La Commissione antimafia dell'era Meloni muove i primi passi, mancano i commissari
Politica | 2 marzo 2023
Siano fatte subito dai gruppi parlamentari le nomine e l’insediamento della nuova Commissione Antimafia nazionale visto il recente voto delle Camere per la sua istituzione. Considerato l’allarme sociale per l’agguato delle nuove mafie pronte a utilizzare le difficoltà sociali, ogni spesa pubblica per giovarsene e consolidare la loro presenza nella politica e nel mondo degli affari si scelgano subito le priorità di conoscenza del fenomeno mafioso nell’era della globalizzazione, del post-pandemia, delle 58 guerre locali nel mondo.
Studiare le nuove mafie significa conoscere anche il brodo di coltura che le alimenta, cioè la corruzione, le connessioni della loro rete di relazioni con la politica, le istituzioni, le professioni, il mondo dell’economia e della finanza. La corruzione non può essere sottovalutata . Ci preoccupano le tendenze dell’attuale esecutivo di centrodestra che per semplificare le procedure amministrative e di spesa negli appalti pubblici (v.ddl)smantella i controlli anticorruzione e antimafia e propone di non usare le intercettazioni ambientali per i reati di corruzione che non siano già sospettati di mafiosità quando solo lo svelamento della corruzione può dimostrare anche il reato di mafia. D’altra parte il nodo politica-mafia-affari-corruzione non può essere cancellato solo dai giudici che intervengono dopo il reato, ma dalla classe dirigente che deve escludere ogni collusione e far prevalere la prevenzione politica, cultuale ed etica.
Il variegato movimento antimafia della società cresce e si espande come dimostrano le tante iniziative di mobilitazione popolare compresa l’ultima dell’altro giorno con i diecimila della Marcia Antimafia Bagheria-Casteldaccia nel quarantesimo della prima durante la seconda guerra di mafia che registrò quasi 1000 omicidi tra cui Pio La Torre, Piersanti Mattarella e tanti onesti delle istituzioni e della società civile. Cresce anche la consapevolezza che le disuguaglianze e le povertà, la sfiducia verso la politica con il conseguente indebolimenti della democrazia, l’individualismo politico favoriscono, nonostante la repressione giudiziaria e il loro indebolimento organizzativo, le nuove mafia schermate dalla loro rete di relazioni.
La futura Commissione Antimafia, come le precedenti, non potrà sostituire né la magistratura né gli organi di governo, ma potrà come autorevole organo parlamentare, far pesare nelle azioni di governo l’orientamento antimafioso e anticorruttivo della società italiana. Inoltre potrà fornire al Paese la conoscenza del fenomeno mafioso per irrobustire le difese democratiche della coscienza civica. Naturalmente tutto ciò sarà credibile se tutti i gruppi parlamentari designeranno per la Commissione Antimafia deputati e senatori la cui conoscenza e impegno antimafioso siano ben noti.
di Vito Lo Monaco
Studiare le nuove mafie significa conoscere anche il brodo di coltura che le alimenta, cioè la corruzione, le connessioni della loro rete di relazioni con la politica, le istituzioni, le professioni, il mondo dell’economia e della finanza. La corruzione non può essere sottovalutata . Ci preoccupano le tendenze dell’attuale esecutivo di centrodestra che per semplificare le procedure amministrative e di spesa negli appalti pubblici (v.ddl)smantella i controlli anticorruzione e antimafia e propone di non usare le intercettazioni ambientali per i reati di corruzione che non siano già sospettati di mafiosità quando solo lo svelamento della corruzione può dimostrare anche il reato di mafia. D’altra parte il nodo politica-mafia-affari-corruzione non può essere cancellato solo dai giudici che intervengono dopo il reato, ma dalla classe dirigente che deve escludere ogni collusione e far prevalere la prevenzione politica, cultuale ed etica.
Il variegato movimento antimafia della società cresce e si espande come dimostrano le tante iniziative di mobilitazione popolare compresa l’ultima dell’altro giorno con i diecimila della Marcia Antimafia Bagheria-Casteldaccia nel quarantesimo della prima durante la seconda guerra di mafia che registrò quasi 1000 omicidi tra cui Pio La Torre, Piersanti Mattarella e tanti onesti delle istituzioni e della società civile. Cresce anche la consapevolezza che le disuguaglianze e le povertà, la sfiducia verso la politica con il conseguente indebolimenti della democrazia, l’individualismo politico favoriscono, nonostante la repressione giudiziaria e il loro indebolimento organizzativo, le nuove mafia schermate dalla loro rete di relazioni.
La futura Commissione Antimafia, come le precedenti, non potrà sostituire né la magistratura né gli organi di governo, ma potrà come autorevole organo parlamentare, far pesare nelle azioni di governo l’orientamento antimafioso e anticorruttivo della società italiana. Inoltre potrà fornire al Paese la conoscenza del fenomeno mafioso per irrobustire le difese democratiche della coscienza civica. Naturalmente tutto ciò sarà credibile se tutti i gruppi parlamentari designeranno per la Commissione Antimafia deputati e senatori la cui conoscenza e impegno antimafioso siano ben noti.
Ultimi articoli
- Lotte e sconfitte
nelle campagne siciliane
al tempo di Ovazza / 1 - La legge bavaglio imbriglia l'informazione
- Perché l’Occidente si autorinnega
- Ovazza, storia di un tecnico
prestato alla politica - Si smantella l’antimafia
e si indebolisce lo Stato - C’era una volta l’alleanza progressista
- Vito Giacalone, un secolo
di lotte sociali e politiche - Violenza sulle donne, come fermare
l’ondata di sangue - Ovazza, l'ingegnere ebreo comunista
padre della riforma agraria - Uno studio sui movimenti
studenteschi e le università