Anche a scuola diseguaglianze tra Nord e Sud
Società | 9 settembre 2024
In Italia solo due bambini su cinque della scuola primaria hanno accesso al tempo pieno, mentre meno della metà degli alunni della primaria e secondaria può utilizzare una palestra o una mensa. Nonostante gli investimenti del Ministero dell’Istruzione e del Merito effettuati ad oggi nell'ambito del Pnrr per oltre 17 miliardi di euro, permangono le disuguaglianze territoriali - tra Nord e Sud, tra centri urbani e aree interne - nell’offerta di spazi e servizi educativi nella scuola italiana, come denunciato nel rapporto 'Scuole disuguali' di Save the Children.
Sono le regioni del Centro e del Nord ad avere province con oltre il 50% di accesso al servizio mensa per gli alunni della scuola primaria e secondaria di I grado (Lazio 58,4%, Toscana 55,5%, Lombardia 55,1%), con punte del 70% e oltre nelle province di Biella e Monza e della Brianza, e fino al 91,3% nella Provincia Autonoma di Trento. Le percentuali più basse riguardano le regioni meridionali quali Molise (9,4%), Sicilia (11,1%) e Puglia (18,4%). Alle mense scolastiche delle regioni del Sud e delle Isole, secondo l'analisi dell'Ong, è stato destinato il 38,1% dei fondi, sebbene queste risorse finanzino circa il 50% del totale dei progetti. Che l'impatto delle risorse Pnrr nella riduzione delle disuguaglianze territoriali sia disomogeneo è dimostrato anche da altri dati: Agrigento, Foggia, Catania, Palermo, Siracusa e Ragusa sono le province dove gli studenti che usufruiscono della mensa sono meno del 10%. Queste sei province hanno ottenuto finanziamenti per 49 interventi di costruzione, ristrutturazione o riqualificazione di spazi mensa per un valore di circa 21 milioni 500 mila euro. Trento, Biella, Monza e ùBrianza, Verbano-Cusio-Ossola, Udine e Milano sono invece le province con le più alte percentuali di alunni che fruiscono del servizio mensa a livello nazionale, cioè oltre il 65%. Queste sei province hanno ricevuto 30 milioni di euro per 34 progetti. Inoltre, dal rapporto emerge che anche tra le stesse province più svantaggiate la distribuzione delle risorse per l’accesso al servizio mensa è disomogenea. Ad esempio, Palermo ha ottenuto circa 2 milioni di euro per la realizzazione di sei interventi, mentre Foggia, dove la percentuale di studenti che usufruisce del servizio mensa è simile (8,7% contro il 6,7% di Palermo), ha ricevuto quasi 6 milioni e mezzo di euro per 18 interventi.
Anche nella disponibilità di classi a tempo pieno si riscontra una netta disuguaglianza tra Nord e Sud. La maggior parte delle province con un'offerta scolastica a tempo prolungato inferiore al 10% si trova nelle regioni del Sud e nelle Isole. Si tratta di Ragusa, Catania, Palermo, Siracusa, Campobasso, Isernia. In molti casi sono le stesse province dove minore è anche l’offerta del servizio mensa e dove la percentuale di alunni che provengono da famiglie con bassi livelli socioeconomici è particolarmente elevata. Le province del Centro e del Nord, invece, presentano percentuali di offerta superiori alla media nazionale e, in alcuni casi, come la Provincia Autonoma di Trento, Milano e Monza e Brianza, superiori al 65%.
Secondo quanto riportato nel report di Save the Children, neanche i fondi Pnrr destinati alle strutture sportive scolastiche sono sufficienti a garantire la copertura di palestre in Italia e a ridurre i divari tra le province. Un aspetto allarmante soprattutto laddove la scuola spesso rappresenta l’unica opportunità per bambini e adolescenti per praticare lo sport. A tal proposito occorre precisare che nel nostro paese un minore su tre proveniente da famiglie con scarse o insufficienti risorse economiche non pratica attività sportive, e tra gli adolescenti di 15-16 anni il 16,2% rinuncia a fare sport perché troppo costoso. Nonostante questi dati richiederebbero risposte adeguate considerato l'alto valore formativo dello sport, ad oggi meno della metà delle scuole statali primarie e secondarie (I o II grado) dispone di una palestra. Si tratta del 46,4% di queste scuole. È incoraggiante, tuttavia, riscontrare nei 433 interventi del Pnrr per la costruzione e riqualificazione delle palestre nelle scuole una distribuzione delle risorse a vantaggio delle province con più carenze: il 62,8% delle opere è stato avviato nelle regioni del Sud e nelle Isole, a cui sono stati destinati il 52,7% dei fondi complessivi. Nel report si specifica che le province con una percentuale di scuole con la palestra inferiore o uguale al 30% hanno ricevuto circa 51 milioni 330 mila euro per 72 interventi, ovvero 3 progetti ogni 100 scuole. Alle province con percentuali di palestre uguali o superiori al 65% sono stati destinati circa 17 milioni 600 mila euro per 21 interventi, ovvero 1,3 progetti ogni 100 scuole.
Le profonde disuguaglianze nell’offerta dei servizi educativi mostrano che l’obiettivo di riequilibrare la distribuzione delle risorse e degli interventi sembra raggiunto solo parzialmente. “È un campanello di allarme che deve spingere a realizzare al più presto un’analisi di impatto sulla povertà educativa di tutti gli investimenti della missione 4 del Pnrr, dedicati all’istruzione, in corso e in programma - riferisce Raffaela Milano, direttrice Ricerca di Save the Children Italia. Nei territori più svantaggiati, è necessario integrare le risorse del Pnrr con altri fondi disponibili, per garantire un’offerta di servizi educativi a tutti i minori”.
di Alida Federico
Sono le regioni del Centro e del Nord ad avere province con oltre il 50% di accesso al servizio mensa per gli alunni della scuola primaria e secondaria di I grado (Lazio 58,4%, Toscana 55,5%, Lombardia 55,1%), con punte del 70% e oltre nelle province di Biella e Monza e della Brianza, e fino al 91,3% nella Provincia Autonoma di Trento. Le percentuali più basse riguardano le regioni meridionali quali Molise (9,4%), Sicilia (11,1%) e Puglia (18,4%). Alle mense scolastiche delle regioni del Sud e delle Isole, secondo l'analisi dell'Ong, è stato destinato il 38,1% dei fondi, sebbene queste risorse finanzino circa il 50% del totale dei progetti. Che l'impatto delle risorse Pnrr nella riduzione delle disuguaglianze territoriali sia disomogeneo è dimostrato anche da altri dati: Agrigento, Foggia, Catania, Palermo, Siracusa e Ragusa sono le province dove gli studenti che usufruiscono della mensa sono meno del 10%. Queste sei province hanno ottenuto finanziamenti per 49 interventi di costruzione, ristrutturazione o riqualificazione di spazi mensa per un valore di circa 21 milioni 500 mila euro. Trento, Biella, Monza e ùBrianza, Verbano-Cusio-Ossola, Udine e Milano sono invece le province con le più alte percentuali di alunni che fruiscono del servizio mensa a livello nazionale, cioè oltre il 65%. Queste sei province hanno ricevuto 30 milioni di euro per 34 progetti. Inoltre, dal rapporto emerge che anche tra le stesse province più svantaggiate la distribuzione delle risorse per l’accesso al servizio mensa è disomogenea. Ad esempio, Palermo ha ottenuto circa 2 milioni di euro per la realizzazione di sei interventi, mentre Foggia, dove la percentuale di studenti che usufruisce del servizio mensa è simile (8,7% contro il 6,7% di Palermo), ha ricevuto quasi 6 milioni e mezzo di euro per 18 interventi.
Anche nella disponibilità di classi a tempo pieno si riscontra una netta disuguaglianza tra Nord e Sud. La maggior parte delle province con un'offerta scolastica a tempo prolungato inferiore al 10% si trova nelle regioni del Sud e nelle Isole. Si tratta di Ragusa, Catania, Palermo, Siracusa, Campobasso, Isernia. In molti casi sono le stesse province dove minore è anche l’offerta del servizio mensa e dove la percentuale di alunni che provengono da famiglie con bassi livelli socioeconomici è particolarmente elevata. Le province del Centro e del Nord, invece, presentano percentuali di offerta superiori alla media nazionale e, in alcuni casi, come la Provincia Autonoma di Trento, Milano e Monza e Brianza, superiori al 65%.
Secondo quanto riportato nel report di Save the Children, neanche i fondi Pnrr destinati alle strutture sportive scolastiche sono sufficienti a garantire la copertura di palestre in Italia e a ridurre i divari tra le province. Un aspetto allarmante soprattutto laddove la scuola spesso rappresenta l’unica opportunità per bambini e adolescenti per praticare lo sport. A tal proposito occorre precisare che nel nostro paese un minore su tre proveniente da famiglie con scarse o insufficienti risorse economiche non pratica attività sportive, e tra gli adolescenti di 15-16 anni il 16,2% rinuncia a fare sport perché troppo costoso. Nonostante questi dati richiederebbero risposte adeguate considerato l'alto valore formativo dello sport, ad oggi meno della metà delle scuole statali primarie e secondarie (I o II grado) dispone di una palestra. Si tratta del 46,4% di queste scuole. È incoraggiante, tuttavia, riscontrare nei 433 interventi del Pnrr per la costruzione e riqualificazione delle palestre nelle scuole una distribuzione delle risorse a vantaggio delle province con più carenze: il 62,8% delle opere è stato avviato nelle regioni del Sud e nelle Isole, a cui sono stati destinati il 52,7% dei fondi complessivi. Nel report si specifica che le province con una percentuale di scuole con la palestra inferiore o uguale al 30% hanno ricevuto circa 51 milioni 330 mila euro per 72 interventi, ovvero 3 progetti ogni 100 scuole. Alle province con percentuali di palestre uguali o superiori al 65% sono stati destinati circa 17 milioni 600 mila euro per 21 interventi, ovvero 1,3 progetti ogni 100 scuole.
Le profonde disuguaglianze nell’offerta dei servizi educativi mostrano che l’obiettivo di riequilibrare la distribuzione delle risorse e degli interventi sembra raggiunto solo parzialmente. “È un campanello di allarme che deve spingere a realizzare al più presto un’analisi di impatto sulla povertà educativa di tutti gli investimenti della missione 4 del Pnrr, dedicati all’istruzione, in corso e in programma - riferisce Raffaela Milano, direttrice Ricerca di Save the Children Italia. Nei territori più svantaggiati, è necessario integrare le risorse del Pnrr con altri fondi disponibili, per garantire un’offerta di servizi educativi a tutti i minori”.
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