I pregiudizi del governo gialloverde che non si riescono a superare

Politica | 28 aprile 2019
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Come è noto l’attuale governo è nato da una emergenza istituzionale oltre che politica. Dalle elezioni non è uscita nessuna maggioranza omogenea per cui si è ritenuto che l’unico governo possibile, almeno numericamente, fosse quello che poi si è costituito: l’attuale , sostenuto dal movimento 5 Stelle e dalla Lega, due forze politiche molto diverse per ispirazione e programmi.

Consapevoli di tali diversità i due partiti, su proposta del Movimento 5 Stelle , hanno convenuto di porre alla base dell’azione di governo un “contratto”, una sorta di sintesi dei programmi non sempre estesa però alla fissazione dei tempi e delle modalità di soluzione dei problemi .

Stando a quanto è emerso nella stesura del”contratto” si è partiti dalle seguenti premesse:

a) priorità al problema dei migranti ed alla chiusura dei porti italiani;

b) bocciatura dell’attività dei governi precedenti di centrosinistra e delle elite che li hanno ispirati, compresa la Commissione Europea, La Banca d’Italia, ecc. e largo ad una politica ispirata dal popolo non necessariamente vincolata all’austerità;

c) priorità a due provvedimenti-simbolo di tale politica: il reddito di cittadinanza caro al Movimento 5 Stelle e la cosiddetta quota 100 cara alla Lega;

d) rottamazione delle cartelle esattoriali;

e) flat tax per le attività professionali minori.

Il “contratto” in linea di massima ha funzionato tra le due parti contraenti anche se, non contemplando tempi e modi fissi di soluzione dei problemi (vedi Tav) , ha spesso determinato discussioni e malintesi forse anche per la prossimità delle elezioni europee alle quali i due partiti che sostengono il governo intendono presentarsi con una propria politica. Bisogna però riconoscere che entrambe le forze di governo hanno mantenuto l’impegno di realizzare i due provvedimenti- bandiera, rispettivamente il reddito di cittadinanza e la quota 100 per le pensioni, cosi come la politica dei porti chiusi ai migranti, in questo ultimo caso con qualche mugugno da parte del Movimento 5 Stelle.

Sul piano economico il “contratto” predetto e le realizzazioni relative continuano a suscitare perplessità.

Alle perplessità iniziali connesse alla disputa del Governo con la Commissione Europea circa la misura del rapporto deficit/pil ed in genere circa il problema del debito pubblico e della sua sostenibilità , disputa che ha determinato il raddoppio dello spread tuttora esistente, si sono aggiunte, in parte forse anche per la politica di questo governo, quelle legate ai danni della recessione in atto che complicano la situazione e rendono più problematica la realizzazione del resto del programma .

Vero è che per combattere tale evenienza e gli effetti recessivi in atto il governo ha varato alcuni provvedimenti tendenti a sbloccare alcuni investimenti ( il Decreto Crescita ed il Decreto Sblocca-Cantieri) ma secondo molti osservatori non si ritiene che si possano ottenere grandi risultati non solo perché “la coperta è corta”ma anche perché, come si è visto nelle premesse del “contratto”, si è preferito puntare sui consumi piuttosto che sugli investimenti, non si è messo mano ai tagli della spesa improduttiva, non si è affrontato il grande tema della produttività della pubblica amministrazione .

Si aggiunga, per avere un quadro meno approssimato delle difficoltà del governo , che la realizzazione di taluni provvedimenti, come ad esempio quella del reddito di cittadinanza alla quale sono interessate centinaia di migliaia di persone, suscita sul piano organizzativo forti perplessità per cui è ragionevole ritenere che eventuali delusioni in questo settore, unite ai problemi connessi al crescere del debito pubblico e agli effetti della recessione, potrebbero creare serie difficoltà e compromettere la tenuta della coalizione. Per altro ora la Lega pone il tema della estensione della flat tax alle famiglie con inevitabili discussioni circa la sua opportunità in termini attuali dati gli impegni finanziari del paese. Inoltre il caso Siri agita la maggioranza di governo.

Nonostante queste difficoltà ed in genere le crescenti differenze di vedute su molti problemi da parte dei due partiti che lo sostengono il governo ostenta sicurezza anche perché in base ai sondaggi avrebbe circa il 60% dei consensi dopo dieci mesi dalla sua nascita. Il fatto nuovo , sempre secondo i sondaggi, sarebbe solo una diversa distribuzione dei consensi all’interno della maggioranza con uno spostamento dei favori a vantaggio della Lega che secondo le stesse indagini sarebbe il partito di maggioranza relativa.

 di Diego Lana

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