Il giorno dei discorsi dei due Presidenti in guerra

L'analisi | 22 febbraio 2023
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1.Una attività intensa

I giorni che ci avvicinano al 24 febbraio, anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina, sono stati caratterizzati da importanti appuntamenti internazionali. Attività intensa, quasi frenetica: la riunione dei ministri della Difesa della NATO (Consiglio Atlantico) a Bruxelles il 14-15 febbraio; la Conferenza sulla Sicurezza di Monaco di Baviera il 17-19 febbraio (pessima localizzazione: nel 1938 la Conferenza di Monaco non fece altro che aprire le porte alla Seconda guerra mondiale); il Consiglio Affari Esteri dell’Unione Europea il 20 febbraio; il colpo di teatro a effetto della visita lampo a sorpresa di cinque ore di Biden a Kiev (sfida a Mosca, prova di forza, dimostrazione a nemici e alleati della risolutezza del sostegno americano all’Ucraina, dimostrazione di chi comanda in Europa); il messaggio all’Assemblea federale russa di Putin martedì 21; nel pomeriggio il discorso di Biden a Varsavia.
Nel versante occidentale si è assistito ad una corsa a promettere un sempre più forte sostegno in armi e munizioni a Zelensky. Sostegno che – una fase dopo l’altra, un tipo di armi a più lunga gittata dopo l’altro – supera linee rosse appena qualche mese prima ritenute invalicabili. Siamo “dentro la guerra”, inutile girarci attorno. I servizi segreti russi hanno fatto di conto (interessato e non sappiamo quanto attendibile): da dicembre 2021 a febbraio 2023 la NATO ha fornito a Kiev 1.170 sistemi di difesa antiaerea, 440 carri armati, 1.520 veicoli da combattimento di fanteria, 655 sistemi di artiglieria.
Quanto all’atteso e temuto discorso celebrativo di Putin - nell’anniversario del famigerato intervento con il quale annunciava al mondo l’”Operazione speciale” per l’invasione dell’Ucraina e riportava indietro nel Novecento il continente europeo - è il caso di riadattare la traduzione italiana del titolo di un romanzo e poi di un film: dall’Est niente di nuovo. In un’ora e quarantacinque minuti di discorso pieno di retorica e delirante rovesciamento della realtà dal piccolo zar solo un ennesimo minestrone con i soliti ingredienti recuperati in cucina.
L’Europa è solo un continente di vassalli dove arranca l’Unione Europea ma è risuscitata la NATO che appena qualche anno fa veniva considerata in coma. Nell’Europa più vicina al confine occidentale russo la paura storica che incute il Cremlino alimenta un attaccamento da cordone ombelicale per gli Stati Uniti. Il 21 febbraio 2023 passerà alla storia come “il giorno dei discorsi dei due presidenti”. Putin in mattinata a Mosca all’Assemblea federale russa, Biden nel pomeriggio a Varsavia. Una giornata paradigmatica. E due discorsi paradigmatici come la giornata. Ripetitivi.

2.La versione di Putin

La delirante versione di Putin:
"La forza di deterrenza nucleare della Russia è dotata al 90% di armi avanzate: un livello che dovrebbe essere esteso all'intero esercito. Impossibile sconfiggere la Russia sul campo di battaglia. (…) Più useranno sistemi a lungo raggio, più dovremo tenere lontana la minaccia dai nostri confini, è chiaro e naturale. L'obiettivo dell'Occidente è portare la Russia ad una sconfitta strategica, vogliono eliminarci per sempre. Non si rendono conto che è in gioco l'esistenza stessa della Russia" ma noi “raggiungeremo i nostri obiettivi”. Secondo Putin la Russia voleva una soluzione pacifica in Ucraina per evitare l'intervento militare, ma l'Occidente giocava "con carte false" per ingannare Mosca.  La Russia produce nuove tecnologie che "migliorano la preparazione al combattimento dell'esercito e della Marina. Queste tecnologie esistono e il ritmo della loro produzione e applicazione sta migliorando".
L'Ucraina "voleva dotarsi di armi nucleari - afferma Putin - Non avevamo dubbi che a febbraio avevano pronte operazioni punitive nel Donbass, dove già avevano fatto bombardamenti e questo era in contraddizione con la risoluzione dell'Onu. Loro hanno fatto cominciare la guerra, noi usiamo la forza per fermare la guerra.  Kiev non solo voleva attaccare il Donbass, ma anche la Crimea". Ed ha aggiunto: "L'Occidente ha preparato l'Ucraina ad una grande guerra e oggi lo riconosce. L'Occidente ha già speso 150 miliardi di dollari in aiuti militari all'Ucraina, il flusso di denaro non diminuisce". "Il popolo ucraino è ostaggio del regime nazista di Kiev".  "Non siamo in guerra con il popolo dell'Ucraina". Putin ha accusato Kiev e i suoi protettori occidentali di aver "occupato il Paese politicamente, militarmente ed economicamente", dopo aver sostenuto che il regime di Kiev "tiene in ostaggio il suo popolo". 
"Negli anni '30 l'Occidente ha aperto la strada al nazismo in Germania” e "adesso fa lo stesso in Ucraina". Ha accusato l'Occidente di appoggiare anche milizie naziste in Ucraina, perché agli occidentali "non interessa niente, e sono pronti a usare chiunque" contro la Russia.  
"Perdona loro Signore, perché non sanno quello che fanno...". Lo ha detto parlando della diffusione delle nuove teorie di genere in Occidente. "Ci sono anche preti che approvano i matrimoni omosessuali", ha aggiunto. "Siamo obbligati a proteggere i nostri figli e lo faremo. Proteggeremo i nostri bambini dal degrado e dalla degenerazione". Ha denunciato la "catastrofe spirituale in Occidente", dove "la distruzione della famiglia, dell'identità culturale e nazionale, la perversione e l'abuso dei bambini, fino alla pedofilia, sono dichiarate la norma della loro vita e i sacerdoti sono costretti a benedire i matrimoni tra persone dello stesso sesso".
In tema di armi nucleari Putin ha informato che la Russia "sospende" l'applicazione dello Start, l'ultimo Trattato sulla riduzione delle armi nucleari ancora in vigore con gli Usa, perché non può permettere agli ispettori americani di visitare i siti nucleari russi mentre Washington è intenta ad infliggere "una sconfitta strategica" a Mosca. "Sospendiamo il trattato, ma non ce ne ritiriamo", ha sottolineato. “La Russia è pronta ad effettuare test sulle armi nucleari se gli Stati Uniti li faranno per primi. Sappiamo che a Washington alcuni considerano la possibilità di effettuare test di armi nucleari. Gli Usa stanno sviluppando nuovi tipi di munizioni nucleari”. Ha invitato il ministero della Difesa e Rosatom ad essere pronti per dei test sulle armi nucleari. "Non le useremo mai per primi, ma se lo faranno gli Stati Uniti dobbiamo essere pronti. Nessuno deve farsi illusioni: la parità strategica non deve essere infranta".
"L'economia russa ha superato tutti i rischi" ha detto sottolineando tra l'altro che nel 2022 il calo del Pil è stato del 2,1% rispetto alle previsioni molto peggiori del marzo del 2022, dopo l'avvio dell'operazione militare in Ucraina. "Abbiamo tutto per garantire la sicurezza e lo sviluppo del Paese" ha aggiunto. "L'obiettivo strategico è portare la nostra economia a nuovi confini, è un momento di sfide e possibilità, da come le realizzeremo dipende la nostra vita". "Espanderemo la cooperazione economica con altri Paesi e costruiremo nuovi corridoi logistici". "Grazie ad una buona bilancia dei pagamenti della Russia, non abbiamo bisogno di inchinarci e mendicare soldi all'estero". La Federazione Russa ha stanziato oltre un trilione di rubli a sostegno della sua economia per contrastare le sanzioni (occidentali): fondi che saranno reperiti non con emissione (di titoli) ma con un forte contributo del mercato. Ha aggiunto che molte industrie nell'ultimo anno non solo non hanno diminuito la loro produzione, ma l'hanno anzi aumentata e che anche l'agricoltura ha mostrato una crescita a due cifre". "Oggi a queste 4 regioni" dell'Ucraina "sotto il nostro appoggio diretto voglio dire che adesso siamo con voi, faremo di tutto perché in questi nostri territori torni la pace, la ripresa sociale e economica per far ripartire le imprese e il lavoro e costruiremo strade moderne come in Crimea". "Chi ha portato i fondi all'estero, è stato saccheggiato, derubato, ha perso tutto, erano certo risorse legalmente detenute. Aggiungerò un semplice dettaglio: nessuno dei semplici cittadini del Paese è dispiaciuto per chi ha perso i capitali all'estero, per chi si è comprato yacht e ora ha i fondi bloccati", ha detto Putin aggiungendo che "per l'Occidente sono cittadini di seconda classe". "Ma c'è una seconda scelta: lavorare per la propria patria e questi imprenditori sono tanti e qui è il futuro del business". "Invece che produrre tecnologia e creare posti di lavoro in Russia, i grandi uomini d'affari investivano in yacht all'estero". Un duro attacco agli oligarchi che si sono arricchiti a partire dalla stagione delle privatizzazioni degli anni '90, quando le aziende dello Stato venivano vendute "quasi per niente". Riferendosi ai sequestri di yacht e altri beni degli oligarchi russi all'estero, Putin ha aggiunto: "Nessuno dei comuni cittadini è dispiaciuto per coloro che hanno perso i loro capitali, yacht e palazzi all'estero". "Non supplicate (l'Occidente) per riavere i vostri soldi. Non investite all'estero ma in Russia. Lo Stato e la società vi sosterranno".
A proposito del fronte interno ha aggiunto: "La maggioranza assoluta dei russi ha espresso il proprio sostegno all'operazione militare speciale". Il Mar d'Azov è "tornato ad essere un mare interno della Russia".   "Coloro che sono sulla strada del tradimento devono essere ritenuti legalmente responsabili, ma non ci sarà una caccia alle streghe". "L'Occidente non solo ha scatenato una guerra militare e informatica e non è riuscito ad ottenere nulla e nulla riuscirà ad ottenere. Poi ci ha imposto sanzioni che hanno provocato la crescita dei prezzi e la perdita dei posti di lavoro, sono vittime delle loro stesse decisioni ed i cittadini lo sanno". "Nella difesa della Russia tutti noi dobbiamo coordinare le nostre forze e i diritti per supportare il diritto supremo e storico: il diritto della Russia ad essere forte". "La Russia ci è stata consegnata dai nostri antenati e noi dobbiamo preservarla e passarla" alle generazioni future. Su ciascuno di noi c'è una grandissima responsabilità per difendere il nostro paese e liquidare la minaccia del regime neo nazista. "Le sanzioni anti-russe sono soltanto un mezzo, mentre l'obiettivo è, come dichiarano gli stessi leader occidentali, cito direttamente: 'far soffrire i nostri cittadini". "Ecco che tipo di "umanisti" sono. Vogliono far soffrire le persone in modo da destabilizzare la nostra società dall'interno. Ma i loro calcoli non hanno dato buoni risultati". "La Russia risponderà a qualsiasi sfida. Perché siamo tutti un unico paese. Siamo un grande popolo unito. Siamo fiduciosi nel nostro potere. La verità è con noi. Grazie". (ANSA Putin: Test sulle armi nucleari se gli Usa li faranno per primi, 21 febbraio 2023)
Nella ricostruzione putiniana – più correttamente: nella propagandistica e retorica travisazione della realtà putiniana – non una parola sulla distruzione dell’Ucraina ridotta in macerie, sui missili russi che hanno centrato popolosi condomini, sui massacri di civili innocenti a fini terroristici, sulla distruzione deliberata di ospedali, asili, scuole, centrali elettriche nel paese aggredito.
Nella narrazione di Putin c’è qualcosa di schizofrenico (di impronta personale? di dottrina di regime?). I sintomi? La perdita di contatto con la realtà, l’alterazione della persona per cui si percepiscono cose che in realtà non ci sono (“L’Ucraina voleva dotarsi di armi nucleari”. “Loro hanno fatto cominciare la guerra, noi usiamo la forza per fermarla”. “La verità è con noi”). Il delirio di persecuzione (“Dobbiamo liquidare la minaccia del regime neonazista” ucraino. “Negli anni ’30 l’Occidente ha aperto la strada al nazismo in Germania” e “adesso fa lo stesso in Ucraina”. “L’obiettivo dell’occidente è portare la Russia ad una sconfitta strategica, vogliono eliminarci per sempre”). Il mondo è percepito come ostile e il sospetto può portare in certi casi a mettere in atto comportamenti aggressivi e violenti come forme preventive di difesa da eventuali minacce percepite (“Proteggeremo i nostri bambini dal degrado e dalla degenerazione” dell’Occidente. La Russia voleva una soluzione pacifica in Ucraina per evitare l’intervento militare ma l’Occidente giocava “con carte false” per ingannare Mosca).
“Nessuno sta attaccando la Russia. C'è una sorta di assurdità nell'idea che la Russia sia sottoposta a una qualche forma di minaccia militare da parte dell'Ucraina o di chiunque altro", ha avuto buon gioco ad osservare a caldo il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan.

3.La replica di Biden

La versione di Biden.
“Nel pomeriggio il presidente degli Stati Uniti Joe Biden parla a Varsavia a migliaia di persone accorse ad ascoltarlo. "Kiev resiste ed è forte", ha detto il presidente Usa aprendo il suo discorso sul palco allestito al Castello di Varsavia. "Vladimir Putin pensava che ci saremmo arresi, sbagliava", ha detto Biden, aggiungendo che le democrazie del mondo hanno risposto all'invasione dell'Ucraina.
"L'Europa è stata messa alla prova. Ma noi continueremo a difendere la democrazia a tutti i costi".  "Le democrazie del mondo si sono rafforzate, non indebolite".
"Il sostegno a Kiev è solido come una roccia, e difendere ogni centimetro del territorio della Nato è un impegno sacro; ogni attacco contro uno di noi è un attacco a tutti" ha affermato Biden menzionando l'articolo 5 della Nato e mettendo così in guardia Putin. Putin "dubita ancora della nostra capacità di resistere, ma noi non ci stancheremo mai". Putin credeva di essere un duro ma si è scontrato con la volontà di ferro" dell'America.
"L'Ucraina non sarà mai, mai sconfitta dalla Russia", ha assicurato il presidente Usa. "Gli autocrati non vanno accontentati, vanno combattuti".
La Russia ha commesso "crimini contro l'umanità senza vergogna". I russi hanno usato lo stupro come arma di guerra e rubato bambini ucraini, ha accusato Biden, definendo tutto ciò "ripugnante".
"L'Occidente non voleva attaccare la Russia come ha detto Putin oggi. La guerra è una scelta di Putin". "Gli Usa non stanno cercando di distruggere la Russia".
"Gli Stati Uniti e i loro alleati annunceranno nuove sanzioni contro la Russia questa settimana". (ANSA Biden: Difenderemo la democrazia, la guerra è una scelta di Putin, 21 febbraio 2023)

4.Precisazioni. Una grande assente: la benchè minima prospettiva di spiragli negoziali

Due precisazioni a margine dei due interventi presidenziali. Il discorso di Biden non "è stato studiato per un confronto testa con testa" con Vladimir Putin. Lo ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale Sullivan. "Non è una gara di retorica con qualcuno. È un'affermazione di valori, di una visione del mondo che vogliamo costruire e difendere".  "Abbiamo scelto questa data" per il discorso di Biden in Polonia "non perché il presidente Putin avrebbe parlato lo stesso giorno ma perchè è vicina al primo anniversario della guerra in Ucraina". "Non credo che Biden abbia seguito il discorso di Putin". (ANSA Biden: Difenderemo la democrazia, la guerra è una scelta di Putin, 21 febbraio 2023)
Nel pomeriggio è poi arrivata una precisazione dal Cremlino. La Russia continuerà a rispettare i limiti quantitativi del New Start finché il trattato è in vigore, ha precisato il ministero degli Esteri russo citato da Interfax. La Russia "continuerà a scambiare notifiche con gli Stati Uniti sui lanci di missili balistici", ha sottolineato il ministero citato dalla Tass.
La decisione della Russia di sospendere la partecipazione al Trattato New Start potrebbe essere revocata se gli Stati Uniti fanno sforzi per la ripresa delle funzioni del Trattato. "La decisione di sospendere lo Start può essere reversibile. Per fare ciò, Washington deve mostrare volontà politica, compiere sforzi coscienziosi per una generale de-escalation e creare le condizioni per la ripresa del pieno funzionamento del trattato", ha affermato il ministero, sottolineando che "Washington ha gravemente violato per lungo tempo le disposizioni centrali del trattato". (ANSA Putin: Test sulle armi nucleari se gli Usa li faranno per primi, 21 febbraio 2023)
Discorsi molto attesi, continue girandole di incontri nelle capitali, meeting, tante presenze ai massimi livelli. Una protagonista debordante: guerra e sempre più guerra. E una grande assente: la benchè minima prospettiva di pace. Neppure la benchè minima prospettiva di un timido spiraglio negoziale. Tragico.
 di Pino Scorciapino

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