Il Memoriale di Portella della Ginestra diventa sito di interesse culturale
Cultura | 16 settembre 2023
Il Memoriale di Portella della Ginestra ha ottenuto il riconoscimento di "sito di interesse culturale". Si conclude così positivamente la pratica avviata qualche mese fa ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio, "sia per il suo riferimento con la storia, sia quale testimonianza unica dell’identità e della storia delle istituzioni collettive".
«Il nostro appello - dice il presidente della Regione, Renato Schifani - è stato accolto e non possiamo che esserne soddisfatti. Si tratta di un riconoscimento importante perché parliamo di un luogo che è simbolo della lotta alla mafia e della lotta contro quelle forze reazionarie che hanno tentato di soffocare lo sviluppo della Sicilia e il benessere del suo popolo. Il Memoriale testimonia l'impegno civile dei siciliani che non si sono mai arresi all'ingiustizia, anche pagando il prezzo più alto. Questo riconoscimento, da noi fortemente voluto, testimonia altresì la volontà del governo, che ho l'onore di presiedere, di combattere ogni giorno contro qualsivoglia forma di illegalità che mortifica le aspirazioni di un popolo, il nostro, laborioso e pacifico che vuole solo liberarsi da sfruttatori e criminali».
«Attraverso questo provvedimento, - aggiunge l'assessore ai Beni culturali e all'identità siciliana, Francesco Scarpinato che ha avviato l'iter - abbiamo voluto dare il giusto riconoscimento a una comunità che ha pagato la sua libertà con il sacrificio della vita. Oggi, più che mai, è fondamentale diffondere il messaggio e l’importanza di lottare contro ogni forma di criminalità e di uscire dalla logica dell’indifferenza».
Il Memoriale, che ricade nel territorio di Piana degli Albanesi, nel Palermitano, testimonia l’evento drammatico che ha segnato una pagina della storia nazionale. I sassi di Portella portano le tracce, ancora vive, di quel crimine consumato il primo maggio del '47 dalle forze reazionarie e mafiose che armarono la mano del bandito Giuliano per fermare il movimento contadino che, in quel periodo, lottava per la riforma agraria e la libertà politica e sociale delle masse più diseredate.
Il sito, divenuto simbolo della prima strage in Sicilia nel secondo dopoguerra, era già stato inserito, a partire dal 2010, nel Registro delle eredità immateriali di Sicilia (Reis) dell’assessorato ai Beni culturali. Ideato e realizzato tra il 1979 e il 1980 da Ettore de Conciliis (Avellino, 1941), con la collaborazione del pittore Rocco Falciano (Potenza, 1933) e dell’architetto Giorgio Stockel (Milano, 1938), l’opera si distingue per l’approccio emotivo al paesaggio e per una progettualità che mira, attraverso l’esaltazione della scarna fisicità del suolo, a rimarcare la solennità sacrale del posto dominato da una quiete in cui si propaga l’eco della violenza che travolse questi spazi.
Per la Soprintendenza dei Beni culturali e ambientali di Palermo, che ha curato l’iter, quest’opera è «un esempio di come si possa rappresentare un evento senza scadere nella retorica celebrativa e lontani dal monumentalismo urbano costruendo, invece, un luogo identitario nel quale la comunità, condividendo la memoria del vile attentato perpetrato in quel sito, riconosce se stessa e, rivivendo il dolore di quel giorno, preserva il ricordo dall’oblio».
La Cgil Palermo commenta positivamente la dichiarazione da parte della Regione di sito di interesse culturale del memoriale di Portella della Ginestra, opera di impegno civile oltre che luogo simbolo delle battaglie delle lavoratrici e dei lavoratori.
“Era - dichiara la Cgil Palermo - un provvedimento da tempo auspicato dalla Cgil, dall’associazione dei familiari delle vittime di Portella, dal comune di Piana, dalla Soprintendenza dei beni culturali, dallo stesso autore Ettore de Conciliis e da diversi studiosi, come la dottoressa Silvia Mazza. Adesso occorre elaborare un progetto di tutela e di restauro del sito, che oltre ad essere uno dei primi esempi di land art in Sicilia è un luogo di spiritualità laica che incarna i valori di libertà e giustizia sociale “.
Per la Cgil Palermo, Portella è come “l’altare della patria” dei lavoratori, luogo simbolo del riscatto dove dai tempi dei Fasci di fine ‘800 braccianti e contadini ascoltavano le parole di Nicolò Barbato, uno dei primi apostoli del socialismo.
A Portella è stata consumata la terribile strage mafiosa del primo maggio 1947, le cui vittime sono ogni anno ricordate dalle organizzazioni dei lavoratori.
Nei mesi scorsi era stato lanciata la richiesta affinché il memoriale venisse dichiarato (e con esso l'intero spazio), bene culturale della Sicilia.
“Un provvedimento - aggiunge la Cgil Palermo - che può rappresentare la premessa per avviare il percorso di un progetto più ambizioso, quello cioè di riconoscimento del memoriale quale patrimonio della umanità (Unesco)”.
Plaude anche il Centro Pio la Torre: "Salvaguardare Portella significa custodire la memoria e consegnarla, generazione dopo generazione, alle pagine più gloriose della storia siciliana. Una storia scritta da coloro che a mani nude, e spesso contrastati dallo Stato, lottarono contro i mafiosi e i padroni e per il riconoscimento dei diritti".
Ultimi articoli
- Lotte e sconfitte
nelle campagne siciliane
al tempo di Ovazza / 1 - La legge bavaglio imbriglia l'informazione
- Perché l’Occidente si autorinnega
- Ovazza, storia di un tecnico
prestato alla politica - Si smantella l’antimafia
e si indebolisce lo Stato - C’era una volta l’alleanza progressista
- Vito Giacalone, un secolo
di lotte sociali e politiche - Violenza sulle donne, come fermare
l’ondata di sangue - Ovazza, l'ingegnere ebreo comunista
padre della riforma agraria - Uno studio sui movimenti
studenteschi e le università