La marcia antimafia, protagoniste le scuole
Società | 13 novembre 2024
“No mafia, No droga, No corruzione”. È il grido che accomunerà i partecipanti alla “Marcia antimafia Bagheria-Casteldaccia”, in programma il 26 febbraio 2025. A promuoverla è il Centro studi Pio La Torre, che ha avviato una serie di momenti di confronti con il mondo istituzionale, associativo e scolastico. A breve si terranno anche i previsti incontri con i parroci, che culmineranno nella partecipazione alla marcia, alla quale sarà presente anche l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice.
«Come sempre - dice Vito Lo Monaco, presidente emerito del centro La Torre - troviamo grande adesione da parte delle realtà che operano sul territorio, non solo per lanciare semplici messaggi di presenza, ma anche per portare avanti azioni concrete di contrasto alla criminalità organizzata. Dal 1983, cioè da quando è stata organizzata la prima marcia, abbiamo dimostrato che la voglia di contrastare con azioni concrete l’efferatezza delle mafie è stata uguale, se non addirittura crescente. Con le scuole, poi, il legame si è rafforzato anche grazie al Progetto educativo antimafia che ha negli anni coinvolto migliaia di istituti scolastici di tutta Italia e che è oggi alla sua 19esima edizione. I ragazzi quest’anno saranno ancora più coinvolti grazie al concorso che premierà quelli che avranno colto maggiormente il senso di una battaglia che riguarda tutti. La manifestazione del 26 febbraio sarà, infatti, conclusa proprio dalle testimonianze degli studenti che, ovviamente, nel 1983 non c’erano ancora, come probabilmente neanche i loro genitori, ma che hanno ereditato la voglia di giustizia e legalità, con lo sguardo a un futuro libero da qualunque tipo di oppressione».
E proprio al liceo classico “Scaduto” di Bagheria si è tenuta la prima assemblea con il corpo docente, per tracciare il sentiero che contribuirà a tenere acceso l’interesse per una manifestazione che ogni anno coinvolge centinaia di persone.
«Il nostro istituto sarà presente prima di tutto con il cuore - afferma la preside, Carmen Tripoli - anche perché è storicamente il primo ad avere partecipato in massa nel lontano 1983. Inevitabile, quindi, esserci. Abbiamo una popolazione di circa 1700 studenti, da sempre sensibili ai temi della solidarietà, dell’impegno civile e della partecipazione. Sappiamo bene, anche perché ce lo dice la storia, che la mafia oggi non è più quella stragista, ma siamo consapevoli che si è adeguata ai tempi infiltrandosi nelle maglie della società civile. È presente, per esempio, con la droga, flagello che colpisce i nostri ragazzi, spesso uccidendoli. La presenza delle scuole alla marcia del 26 febbraio, dunque, è indispensabile per dimostrare che il cambiamento è necessario e che, attraverso la sinergia tra tutte le forze in campo, può essere possibile».
Ultimi articoli
- Lotte e sconfitte
nelle campagne siciliane
al tempo di Ovazza / 1 - La legge bavaglio imbriglia l'informazione
- Perché l’Occidente si autorinnega
- Ovazza, storia di un tecnico
prestato alla politica - Si smantella l’antimafia
e si indebolisce lo Stato - C’era una volta l’alleanza progressista
- Vito Giacalone, un secolo
di lotte sociali e politiche - Violenza sulle donne, come fermare
l’ondata di sangue - Ovazza, l'ingegnere ebreo comunista
padre della riforma agraria - Uno studio sui movimenti
studenteschi e le università