Investimenti in calo al Sud, la Sicilia va meglio ma non tanto

Economia | 21 marzo 2020
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I giorni del Coronavirus obbligano a concentrare, com'è naturale, tutte le attenzioni sulle misure necessarie a contenere l'epidemia. Anche le risorse europee andranno incanalate nello sforzo collettivo destinato a consentire al paese ed agli italiani di affrontare e superare la situazione di più straordinaria emergenza in cui ci siamo mai trovati nei 75 anni intercorsi dalla fine della seconda guerra mondiale. In questa direzione vanno anche le dichiarazioni del ministro per il Sud Giuseppe Provenzano che, nell'intervista rilasciata al Mattino di Napoli lo scorso 15 marzo ha affermato che i Fondi europei non ancora impegnati e risorse del Fondo sviluppo coesione saranno finalizzati a rafforzare, da subito e con procedure semplificate, le misure del governo destinate a fronteggiare l'emergenza sanitaria e a sostenere lavoratori e imprese. La Commissaria europea agli Affari regionali, Elisa Ferreira, ha convenuto in tal senso con il governo italiano. Ne deriverà un importante contributo alle misure per fronteggiare l'emergenza da Covid-19 e preparare la ripartenza. 

Si potrà, in concreto, favorire l'acquisto di servizi, strumentazioni e macchinari sanitari destinati a fronteggiare l'epidemia. Inoltre, sarà possibile aiutare le pmi a fronteggiare lo choc economico anche attraverso il sostegno al capitale circolante,e finanziare forme di compensazioni salariali per i lavoratori, anche legate alla riduzione dell'orario di lavoro.

 Gli investimenti pubblici al Sud sono diminuiti. Il Country Report della Commissione Europea dedicato all'Italia pubblicato il 26 febbraio scorso conferma che tra il 2008 e il 2018 la spesa pubblica è aumentata al Centro-Nord (+1,4 %) ed è diminuita in modo significativo al Sud (-8,6 %) . Gli investimenti pubblici in Italia sono scesi dal 2,9 % del PIL nel 2007 al 2,1 % del PIL nel 2018, principalmente a causa di una diminuzione degli investimenti a livello locale, in particolare nelle regioni meno sviluppate. Nel 2018 il livello di investimenti nei lavori pubblici al Sud (102 EUR pro capite) ha rappresentato meno del 40 % di quello del Centro-Nord (278 EUR pro capite) e la quota di investimenti pubblici destinata al Mezzogiorno è stata pari al 29,6 % (contro il 39,2 % nel 2000) . 

Per quanto riguarda l'impegno dell'Italia in termini di investimenti pubblici nazionali al Sud nel periodo 2014-2020 stabilito nell'accordo di partenariato, sono state sollevate preoccupazioni circa la capacità dell'Italia di rispettare il requisito di addizionalità per i Fondi strutturali e d'investimento europei ed è stata ribadita l'importanza decisiva di accelerare gli investimenti pubblici per far fronte alle esigenze delle sue regioni meno sviluppate. Nel documento (pag.77) si evidenziano le gravi difficoltà del sistema di gestione dei rifiuti in Sicilia presentano dove permane un tasso molto basso di raccolta differenziata e molto elevato di smaltimento in discarica. Oltre la metà delle 45 discariche non conformi si concentrano in tre regioni meridionali: 16 di esse si trovano in Calabria, 5 in Sicilia e 4 in Campania. 

La Sicilia genera ogni anni 457,9 Kg di rifiuti urbani per abitante a fronte di un dato italiano pari a 499,7Kg. Uil 69,1% di essi finisce in discariche a norma, a fronte del 21,5% dell'Italia, la percentuale siciliana di raccolta differenziata di rifiuti urbani è pari al 29,5% appena metà del dato nazionale 58,1%, in Sicilia non viene praticato l'incenerimento che invece a livello nazionale arriva al 18%. (Documento di lavoro dei servizi della Commissione. 

Relazione per paese relativa all'Italia 2020 consultato il 20/3/2020 ore 11,28). All'interno di tale quadro di criticità vanno letti i dati appena pubblicati dall'Agenzia della Coesione territoriale sull'avanzamento della spesa dei fondi comunitari al 29 febbraio scorso. 

La Sicilia ha speso poco più di 1, 216 miliardi sul programma operativo regionale FESR su un totale di 4,273 di dotazione del programma, il FSE 191,5 su un totale di circa 800 milioni. Sono dati che segnano un indubbio avanzamento rispetto al 31 agosto dell'anno passato quando la spesa del FESR era ferma a 784,93 milioni e quella del FSE a 123,16 Lo sforzo c'è stato e per onestà bisogna darne atto all'amministrazione regionale ed alla costante pressione sulla Regione operata dall'Agenzia per la coesione. Tuttavia, considerato che siamo già nella fase di programmazione del nuovo ciclo 2021-2027 resta ancora da percorrere un bel tratto di strada. Per l'utilizzo completo delle risorse strutturali europee a disposizione dell'isola. E' auspicabile che, nella scia dell'iniziativa preannunciata dal ministro, anche nell'isola si possa rapidamente dar luogo ad una rimodulazione delle risorse non utilizzate soprattutto del fondo di sviluppo regionale per fronteggiare l'emergenza senza precedenti che ci troviamo ad affrontare, evidentemente scritto prima che l'epidemia si diffondesse in Italia, Il Sole 24 ore titola che la diminuzione dei consumi di energia elettrica verificatesi nella settimana scorsa ha un precedente solo nel 1943, l'anno più tragico per l'Italia della seconda guerra mondiale. E' un'altra prova di quanto grande sia la prova che stiamo attraversando. 

Slavj Zizek, filosofo e politologo sloveno in “Virus. Catastrofe e solidarietà” (Ponte alle Grazie, marzo 2020) scritto quando ancora Wuhan sembrava lontana dalla nostra vita quotidiana ha scritto parole quasi profetiche: “..la Wuhan di oggi somiglierà ad una città del nostro futuro . Molte distopie hanno già immaginato un futuro simile, nel quale restiamo a casa, lavoriamo al computer, comunichiamo tramite videoconferenze, facciamo ginnastica su una macchina ,..ci facciamo consegnare i pasti a domicilio e così via.” Esattamente la situazione che stiamo vivendo....

 di Franco Garufi

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