L’importanza della cittadinanza attiva tra le persone con un background migratorio
Società | 29 aprile 2023
“Oggi voglio parlare dell’importanza della cittadinanza attiva tra le persone con un background migratorio e della necessità di politiche che possano incoraggiare e stimolare la loro partecipazione nella società, come è emerso nell’ambito del progetto europeo "Cooperation for youth integration” (Co4You) promosso dal Centro Pio La Torre insieme ai suoi partner Fundacio Ficat, Sfera International e Crossing Borders”. Ha iniziato così il suo intervento Noemi Morell Alsina, rappresentante dell’associazione spagnola Fundacio Ficat che, insieme ai colleghi di Crossing Borders (Copenaghen) e Sfera International (Repubblica di Macedonia), ha preso parte all’iniziativa del Centro Studi Pio La Torre in ricordo di Pio La Torre e Rosario Di Salvo tenutasi ieri, 28 aprile, presso l’aula magna del Dipartimento di Architettura dell’Università di Palermo.
La docente di diritto presso l’Università di Barcelona, nonché responsabile per Fundacio Ficat delle attività realizzate a Barcelona nell’ambito del progetto Co4You finanziato dal programma Erasmus Plus attraverso l’Agenzia Nazionale Giovani, ha ricordato ai partecipanti all’evento come la cittadinanza attiva possa aiutare l’inclusione dei migranti: “La cittadinanza attiva è una componente chiave per un’integrazione di successo. Quando i migranti sono cittadini attivi, hanno voce nei processi decisionali, possono partecipare alle attività della comunità e possono contribuire allo sviluppo del loro territorio. La cittadinanza attiva contribuisce anche a promuovere la coesione sociale e a ridurre l'esclusione sociale. Tuttavia – ha aggiunto la Morell Alsina - essere un cittadino attivo non è sempre facile per i migranti, poiché possono incontrare barriere linguistiche, differenze culturali e altri ostacoli che impediscono loro di partecipare pienamente alla società. È qui che sono essenziali politiche che incoraggino e stimolino la cittadinanza attiva”.
La partecipazione della piccola ‘delegazione europea’ all’iniziativa, quest’ultima riconducibile alle celebrazioni del 41mo anniversario della uccisione di Pio La Torre e Rosario Di Salvo per mano mafiosa, segue alla presentazione del 27 aprile scorso presso l’aula magna del liceo Vittorio Emanuele II di Palermo dei risultati della ricerca coordinata dal Centro Pio La Torre sui temi della cittadinanza attiva e dell’inclusione dei giovani immigrati. Una ricerca realizzata nelle città dei partner di Co4You (Barcelona, Bitola, Copenaghen, Palermo) e che ha visto il coinvolgimento di 130 giovani con e senza background migratorio. La Morell Alsina ha concluso il suo intervento con un invito a promuovere percorsi di cittadinanza attiva per gli immigrati: “La cittadinanza attiva tra le persone con un background migratorio è essenziale per la loro riuscita integrazione nella loro nuova società. Tuttavia, ciò richiede politiche che possano incoraggiare e stimolare la loro partecipazione nella società. Fornendo lezioni di lingua, programmi educativi e opportunità di impegno nella comunità, possiamo contribuire a promuovere la coesione sociale e ridurre l’esclusione sociale. Dobbiamo lavorare insieme per creare una società in cui tutti abbiano pari opportunità di partecipare e contribuire, indipendentemente dal proprio background”. L’appello al lavoro in rete è stato rivolto anche ai partner del progetto affinché questa esperienza progettuale sia solo l’inizio di una lunga cooperazione per rafforzare il lavoro di ciascuna associazione tanto a livello locale quanto internazionale.
All’iniziativa del 28 hanno preso parte una folta delegazione di studenti e docenti delle scuole siciliane, rappresentanti istituzionali della Città metropolitana di Palermo, del governo regionale siciliano e dell’assemblea regionale siciliana, esponenti sindacali e dell’associazionismo locale, il prefetto di Palermo Maria Teresa Cucinotta e i docenti dell’Università di Palermo, tra i quali Alessandra Dino, delegata del Rettore Massimo Midiri, Gioacchino Lavanco, direttore del Dipartimento di Scienze Psicologiche, Pedagogiche, dell’Esercizio Fisico e della Formazione e Francesco Lo Piccolo del Dipartimento di Architettura che ha ospitato la manifestazione. Presenti in sala anche Franco La Torre e Tiziana Di Salvo, i figli di Pio e Rosario. L’evento è stato trasmesso in streaming ed è stato seguito da numerose scuole dell’intero territorio nazionale, da centinaia di collegamenti individuali e anche dai detenuti del carcere Pagliarelli di Palermo coinvolti nel progetto educativo antimafia e antiviolenza promosso da diciassette anni dal Centro Studi.
di Alida Federico
La docente di diritto presso l’Università di Barcelona, nonché responsabile per Fundacio Ficat delle attività realizzate a Barcelona nell’ambito del progetto Co4You finanziato dal programma Erasmus Plus attraverso l’Agenzia Nazionale Giovani, ha ricordato ai partecipanti all’evento come la cittadinanza attiva possa aiutare l’inclusione dei migranti: “La cittadinanza attiva è una componente chiave per un’integrazione di successo. Quando i migranti sono cittadini attivi, hanno voce nei processi decisionali, possono partecipare alle attività della comunità e possono contribuire allo sviluppo del loro territorio. La cittadinanza attiva contribuisce anche a promuovere la coesione sociale e a ridurre l'esclusione sociale. Tuttavia – ha aggiunto la Morell Alsina - essere un cittadino attivo non è sempre facile per i migranti, poiché possono incontrare barriere linguistiche, differenze culturali e altri ostacoli che impediscono loro di partecipare pienamente alla società. È qui che sono essenziali politiche che incoraggino e stimolino la cittadinanza attiva”.
La partecipazione della piccola ‘delegazione europea’ all’iniziativa, quest’ultima riconducibile alle celebrazioni del 41mo anniversario della uccisione di Pio La Torre e Rosario Di Salvo per mano mafiosa, segue alla presentazione del 27 aprile scorso presso l’aula magna del liceo Vittorio Emanuele II di Palermo dei risultati della ricerca coordinata dal Centro Pio La Torre sui temi della cittadinanza attiva e dell’inclusione dei giovani immigrati. Una ricerca realizzata nelle città dei partner di Co4You (Barcelona, Bitola, Copenaghen, Palermo) e che ha visto il coinvolgimento di 130 giovani con e senza background migratorio. La Morell Alsina ha concluso il suo intervento con un invito a promuovere percorsi di cittadinanza attiva per gli immigrati: “La cittadinanza attiva tra le persone con un background migratorio è essenziale per la loro riuscita integrazione nella loro nuova società. Tuttavia, ciò richiede politiche che possano incoraggiare e stimolare la loro partecipazione nella società. Fornendo lezioni di lingua, programmi educativi e opportunità di impegno nella comunità, possiamo contribuire a promuovere la coesione sociale e ridurre l’esclusione sociale. Dobbiamo lavorare insieme per creare una società in cui tutti abbiano pari opportunità di partecipare e contribuire, indipendentemente dal proprio background”. L’appello al lavoro in rete è stato rivolto anche ai partner del progetto affinché questa esperienza progettuale sia solo l’inizio di una lunga cooperazione per rafforzare il lavoro di ciascuna associazione tanto a livello locale quanto internazionale.
All’iniziativa del 28 hanno preso parte una folta delegazione di studenti e docenti delle scuole siciliane, rappresentanti istituzionali della Città metropolitana di Palermo, del governo regionale siciliano e dell’assemblea regionale siciliana, esponenti sindacali e dell’associazionismo locale, il prefetto di Palermo Maria Teresa Cucinotta e i docenti dell’Università di Palermo, tra i quali Alessandra Dino, delegata del Rettore Massimo Midiri, Gioacchino Lavanco, direttore del Dipartimento di Scienze Psicologiche, Pedagogiche, dell’Esercizio Fisico e della Formazione e Francesco Lo Piccolo del Dipartimento di Architettura che ha ospitato la manifestazione. Presenti in sala anche Franco La Torre e Tiziana Di Salvo, i figli di Pio e Rosario. L’evento è stato trasmesso in streaming ed è stato seguito da numerose scuole dell’intero territorio nazionale, da centinaia di collegamenti individuali e anche dai detenuti del carcere Pagliarelli di Palermo coinvolti nel progetto educativo antimafia e antiviolenza promosso da diciassette anni dal Centro Studi.
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