Il mistero degli ovociti rubati... Giuseppe Valenti scrive tre romanzi in uno e lascia il segno

Cultura | 30 maggio 2023
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Un giallo, ça va sans dire. Ma anche un romanzo psicologico e un romanzo sociale. Dunque molto ambizioso, nel senso più nobile del termine. Un giallo, con un avvenimento misterioso che fa in fretta a squarciare il velo della curiosità del lettore, con un colpevole che emerge nelle ultimissime pagine, dopo un’indagine serrata, condotta da una classica coppia di investigatori, con rapporti di ruolo e gradi non paritari. Un romanzo psicologico, che investe sulla caratterizzazione dei personaggi, figure e non figurine, a partire dal ruolo principale, affidato a un’italiana di origine araba, Zamira El Amri, vicequestore a Torino; non la Torino di oggi, né quella di ieri, ma quella di domani, “fotografata” nel 2023. Un romanzo sociale perché indaga, tra le righe e non, il destino dei diritti civili e la violenza sulle donne, ragiona sulla maternità nel terzo millennio, sul social freezing, sull'identità di genere.

Quando un libro esce in sordina, per una sigla indipendente, immaginiamo con una tiratura calibrata - senza fare il passo più lungo della gamba - non è semplice farsi notare, uscire fuori dal… gruppo. Eppure “Un furto incredibile. Chi ha rubato i miei ovociti?” (220 pagg., 18 euro, Spazio Cultura edizioni) di Giuseppe Valenti, classe 1955, ha tutte le carte in regola per colpire nel segno, per farsi strada, come già ha iniziato a fare grazie al tam-tam dei lettori.

Parte del fascino del libro risiede nell’ottimismo di fondo dello sguardo, quello che si proietta fra una decina d'anni, in un Paese, l'Italia, in cui il circolo virtuoso di integrazione e larghezza di vedute, di reciproco rispetto e di convivenza. A calamitare l'attenzione dei lettori saranno però ancor di più azioni, movenze, pensieri, titubanze, debolezze, della protagonista. Non l'ennesima investigatrice in gonnella o sui tacchi, come tante se ne leggono, o se ne vedono nel piccolo schermo, ma una donna speciale, audace e allo stesso tempo debole. Che dal suo osservatorio, in scala ridotta, prova a raccontarci l'Italia.

Zamira El Amri, affiancata dall'ispettore Dini. Poliziotta, musulmana con il velo, personalità molto sfaccettata, poliziotta sicura e sfrontata, ma fragile sul piano personale: incapace nei primi capitoli di mettersi a nudo, di fare i conti con se stessa e lasciarsi andare, ma che nel corso dell'inchiesta ha una bella evoluzione, non solo in termini di orientamento sessuale, una maturazione che la porterà, per certi versi, nei pressi della felicità, a cui saprà comunque rinunziare...

La sua prima indagine (tutto lascia presagire per Zamira un destino da personaggio seriale...) si concentra su un furto di ovociti, fatti crioconservare in tempi non sospetti da una donna, e forse utilizzati indebitamente da impostori: una scoperta fatta al momento in cui la donna, Rachele Simoni, ne richiede lo scongelamento al dottor Jemec... Tematiche affascinanti e dinamiche che l'autore padroneggia. Valenti, ginecologo, ha messo i "ferri del mestiere" al servizio della narrativa. Con un risultato più che gradevole: ha gettato le basi per qualcosa che può crescere e durare nel tempo.
 di Giovanni Leti

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