Rubrica
Chinnici, il giudice che esplorò il sistema dei rapporti tra mafia e potere
41 anni fa erano uccisi Rocco Chinnici, gli uomini della scorta e il portiere del condominio dove abitava la famiglia di Chinnici e dal quale il magistrato ogni mattina si recava all’ufficio istruzione del tribunale di Palermo di cui era capo.Vito Lo Monaco
Le fratture che indeboliscono il movimento antimafia
Mentre nella coscienza di massa, specialmente dei giovani, è netta la ripulsa della mafia e dei suoi tentativi di condizionare la politica e la società, le organizzazioni che si occupano di lotta all’illegalità appaiono sempre più divise su linee di frattura non sempre comprensibili.Franco Garufi
Le potenzialità della politica antimafia
Sono stato sollecitato a intervenire da Emilio Miceli, attuale presidente del Centro Pio La Torre, che qualche giorno fa ha aperto con un suo testo sul sito del Centro un confronto sulla politica antimafia in Italia. È noto a tutti che si tratta di un apparato molto vasto, articolato e incisivo.Antonio La Spina
Misure antimafia attuali ma ora serve aggiornare tecniche e strategie
L’intervento di Emilio Miceli su questo sito offre stimoli alla riflessione e chiede l’assunzione di una responsabilità collettiva nell’azione antimafia, a tutti i livelli, sociale, politico e istituzionale.Franco La Torre
Abuso d’ufficio abolito, ora la corruzione in corsia preferenziale
Sono tanti i casi tipici di corruttela – da Ciancimino in avanti – dei quali la magistratura si è dovuta occupare, ottenendo esemplari condanne per i colletti bianchi e per altri funzionari e dirigenti della cosa pubblica.Elio Collovà
Cosa c’è dietro l’attacco politico alle “specialità" della legge La Torre
Al movimento antimafia di Palermo serve costruire una piattaforma condivisa sul “qui ed ora”, poiché sono legittime le preoccupazioni di un assalto generalizzato da parte del Governo all’insieme degli strumenti di legge che hanno permesso a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, insieme a tanti altri magistrati, di istruire i grandi processi a Cosa nostra, incarcerare migliaia di mafiosi e colpire i loro patrimoni.Emilio Miceli
Letture in spiaggia, in memoria di libri e giornali
Un assassino maramaldeggia nelle spiagge. Tutt’altro che sconosciuto, non si nasconde. Piuttosto imperversa. Si chiama smartphone. Le sue vittime? I libri e i giornali, la cosiddetta carta stampata.Pino Scorciapino
Giuseppe Carlo Marino, lo storico che studiava l'intreccio mafia-potere
Con la scomparsa di Giuseppe Carlo Marino il Paese perde uno degli storici siciliani che hanno esplorato e innovato la conoscenza del fenomeno mafioso dall’Unità d’Italia all’era contemporanea.Vito Lo Monaco
Mafia e appalti, la pista che viene da lontano
La notizia è diffusa da pochi giorni: l’ex magistrato Gioacchino Natoli è indagato per favoreggiamento alla mafia e calunnia. I pubblici ministeri di Caltanissetta lo indagano per aver “aiutato” i boss di Cosa nostra Antonino Buscemi e Francesco Bonura, l’imprenditore e politico Ernesto Di Fresco.Giuseppe Martorana
Palermo ricorda i tragici fatti dell’8 luglio 1960
I tragici fatti dell’8 luglio 1960, con le cariche della polizia e i quattro morti, sono stati ricordati a Palermo dalla Fillea Cgil Palermo, dalla Cgil Palermo, dall’Anpi Palermo "Comandante Barbato", dall’Arci Palermo, dal Centro Pio La Torre e dalle forze della sinistra.Miceli, l'8 luglio giorno funesto per la democrazia
Il Centro Pio la torre parteciperà alla manifestazione indetta dalla Cgil, dalla Fillea e dall’Anpi in ricordo dell'8 luglio 1960, quando quattro tra lavoratori e cittadini furono uccisi durante le cariche delle forze di polizia.8 luglio, la doppia verità sulla rivolta di Palermo
L'8 luglio 1960 Palermo fu protagonista, come altre città, di una rivolta popolare contro il governo di Fernando Tambroni che aveva ottenuto la fiducia con i voti del Movimento sociale italiano. Lo sciopero proclamato dalla Cgil venne represso dalle forze di polizia con cariche e scontri che provocarono diverse vittime.Quattro i morti di Palermo.