito alle attività di prevenzione, ben l’85% dichiara di aver partecipato a delle prove di emergenza nella propria scuola, che hanno riguardato in prevalenza il rischio sismico e l’incendio (70%), poche quelle effettuate sul rischio alluvione e vulcanico (rispettivamente 2,6% e 1,4%).
Tra settembre 2022 e agosto 2023 Cittadinanzattiva ha registrato 61 crolli nelle scuole, un numero mai raggiunto in questi ultimi 6 anni, di cui 24 nelle regioni del Sud e nelle Isole (39%), 23 nel Nord (38%), 14 nelle regioni del Centro (23%): 9 in Lombardia, 5 in Piemonte, 3 in Liguria e in Emilia Romagna, 2 in Veneto, 1 in Friuli Venezia Giulia; 8 in Campania, 7 in Sicilia, 5 in Sardegna, 1 in Puglia, Calabria, Abruzzo, Basilicata, Umbria; 8 nel Lazio e 5 in Toscana. Le cause sono prevalentemente da addebitare alla vetustà degli edifici e dei materiali con cui sono stati costruiti, all’assenza o carenza di manutenzione, alla riduzione degli investimenti relativi a indagini e interventi su controsoffitti, solai, tetti e nella mancanza di tempestività nell’intervenire.
Il rapporto, per la prima volta, presenta anche i dati di un monitoraggio pilota svolto in 18 sedi universitarie di Bologna, Cagliari, Roma e Napoli. Tra le criticità in rapporto alla sicurezza strutturale si notano distacchi di intonaco, umidità e altri segni di fatiscenza soprattutto su pareti e soffitti di circa metà dei corridoi di tutte le sedi monitorate e, in misura minore, in alcuni bagni e aule. L’ascensore è presente ovunque e in tutti i casi è abbastanza ampio da consentire il trasporto di una carrozzina ed anche le pulsantiere sono alla portata di una persona in carrozzina. Delle 18 sedi monitorate, ben 16 dispongono di un cortile, dotato di buona pavimentazione però soltanto nella metà dei casi e di recinzione in un terzo. In 10 cortili sono presenti spazi verdi che risultano ben curati in 8 di essi. Positivi i dati relativi agli spazi a disposizione degli studenti, in 16 delle 18 sedi monitorate. In particolare, sono presenti biblioteche in 10 sedi, sale studio in 15, aree relax in 9, aree pasti in 4. Al contrario di quanto avviene negli istituti scolastici, 14 delle 18 sedi monitorate dispongono, in quasi tutte le aule, di sistemi di aerazione o ventilazione e di sistemi antincendio. Lo stato dei bagni risulta abbastanza soddisfacente e sono presenti servizi per persone con disabilità motorie in 14 sedi e in altre 2 sono presenti bagni comunque da loro utilizzabili.
Le risorse destinate dal PNRR all’edilizia scolastica e alle aule 4.0 ammontano complessivamente a €12,66miliardi. Scendendo nel dettaglio si scopre tuttavia che questi fondi non basteranno e che sarà necessario prolungare gli investimenti negli anni successivi. Per quanto concerne la messa in sicurezza e la riqualificazione delle scuole, nella programmazione iniziale erano previsti 3.400 progetti già in essere e 500 nuovi, per un impegno di spesa complessivo di 3,900mld di euro. Ma per questo intervento il documento del Governo dello scorso 27 luglio segnala che, a causa dell’incremento dei prezzi delle materie prime, verrà diminuito il numero previsto di edifici. Al momento, tuttavia, non si dispone di informazioni più precise al riguardo. Anche rispetto al numero di 212 nuove scuole approvate (6 in Abruzzo, 6 in Basilicata, 16 in Calabria, 35 in Campania, 23 in Emilia-Romagna, 8 in Friuli-Venezia-Giulia, 11 nel Lazio, 3 in Liguria, 14 in Lombardia, 9 nelle Marche, 2 in Molise, 9 in Piemonte, 11 in Puglia, 7 in Sardegna, 14 in Sicilia, 16 in Toscana, 2 in Trentino-Alto Adige, 6 in Umbria, 2 in Valle d’Aosta e 12 in Veneto), le domande pervenute erano state più del doppio ossia 543. Ad oggi il rischio è che la reintroduzione dell’appalto integrato rischi di snaturare parte dei progetti innovativi inizialmente presentati. Ai 2,4mld per asili nido e ai 600mln per scuole dell’infanzia, previsti dal PNRR, si aggiungono ulteriori 108milioni dal Ministero dell’Istruzione e 900milioni per la loro gestione. Si dovrebbe così arrivare ad un totale di 2.230 strutture e 264.480 posti e raggiungere dunque l’obiettivo del 33% di bambini inseriti al nido, ma nel frattempo il Consiglio d’Europa ha già spostato l’asticella al 45% da raggiungere entro il 2030.
Il PNRR ha stanziato complessivamente 600milioni di euro per 1.000 nuove mense che in realtà saranno 908. Poco più della metà, 526 pari al 58%, saranno proprio nuovi locali, di cui 230 al Sud. Per il resto si tratta di interventi di demolizioni, ricostruzioni e ampliamento (23%), di riqualificazione o riconversione di spazi e mense preesistenti e messa in sicurezza (19%). Ad oggi le scuole dotate di “ambito funzionale dedicato alla mensa” sono 13.533, un numero ben lontano dalla necessità di garantire la mensa, e parallelamente il tempo pieno, a tutti i bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria. Con i 300milioni di euro inizialmente previsti e con ulteriori 31milioni stanziati con decreto del Ministro dell’Istruzione, saranno finanziati a livello nazionale 495 interventi, di cui soltanto 148 per nuove palestre. Le quattro Regioni con il numero più alto di interventi sono nel Mezzogiorno: Campania (70), Sicilia (62), Basilicata (49), Calabria (42). Tuttavia, erano ben 2555 le domande pervenute, dati che sottolineano l’urgenza di colmare un gap relativo alla mancanza o inadeguatezza di strutture per lo sport e le attività motorie di cui tutti i tipi di scuola necessitano ben oltre di quanto previsto dal PNRR.
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