No alla mafia dagli studenti di Bisacquino, in corteo nel triangolo della morte

Giovani | 16 febbraio 2023
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“L'arresto di Matteo Messina Denaro dimostra che la mafia stragista ha perso e questo ha determinato un mutamento reputazionale: non è vero che la mafia è invincibile. Oggi i mafiosi vengono arrestati, condannati, alcune volte finiscono al 41bis e sanno che i loro patrimoni vengono confiscati. Questo ha fatto venir meno l'aureola di attrazione dei boss". L'ha detto il presidente della commissione regionale antimafia Antonello Cracolici, intervenendo questa mattina al Teatro Paolo Giaccone di Bisacquino per l'iniziativa "No mafia" con gli studenti dell'istituto comprensivo "Mons. Giovanni Bacile" in vista della 40esima edizione della marcia antimafia Bagheria-Casteldaccia, in programma il prossimo 24 febbraio. "C'è però un livello che ancora non è stato colpito al cuore - ha aggiunto Cracolici - ed è quello delle connivenze, quello che il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia ha definito 'borghesia mafiosa'. Se vogliamo debellare il potere di cosa nostra e ridurlo a fenomeno delinquenziale dobbiamo colpire quel livello. Per questo 'adesso tocca a noi' ed è importante partecipare alla marcia antimafia del 24 febbraio, perché ora dobbiamo muovere la società e le istituzioni perché nel contrasto non ci si fermi a Matteo Messina Denaro". All'iniziativa erano presenti anche i sindaci dei comuni di Bisacquino e Campofiorito, rispettivamente Tommaso Di Giorgio e Giuseppe Oddo, il presidente del Centro studi Pio La Torre Vito Lo Monaco, la dirigente scolastica Marinella Carmela La Rosa e la professoressa Angela Pizzitola.

“La mafia non ha risparmiato nessuno: preti, magistrati, giornalisti, politici, sindacalisti, poliziotti, carabinieri e bambini – ha aggiunto Cracolici - E non mi riferisco solo al piccolo Giuseppe Di Matteo, ma anche all'undicenne Claudio Domino, ucciso in una lotta tra faide, e al giovane pastore Giuseppe Letizia, testimone dell'omicidio di Placido Rizzotto. La scuola è l'esercito più importante contro questa battaglia. La commissione antimafia deve essere la commissione dei cittadini antimafia, perché questa sia una terra migliore, per la quale battersi e dove crescere”.

“Per la prima volta una commissione parlamentare antimafia ha formalmente aderito alla marcia Bagheria – Casteldaccia – ha detto Vito Lo Monaco – quest'anno si celebrano i 40 anni dalla prima marcia antimafia, ma è particolarmente importante esserci, sia perché ricorre anche l'anniversario dell'invasione russa in Ucraina, sia perché il 24 febbraio del 1945 da Trieste è partito l'ultimo convoglio di ebrei destinati ai campi di sterminio nazista. Un ulteriore motivo per esercitare la memoria e ricordare che questa marcia sarà contro le mafie, la droga, la guerra, le ingiustizie sociali e ogni forma di discriminazione. Inoltre, essere qui oggi ha un valore fortemente simbolico, perché proprio a Bisacquino Pio La Torre è stato ingiustamente arrestato mentre cercava di difendere i diritti dei braccianti”.

“La presenza del presidente della commissione regionale antimafia – ha detto la dirigente scolastica Marinella Carmela La Rosa - è un segno immediato per i ragazzi della presenza dello Stato sul territorio, ma anche di opposizione alle mafie”. Tanti i ricordi della professoressa Angela Pizzitola, che nella sua carriera si è trovata a insegnare a Corleone ai figli del boss Totò Riina, nel periodo a cavallo delle stragi del 1992. “Ricordo un'intervista di Ilda Boccassini che abbiamo fatto vedere a loro e a tutti gli studenti, dove la magistrata diceva chiaramente che i figli dei boss si possono riscattare solo se sconfessano le attività dei loro padri. In un territorio come Corleone vedere questi ragazzi scorrazzare con moto costose, ostentando potere e ricchezza, era una forma di esercizio prepotente e arrogante della loro autorità. Gli altri studenti con la loro presenza si sentivano controllati. Ricordo anche che la figlia maggiore riuscì a farsi eleggere come rappresentante nel consiglio di istituto con percentuali bulgare. Noi docenti abbiamo rispettato comunque la scelta dei ragazzi, ma abbiamo iniziato a promuovere diverse manifestazioni antimafia: a quel punto venne un paio di volte, quando poi ha capito che il terreno non era favorevole, non si è presentata più in consiglio. All'inizio il territorio non ci sosteneva, ma dopo le stragi chi ha preso coscienza ha iniziato a farlo, prendendo posizione”.

Il sindaco di Bisacquino, Tommaso Di Giorgio, ha sottolineato l'importanza di sottrarre “humus politico alle mafie, come ha dimostrato anche la cattura di Matteo Messina Denaro, per ridare un futuro ai nostri territori”, mentre il sindaco di Campofiorito, Giuseppe Oddo, ha rimarcato la necessità di “coltivare nei ragazzi una vera consapevolezza contro la mafia che ancora prova a esercitare un certo appeal sui più giovani”. Poi l'esibizione degli studenti, con un recital dedicato proprio al piccolo Giuseppe Letizia.


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