Ripartono i campi estivi nei beni confiscati alla mafia
Campi estivi per mille fra ragazze e ragazzi nei beni confiscati alla criminalità organizzata e gestiti dalle cooperative sociali in quattro regioni: Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Li prevede il Protocollo d’intesa siglato a Locri (RC) dalla Ministra Lucia Azzolina, dal Presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra alla presenza del Procuratore Nicola Gratteri, che impegna il Ministero dell’Istruzione e la Presidenza della Commissione Parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie a realizzare percorsi di educazione per studentesse e studenti e di formazione per i docenti sui temi della legalità. Luoghi simbolo che ospitano campi estivi con l’obiettivo di sensibilizzare studentesse e studenti, di guidarli per fare di loro sentinelle attive nel contrasto di tutte le mafie. Da Casal di Principe (CE) a Cerignola (FG), da Corleone (PA) a Isola di Capo Rizzuto (KR), sono in tutto mille fra ragazze e ragazzi ad essere coinvolti nei quaranta giorni previsti di attività. Tutti giovani che conosceranno dal vivo la realtà dei beni confiscati e potranno vedere con i loro occhi come luoghi sottratti a chi danneggiava il tessuto socio-economico del loro territorio possano avere nuova vita e diventare parte di una economia legale. Undici le cooperative che organizzeranno i campi.
“Con questa intesa- ha detto la Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina- diamo la possibilità ai nostri ragazzi di partecipare gratuitamente ai campi estivi organizzati all’interno dei beni confiscati e gestiti da cooperative sociali. Un piccolo ritorno alla normalità, dopo i mesi che abbiamo vissuto e in attesa di fare rientro a scuola, a settembre, in presenza e in sicurezza”.
“Porteremo giovani e studenti a conoscere e vivere la realtà dei beni confiscati alle mafie - ha ribadito il Presidente Commissione Parlamentare Antimafia Nicola Morra. Potranno toccare con mano come sia possibile fare economia legale ed etica in un territorio mortificato dalla criminalità organizzata. Daremo in concreto ai nostri ragazzi la possibilità di comprendere le differenze e scegliere in futuro la strada giusta, fatta di cultura e legalità”. “Gestire un bene confiscato alla mafia- ha detto il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri- è molto difficile, qui si fa impresa solidale. Questo è un grande insegnamento di antimafia vera e concreta”.
Il Protocollo si articola in un Piano pluriennale che prevede la collaborazione tra il Ministero dell’Istruzione e la Commissione Parlamentare Antimafia per attività formative e informative che coinvolgano docenti e studenti, con percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, visite didattiche e gemellaggi. Ma anche convegni, seminari di studio, manifestazioni, occasioni di confronto mediante la condivisione delle esperienze di chi combatte la mafia quotidianamente e di chi gestisce beni confiscati, con progetti formativi anche al di fuori delle aule scolastiche.
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