Oltre 6 milioni di stranieri in Italia, in calo gli irregolari
Società | 10 marzo 2023
Sono 88mila in più gli stranieri presenti Italia all’1° gennaio 2022 rispetto alla stessa data dell’anno precedente, per un totale di poco più di 6 milioni. Nel contesto dell’aumento della popolazione straniera nel nostro Paese va tuttavia segnalata la diminuzione della componente irregolare: 506mila unità contro le 519mila del 2021, con un calo pari al -2,5%. Una contrazione, quella del numero degli irregolari, collegata principalmente all’avanzamento delle pratiche della sanatoria deliberata dal governo Conte nel 2020. A questi dati vanno aggiunti quelli relativi ai permessi di soggiorno: sono stati 242 mila nel 2021, pari a +127% rispetto al 2020, quando a causa della pandemia si erano ridotti i flussi. È questo il quadro sulle migrazioni in Italia che emerge dal XXVIII Rapporto 2022 elaborato dalla Fondazione ISMU-ETS.
Come indicato nel report, sono 3 milioni e 562mila i cittadini non comunitari regolarmente presenti in Italia al 1° gennaio 2022, con un aumento del 5,6% rispetto al 2021. I principali paesi non comunitari da dove arrivano gli immigrati sono il Marocco (408mila), l’Albania (397mila), la Cina (291mila), l’Ucraina (230mila). Le nuove acquisizioni di cittadinanza italiana, invece, hanno subito un lieve calo nel 2021, probabilmente a causa dei rallentamenti burocratici causati dalla pandemia. Sono diventati nuovi cittadini 121.457 stranieri - 10mila in meno rispetto al 2020 - di cui il 90% (pari quasi a 110mila) erano precedentemente cittadini non comunitari.
Oltre alla componente migratoria stabile, il report mostra i numeri degli ingressi via terra e degli sbarchi sulle coste italiane. I primi, in particolare tramite la Slovenia, sono stati consistenti tra l’inizio del 2022 e ottobre dello stesso anno: i dati più recenti li indicano in un numero di circa 8mila.
Gli sbarchi nel 2022 sono stati 105.129 (+55,8% rispetto al 2021) e hanno visto modificata la loro composizione complessiva per cittadinanza rispetto agli anni della crisi 2014-2017, quando gli immigrati provenivano principalmente dall’Africa sub-sahariana. Nel 2022 i flussi sono giunti principalmente da Egitto (20.542), Tunisia (18.148) e Bangladesh (14.982). Tuttavia, come puntualizzato nel report, non tutti gli ingressi via mare si trasformano in richieste di asilo e parte di queste derivano da canali di ingresso differenti dagli sbarchi (ingressi via terra, corridoi umanitari, ingressi alla frontiera aeroportuale, ingressi ai sensi del regolamento di Dublino). Il rinnovato flusso di ingressi ha, però, indubbiamente contribuito alla crescita delle richieste di asilo nel 2021 (53.609, + 98,8% rispetto al 2020).
Tra i flussi di immigrati su cui il report si sofferma vi è quello dell’Ucraina per via del conflitto in corso in quel paese che sta causando il più tragico spostamento di persone in Europa dal secondo dopoguerra. Dei 230mila ucraini in Italia con regolare permesso di soggiorno al 1° gennaio 2022 la gran parte (81,2%) è soggiornante di lungo periodo. A essi si aggiunge il consistente numero di coloro che, nel corso di questi anni, hanno acquisito la cittadinanza italiana: 28mila al 1° gennaio 2021. I dati del Dipartimento della Protezione civile indicano un totale (in ulteriore aggiunta) di 172mila ucraini beneficiari di protezione temporanea in Italia al 24 febbraio 2023, con un forte aumento avvenuto soprattutto a maggio, quando in un mese sono passati da poco più di 17mila a quasi 54mila, e in generale oltre 115mila da inizio aprile fino a fine agosto.
I dati analizzati dai ricercatori dell’ISMU mostrano altresì un aggravamento della condizione di povertà delle famiglie straniere: nel 2021 quella assoluta ha interessato il 30,6% delle famiglie di soli stranieri, quasi quattro punti percentuali in più rispetto al dato rilevato nel 2020.
Tale incidenza di famiglie immigrate in condizioni di povertà assoluta e relativa, anche tra gli stranieri regolarmente occupati, è la spia del diffondersi del lavoro "povero", che anziché generare inclusione produce disagio sociale.
Oltre alle politiche sull’accoglienza (per le quali l’esperienza con gli ucraini potrebbe aiutare a rendere più efficiente il sistema), il report si sofferma anche sulle politiche abitative e di welfare, sul sistema educativo italiano e sul tema delle religioni.
di Alida Federico
Come indicato nel report, sono 3 milioni e 562mila i cittadini non comunitari regolarmente presenti in Italia al 1° gennaio 2022, con un aumento del 5,6% rispetto al 2021. I principali paesi non comunitari da dove arrivano gli immigrati sono il Marocco (408mila), l’Albania (397mila), la Cina (291mila), l’Ucraina (230mila). Le nuove acquisizioni di cittadinanza italiana, invece, hanno subito un lieve calo nel 2021, probabilmente a causa dei rallentamenti burocratici causati dalla pandemia. Sono diventati nuovi cittadini 121.457 stranieri - 10mila in meno rispetto al 2020 - di cui il 90% (pari quasi a 110mila) erano precedentemente cittadini non comunitari.
Oltre alla componente migratoria stabile, il report mostra i numeri degli ingressi via terra e degli sbarchi sulle coste italiane. I primi, in particolare tramite la Slovenia, sono stati consistenti tra l’inizio del 2022 e ottobre dello stesso anno: i dati più recenti li indicano in un numero di circa 8mila.
Gli sbarchi nel 2022 sono stati 105.129 (+55,8% rispetto al 2021) e hanno visto modificata la loro composizione complessiva per cittadinanza rispetto agli anni della crisi 2014-2017, quando gli immigrati provenivano principalmente dall’Africa sub-sahariana. Nel 2022 i flussi sono giunti principalmente da Egitto (20.542), Tunisia (18.148) e Bangladesh (14.982). Tuttavia, come puntualizzato nel report, non tutti gli ingressi via mare si trasformano in richieste di asilo e parte di queste derivano da canali di ingresso differenti dagli sbarchi (ingressi via terra, corridoi umanitari, ingressi alla frontiera aeroportuale, ingressi ai sensi del regolamento di Dublino). Il rinnovato flusso di ingressi ha, però, indubbiamente contribuito alla crescita delle richieste di asilo nel 2021 (53.609, + 98,8% rispetto al 2020).
Tra i flussi di immigrati su cui il report si sofferma vi è quello dell’Ucraina per via del conflitto in corso in quel paese che sta causando il più tragico spostamento di persone in Europa dal secondo dopoguerra. Dei 230mila ucraini in Italia con regolare permesso di soggiorno al 1° gennaio 2022 la gran parte (81,2%) è soggiornante di lungo periodo. A essi si aggiunge il consistente numero di coloro che, nel corso di questi anni, hanno acquisito la cittadinanza italiana: 28mila al 1° gennaio 2021. I dati del Dipartimento della Protezione civile indicano un totale (in ulteriore aggiunta) di 172mila ucraini beneficiari di protezione temporanea in Italia al 24 febbraio 2023, con un forte aumento avvenuto soprattutto a maggio, quando in un mese sono passati da poco più di 17mila a quasi 54mila, e in generale oltre 115mila da inizio aprile fino a fine agosto.
I dati analizzati dai ricercatori dell’ISMU mostrano altresì un aggravamento della condizione di povertà delle famiglie straniere: nel 2021 quella assoluta ha interessato il 30,6% delle famiglie di soli stranieri, quasi quattro punti percentuali in più rispetto al dato rilevato nel 2020.
Tale incidenza di famiglie immigrate in condizioni di povertà assoluta e relativa, anche tra gli stranieri regolarmente occupati, è la spia del diffondersi del lavoro "povero", che anziché generare inclusione produce disagio sociale.
Oltre alle politiche sull’accoglienza (per le quali l’esperienza con gli ucraini potrebbe aiutare a rendere più efficiente il sistema), il report si sofferma anche sulle politiche abitative e di welfare, sul sistema educativo italiano e sul tema delle religioni.
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