Covid e spese sanitarie, i record negativi della Regione

Economia | 22 gennaio 2023
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La Corte dei Conti (sezione autonomie) ha presentato al Parlamento il Referto sulla gestione finanziaria 2020-2021 dei servizi sanitari. Si tratta di un documento particolarmente importante perché riguarda i due anni centrali della pandemia da Covid 19, che hanno sottoposto ad una durissima prova da stress l'intero sistema sanitario nazionale. Secondo le analisi della Corte il biennio 2020-2021 ha segnato una netta inversione di tendenza, con la spesa sanitaria che è cresciuta mediamente di oltre tre punti in più rispetto al valore medio del quadriennio pre pandemico. “Una crescita consistente” afferma il Referto “eppure inferiore a quella del Regno Unito (20,2%), Germania (9,7%) e Spagna (9,5%), ma superiore a quella della Francia.
Gli effetti della pandemia non si sono limitati ai maggiori costi ma riguardano anche la riduzione della domanda e della fruizione di servizi già finanziati, per via delle restrizioni alla libertà di movimento...”
Entrando nel merito delle cifre, nel riparto delle risorse per opere edilizie a finalità sanitaria alla Sicilia risultano assegnati 4.091.553 di euro. Emerge “un nuovo fenomeno legato all’impiego di strumenti flessibili e transitori per dotarsi rapidamente di personale nel periodo emergenziale, anche attraverso prestazioni di lavoro sanitarie e sociosanitarie acquistate come servizi sanitari. La Sicilia nel 2020, pur sostenendo i maggiori costi di personale in valore assoluto tra le Regioni a Statuto Speciale , ha sostenuto un costo pro capite (578,99 euro), che seppure di poco inferiore alla media nazionale 607,61, è invece molto inferiore alla media delle RSS, che è pari a 862,36 euro. La Corte ha rilevato che il costo del personale “emergenziale” nel 2020 cresce in quota inferiore rispetto all’acquisto di servizi sanitari. I servizi sanitari per l’emergenza rappresentano il 19% del totale della spesa per “Consulenze, collaborazioni, interinale e altre prestazioni di lavoro sanitarie e sociosanitarie” dell’esercizio, con punte superiori in alcune regioni, come la Sicilia che presenta un incremento del 32%.
Si nota infine, sul versante opposto, una difficoltà a coprire le posizioni stabili in organico, Poiché si tratta di un complesso documento di 265 pagine (disponibile sul isto della Corte dei conti per chi volesse approfondire) riteniamo di far cosa utile estrapolando le principali informazioni che riguardano la Sicilia.
La riunione congiunta del Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il Comitato permanente per la verifica dei Livelli essenziali di assistenza per la Regione siciliana si è tenuta il 30 novembre 2021.... Prima di esaminare il risultato di esercizio Consuntivo 2020, i Tavoli si sono occupati di riscontrare gli impegni del bilancio regionale in merito al ripristino degli stanziamenti destinati al Servizio sanitario regionale (cfr. art. 113, l. R. Sicilia 15 aprile 2021, n. 9) 312 e relativi: alla copertura della rata del c.d. mutuo sanità, ribadendo che non può gravare sul finanziamento corrente del Servizio sanitario; al rimborso degli oneri derivanti dalle gestioni liquidatorie degli enti del SSR; alla reiscrizione dei perenti afferenti i crediti del SSR verso il bilancio regionale. Relativamente al Conto consuntivo 2020, risulta dal verbale che la Regione siciliana presenta una situazione di equilibrio benché gravi impropriamente sul risultato di gestione l’onere della rata del prestito trentennale, pari a 75 mln di euro, per la quale la Regione non ha previsto la relativa copertura. Vengono registrati accantonamenti pari a 113,054 mln di euro, a fronte di un finanziamento Covid di 293,564 mln di euro, ivi comprese le risorse di cui all’Intesa Stato-Regioni n.
45/2021 (39% del finanziamento Covid): gli accantonamenti effettuati a valere sui finanziamenti definiti dai decreti-legge Covid sono finalizzati al completamento delle attività previste dai decreti-legge nazionali nel corso dell’anno 2021 (cfr. art. 26, cc. 1-4, d.l. n. 73/2021).
Con riguardo allo Stato Patrimoniale, nel rilevare che non vi sono perdite portate a nuovo, è stato confermato anche per l’anno 2020, il rilevante importo presente presso l’Istituto tesoriere, in aumento rispetto al precedente esercizio di 1.375,042 mln di euro che certamente rivela ritardi nell’erogazione delle risorse e nelle conseguenti regolazioni e pagamenti da parte delle aziende...la tardiva emissione delle note di credito, riferite peraltro anche a periodi molto risalenti nel tempo, rappresenta un elemento di criticità nel governo del SSR da parte della Regione e delle proprie aziende sanitarie. Nel corso della riunione è stato, inoltre, verificato che la Regione siciliana non ha rispettato il limite del 100% previsto dall’art. 3, co. 7, del d.l. n. 35/2013, come modificato, per l’anno 2020, dall’art. 117, co. 3, del d.l. n. 34/2020 (Al fine di far fronte alle esigenze straordinarie ed urgenti derivanti dalla diffusione del Covid 19 nonché per assicurare al Servizio sanitario nazionale la liquidità necessaria allo svolgimento delle attività legate alla citata emergenza, compreso un tempestivo pagamento dei debiti commerciali, nei confronti degli enti del Servizio Sanitario nazionale di cui all'articolo 19 del dlgs 23/6/2011 n.118, on possono essere intraprese o proseguite azioni esecutiva” n.d.r.) in quanto ha erogato al proprio Servizio sanitario regionale, entro il 31 dicembre 2020, il 99% delle risorse incassate nell’anno 2020 dallo Stato a titolo di finanziamento del Servizio sanitario nazionale, delle risorse incassate per pay back farmaceutico e delle somme che la stessa Regione, a valere su risorse proprie dell’anno, ha destinato al finanziamento dello stesso. Residuavano da erogare al SSR 86,227 mln di euro. Peraltro, in seguito a quanto rappresentato dalla Regione - di aver cioè trasferito al SSR tutte le risorse di cui trattasi alla data del 31 marzo 2021 - i Tavoli hanno ritenuto la Regione adempiente ancorché con ritardo.
A partire dal 2022, l’onere del mutuo sanità viene rimesso integralmente a carico del bilancio regionale. Sempre dal verbale si apprende che, rispetto al totale dei pagamenti effettuati nel corso dell’anno 2020, il 29% delle fatture emesse in tale anno o in anni precedenti si riferisce a fatture pagate oltre i termini previsti dal d.P.C.M. 22 settembre 2014 benché si evidenzino miglioramenti rispetto agli anni precedenti in cui la percentuale era superiore al 30%. In base ai valori forniti dalla Regione, l’indicatore di tempestività dei pagamenti dell’anno 2020, per la Regione siciliana nel suo complesso, ha fatto registrare un ritardo medio di 1 giorno, in miglioramento rispetto ai 9 giorni di ritardo dell’anno 2019 e ai 19 giorni di ritardo dell’anno 2018. I Tavoli hanno rilevato il persistere di criticità nelle coperture vaccinali chiedendo, a tal fine, maggiori informazioni sull’organizzazione e la distribuzione dei centri vaccinali sul territorio nonché sulle relative risorse umane dedicate. Anche con riguardo alla rete laboratoristica è stata reiterata la richiesta di conoscere nel dettaglio lo stato di avanzamento del processo di aggregazione delle strutture laboratoristiche private, nonché l’implementazione della rete laboratoristica pubblica ed aggiornamenti sullo stato di attuazione degli obiettivi previsti nel Programma Operativo 2019-2021 in materia.
Da ultimo, con riguardo alla riorganizzazione dell’assistenza territoriale, nel corso della riunione la Regione è stata sollecitata ad inviare il provvedimento relativo, unitamente ai piani attuativi aziendali, nonché la relazione, più volte richiesta, sull’offerta territoriale presente sul territorio, per erogatore pubblico e privato accreditato, per tipologia di utenza, con il relativo budget assegnato e il dettaglio dei relativi volumi di attività svolta negli anni 2018, 2019 e 2020. Nell'isola i Sicilia debiti verso fornitori sono passati da 1. 660.393 del 208 a 1.468.463 nel 2019 e risaliti a 1.539.999 nel 2020. La spesa farmaceutica convenzionata FSN nell'anno 2021 ammonta in Sicilia a 9.690.399.946 euro.
Diverse contestazioni risultano rivolte alla Regione Siciliana nella sezione del Referto che riguarda le parifiche regionali del settore sanitario. In particolare, le Sezioni riunite per la Regione siciliana, nella sintesi relativa al giudizio di parificazione per il rendiconto 2020, rilevano che “fra i capitoli di spesa collegati al finanziamento statale risultano inseriti gli oneri (quota capitale e la quota interessi) del prestito trentennale stipulato dalla Regione Siciliana con il Ministero dell’Economia, a titolo di anticipazione, per l’estinzione dei debiti contratti sui mercati finanziari e dei debiti commerciali cumulati fino al 31.12.2005 ai fini del risanamento strutturale dei servizi sanitari regionali ai sensi della L. 24 dicembre 2007, n. 244, articolo 2, comma 46, per effetto del comma 1 dell’articolo 6 della L.R. 17 marzo 2016 n.3. che poneva il relativo onere integralmente a carico del Fondo sanitario. Per l’esercizio 2020 risulta impegnata esclusivamente la quota interessi sul capitolo 214918 per complessive € 74.023.731,14. [...] Relativamente all’esercizio 2020, tenuto conto che la sentenza della Corte costituzionale n. 233 del 2022, depositata il 21 novembre 2022, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 6 della legge della Regione Siciliana 17 marzo 2016 n. 3, le quote prudenzialmente accantonate nel risultato di amministrazione per fronteggiare l’eventuale rischio di soccombenza dovranno essere ricondotte al sistema sanitario regionale con conseguente riduzione della parte accantonata di quest’ultimo e simmetrico incremento della parte vincolata”. Inoltre, il legislatore regionale, con l’art. 54 della l.r. n. 16/2017, modificando l’art. 90, co. 2-ter, l.r. n. 6/2001, ha annoverato fra gli enti del SSR anche l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA),... La Corte costituzionale, con sentenza n. 172/2018, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale, in violazione dell’art. 117, terzo comma, Costituzione. in materia di coordinamento della finanza pubblica, dell’art. 54 della legge della Regione siciliana 11 agosto 2017, n. 16, argomentando che “l’attribuzione all’ARPA siciliana della natura di ente del settore sanitario da parte della norma impugnata viola il principio di contenimento della spesa pubblica sanitaria, da ritenersi principio di coordinamento della finanza pubblica. A seguito dell’intervenuta pronuncia di illegittimità costituzionale, la Regione ha espunto l’ARPA dal novero degli enti del Servizio Sanitario Regionale.
Con riferimento alla gestione del Sistema sanitario della Regione siciliana, le Sezioni riunite hanno constatato il finanziamento, con le risorse del Fondo sanitario regionale, di specifiche spese del bilancio regionale non strettamente riconducibili all’erogazione dei LEA (livelli essenziali assistenza n.d,r.): nello specifico, si rileva la persistente inclusione nel perimetro sanitario di spese non strettamente correlate all’area sanitaria e/o la palese distrazione di risorse inizialmente destinate al finanziamento sanitario aggiuntivo LEA. Come evidenziato nella Relazione sul rendiconto della Regione siciliana esercizio 2019, tra le principali spese non riconducibili all’erogazione dei LEA vi sono: a) Finanziamento dell’ARPA b) Spesa per advisor contabile e consulenze; c) Finanziamento a valere sul FSR degli oneri del prestito trentennale stipulato dalla Regione siciliana, ai sensi dell’art. 6, l.r. n. 3/2016; d) Risorse destinate al Finanziamento aggiuntivo LEA... Tutto ciò conferma le doglianze dello Stato evidenziando pregiudizi sia per l’equilibrio di bilancio, sia per l’erogazione di alcune prestazioni inerenti ai LEA [...] I Tavoli tecnici concludono, pertanto, che “il continuare a porre a carico del FSR l’onere di 127,850 mln di euro nell’esercizio 2020 è suscettibile di compromettere l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza sanitaria, oltre che costituire un grave inadempimento dell’Accordo per il Piano di rientro” in quel momento ancora vigente.
 di Franco Garufi

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