Palermo, il patto tra università e imprese che fa crescere l'occupazione

Giovani | 19 giugno 2023
Condividi su WhatsApp Twitter
Il profilo e la condizione occupazionale dei laureati sono stati presi in esame nel XXV Rapporto del Consorzio Interuniversitario di AlmaLaurea che ha analizzato circa 670mila laureati- di primo e di secondo livello del 2017, 2019 e 2021, contattati a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo di studio- di 78 università̀.
Facendo un focus sull’Università̀ degli Studi di Palermo, i laureati nel 2022 coinvolti nel Rapporto sono 7.198: si tratta nello specifico di 3.910 di primo livello, 2.012 magistrali biennali e 1.276 a ciclo unico; lo 0,9% è di cittadinanza estera. L’82,3% dei laureati è in possesso di un diploma di tipo liceale (classico, scientifico, linguistico, ...), mentre il 14,3% di un diploma tecnico. L’età̀ media alla laurea è di 25,6 anni per il complesso dei laureati, nello specifico di 24,3 anni per i laureati di primo livello e di 27,4 anni per i magistrali biennali.
Su questo dato incide significativamente il ritardo nell’iscrizione al percorso universitario: non tutti i diplomati, infatti, si immatricolano subito dopo aver ottenuto il titolo di studio di scuola secondaria superiore. Il 59,5% dei laureati termina l’università̀ in corso: in particolare è il 59% tra i triennali e il 72,5% tra i magistrali biennali. Il voto medio di laurea è di 106,2 su 110: 103,2 per i laureati di primo livello e 110,3 per i magistrali biennali. Il 62% dei laureati ha svolto dei tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi, il 9,7% ha compiuto un’esperienza di studio all’estero riconosciuta dal corso di laurea (soprattutto Erasmus), invece il 43,8% ha svolto un’attività̀ lavorativa durante gli studi universitari (il 41,1% tra i laureati di primo livello e il 53,5% tra i magistrali biennali).
Analizzando il grado di soddisfazione relativo all’esperienza universitaria appena conclusa, l’88,1% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente e l’82,6% ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso; relativamente alle infrastrutture messe a disposizione dall’Ateneo, invece, il 77,7% dei laureati che le ha utilizzate considera le aule adeguate. Nel suo complesso, l’89,7% dei laureati si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria: il 70,9% di loro, infatti, sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e lo stesso Ateneo, mentre il 6,6% si riscriverebbe allo stesso Ateneo, ma cambiando corso.

Isolando i laureati triennali dell’Università̀ di Palermo che, dopo il titolo, non si sono mai iscritti a un corso di laurea (21,9%), è possibile prendere in esame le loro performance occupazionali a un anno dal conseguimento del titolo di studio: il tasso di occupazione (si considerano occupati tutti coloro che sono impegnati in un’attività̀ retribuita, di lavoro o di formazione) è del 65,2%, mentre quello di disoccupazione (calcolato sulle forze di lavoro, cioè̀ su coloro che sono già̀ inseriti o intenzionati a inserirsi nel mercato del lavoro) è pari al 17,1%. Tra gli occupati, il 16,7% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 9,1% ha invece cambiato lavoro; il 74,2% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo di studio. Il 28,1% degli occupati può̀ contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 36,2% su un contratto alle dipendenze a tempo determinato. Il 10,9% svolge un’attività̀ in proprio (come imprenditore, lavoratore in proprio, libero professionista, ecc.). Il lavoro part-time coinvolge il 24,7% degli occupati. La retribuzione è in media di 1.293 euro mensili netti. Relativamente alla spendibilità del titolo di studio per il lavoro svolto, il 62,6% degli occupati lo considera molto efficace o efficace e, più̀ nel dettaglio, il 55,7% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università̀.

I laureati di secondo livello del 2021 contattati dopo un anno dal conseguimento del titolo di studio sono 3.564 (di cui 2.062 magistrali biennali e 1.502 magistrali a ciclo unico), quelli del 2017 contattati a cinque anni sono 3.535 (di cui 2.007 magistrali biennali e 1.515 magistrali a ciclo unico).
Tra i laureati di secondo livello del 2021 intervistati a un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione è pari al 70,2% (71,1% tra i magistrali biennali e 69,0% tra i magistrali a ciclo unico). Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze di lavoro, è pari al 13,4% (14,7% tra i magistrali biennali e 11,5% tra i magistrali a ciclo unico). Il 12,5% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, l’8,7% ha invece cambiato lavoro; il 78,8% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. Tra i laureati magistrali biennali tali percentuali sono, rispettivamente, pari a 16,6%, 11,3% e 72%; tra i magistrali a ciclo unico sono pari a 6,8%, 5,2% e 88%. Il 17% degli occupati può̀ contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato mentre il 29,7% su un contratto alle dipendenze a tempo determinato. Il 7,4% svolge un’attività̀ in proprio (come imprenditore, lavoratore in proprio, libero professionista, ecc.). Tra i magistrali biennali tali percentuali sono, rispettivamente, pari a 22,2%, 30,6% e 5,4%; tra i magistrali a ciclo unico sono pari a 9,9%, 28,5% e 10,2%.
Il lavoro part-time coinvolge il 17,5% degli occupati (20% tra i magistrali biennali e 14,2% tra i magistrali a ciclo unico). La retribuzione è in media di 1.322 euro mensili netti (1.261 euro per i magistrali biennali e 1.402 euro per i magistrali a ciclo unico). Il 77,7% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che sta svolgendo (il 66,6% tra i magistrali biennali e il 92,3% tra i magistrali a ciclo unico); inoltre, il 67,4% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite durante il percorso di studi (57,7% tra i magistrali biennali e 80,5% tra i magistrali a ciclo unico). Il tasso di occupazione dei laureati di secondo livello del 2017, intervistati a cinque anni dal conseguimento del titolo, è pari all’84,6% (83,7% per i magistrali biennali e 86% per i magistrali a ciclo unico). Il tasso di disoccupazione è pari al 5,7% (6,1% per i magistrali biennali e 5,2% per i magistrali a ciclo unico). Gli occupati assunti con contratto a tempo indeterminato sono il 38,2%, mentre gli occupati con un contratto a tempo determinato sono il 27%. Svolge, invece, un’attività̀ in proprio il 17%. Tra i magistrali biennali tali percentuali sono, rispettivamente, pari a 44,8%, 32,1% e 12,2%; tra i magistrali a ciclo unico sono pari a 29,5%, 19,9% e 23,5%. Il lavoro part-time coinvolge il 10,5% degli occupati (12,6% tra i magistrali biennali e 7,9% tra i magistrali a ciclo unico). Le retribuzioni arrivano in media a 1.589 euro mensili netti (1.543 per i magistrali biennali e 1.650 per i magistrali a ciclo unico). Il 79,7% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro svolto (è il 72,2% tra i magistrali biennali e l’89,7% tra i magistrali a ciclo unico); il 65,6% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università̀ (57,4% tra i magistrali biennali e 76,5% tra i magistrali a ciclo unico).

Ma dove vanno a lavorare gli ex studenti dell’Ateneo palermitano? Il 50,6% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 47,3% nel pubblico; il 2,1% invece lavora nel no-profit. L’ambito dei servizi assorbe l’86,8%, mentre l’industria accoglie il 12,3% degli occupati; 0,7% la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura. «L’analisi dei dati del Rapporto AlmaLaurea 2023 ci dà un’ulteriore conferma del valore della strategia messa in atto dal nostro Ateneo per offrire ai nostri studenti un presente di studio di eccellenza e un futuro professionale qualificato, mettendoli in condizione non solo di “sapere”, ma anche e soprattutto di “saper fare” – ha commentato il Rettore dell’Università degli Studi di Palermo, Massimo Midiri – Registriamo una significativa crescita del tasso occupazionale dei laureati UniPa ad un anno dal conferimento del titolo che raggiunge il 70,2% rispetto al 65% del 2022, segno del netto cambio di passo che abbiamo voluto mettere in atto nel potenziare i rapporti tra Ateneo e mondo del lavoro. Stiamo lavorando fianco a fianco con le imprese anche per migliorare la nostra offerta formativa». 
 di Melania Federico

Ultimi articoli

« Articoli precedenti