Fondi europei, le trattative sulla programmazione 2021-2027

Economia | 22 maggio 2019
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Mentre in Sicilia molti, compresi quelli che ne portano le maggiori responsabilità, si esercitano nel pianto del coccodrillo sui ritardi e le occasioni sprecate nella spesa dei fondi strutturali europei, a livello nazionale è già cominciato il lungo e complesso iter che porterà alle scelte per il nuovo ciclo di programmazione 2021-2027. Circola infatti da qualche settimana il documento preparatorio per il confronto partenariale del Dipartimento per le politiche di coesione di coesione della Presidenza del Consiglio, che sintetizza le principali scelte che l'Italia si propone di porre sul tavolo del negoziato europeo. Le amministrazioni centrali dello Stato, le regioni, il sistema delle autonomie locali, il partenariato economico sociale saranno chiamati a partecipare alla definizione delle scolte di merito che apriranno la strada agli investimenti dei fondi SIE. Il negoziato a livello europeo è lungi dall'essere concluso, ma la Commissione Europea nel Country Report dedicato all'Italia ha esposto le sue opinioni preliminari sui settori d'investimento prioritari e sulle condizioni quadro per l'attuazione efficace della politica di coesione per il prossimo settennio . 

Il Report costituisce la base per il dialogo tra il nostro paese ed i servizi della Commissione. Il Report è l'allegato per l'Italia del regolamento Common Provvision Regulation (CPR) che contiene le disposizioni comuni ai fondi strutturali e di investimento europei post 2020. Proposto dalla Commissione ed approvato con modifiche dal Parlamento Europeo lo scorso febbraio. Il CPR si applica al FESR , al nuovo FSE plus (nel nuovo bilancio il vecchio fondo sociale lascia il posto al nuovo FSE plus che assorbe anche l'Iniziativa Occupazione Giovani, al cui finanziamento la Commissione ha proposto di destinare ben 100 miliardi), al fondo di coesione , al FEAMP , al fondo per la sicurezza interna (ISF) ed allo strumento per la gestione delle frontiere e dei visti (BMVI). L'Assemblea di Bruxelles ha respinto la proposta di bloccare i finanziamenti UE in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi previsti dagli stati membri nell'ambito del semestre europeo (la cosiddetta condizionalità), ciò che lascia più ampio margine di autonomia ai singoli stati membri nella gestione delle risorse delle politiche di coesione e si è opposta alla riduzione di circa il 14% dei fondi per le politiche di coesione rispetto ai 378 miliardi di euro del ciclo precedenti richiesta dalla Commissione.

 La struttura del nuovo programma introduce alcune novità di rilievo. Vengono definiti cinque obiettivi di policy, cioè grandi scelte - ciascuna delle quali definita col segno più- che hanno valenza strategica ed hanno lo scopo di concentrare e rendere efficiente la spesa: Il primo OP si chiama Europa più intelligente ed assume al suo interno, tra gli altri, quattro obiettivi specifici: rafforzare la capacità di ricerca ed innovazione e l'introduzione di tecnologie avanzate , permettere ai cittadini, alle imprese ed alle amministrazioni pubbliche di cogliere i vantaggi della digitalizzazione, rafforzare la crescita e la competitività dell PMI , sviluppare le competenze per la specializzazione intelligente, la transizione industriale e l'imprenditorialità. Il secondo obiettivo di policy viene definito Europa più verde e contiene a sua volta gli obiettivi specifici di promuovere l'adattamento ai cambiamenti climatici, la prevenzione dei rischi e la resilienza alle catastrofi, le misure di efficienza energetica, le energie rinnovabili, la gestione sostenibile dell'acqua, la transizione verso un'economia circolare, ecc. Europa più connessa si propone di sviluppare una rete di TEN-T (insieme di infrastrutture lineari come ferrovie, strade e vie fluviali e puntuali come porti , nodi urbani, interporti ed aeroporti) considerate rilevanti a livello comunitario. La Sicilia in tale ambito è interessata dal corridoio scandinavo - mediterraneo che parte, nel tratto italiano, dal valico del Brennero ed arriva fino a Palermo.

 Un altro obiettivo specifico prevede lo sviluppo di una mobilità locale regionale e nazionale intelligente, intermodale, resiliente ai cambiamenti climatici sostenibile. Infine è centrale la promozione della mobilità urbana sostenibile. Il quarto OP che sarà sostenuto soprattutto dal nuovo FSE+ si chiama Europa più sociale e ha lo scopo dichiarato di garantire un consistente rilancio della dimensione sociale dell'Unione. In particolare si punta a migliorare l'accesso all'occupazione di tutte le persone in cerca di lavoro, in particolare i giovani e i disoccupati di lungo periodo. Grande attenzione si presta anche al potenziamento della occupabilità delle persone inattive, promuovendo il lavoro autonomo e l'economia sociale. Il quinto OP costituisce una novità rispetto all'impostazione tradizionale della programmazione dei fondi SIE. Europa più vicina ai cittadini assume infatti come obiettivo di promuovere lo sviluppo sociale, economico ed ambientale integrato soprattutto sul versante del patrimonio culturale e della sicurezza delle aree urbane. Inoltre viene messa in valore la possibilità di incrementare il patrimonio culturale e la sicurezza delle aree rurali mediante iniziative di sviluppo locale di tipo partecipato. Il documento predisposto dalla presidenza del Consiglio presenta un approccio in parte innovativo, nella misura in cui lancia l'idea di intrecciare la cornice europea degli OP con quattro temi unificanti: il lavoro di qualità, il territorio e le risorse naturali nella prospettiva delle generazioni future, l'omogeneità e la qualità dei servizi per i cittadini e la cultura come veicolo di coesione economica e sociale. Il primo ed il quarto tema contengono novità interessanti: infatti dare centralità all'utilizzo dei fondi europei per creare nuova e qualificata occupazione è una risposta concreta al drammatico divario territoriale che caratterizza l'occupazione in Italia e che crea barriere all'ingresso al mercato del lavoro ai giovani ed alle donne. In questa direzione si pone l'accento sulla necessità di incentivare la creazione nel Mezzogiorno di imprese ad alta innovazione tecnologica e sulle ampie e crescenti possibilità occupazionali offerte dall'ampio spettro di attività in cui operano enti senza scopo di lucro. Agli investimenti nel campo della cultura vengono riconosciuto ruolo trasversale e rilevanza strategica.

 L'idea centrale del documento presentato al partenariato è che ciascuno dei quattro elementi unificanti sia riferibile a diversi obiettivi di policy: da qui nasce la necessità di proposte fortemente integrate che configurino ipotesi di sviluppo dei territori capaci di mettere in sinergia e valorizzare l'insieme dei fattori di sviluppo. Siamo naturalmente ancora ad affermazioni di carattere generale che richiederanno una reale e forte capacità del partenariato di cimentarsi con idee concrete e fornire soluzioni praticabili. Il percorso avviato vede protagoniste le regioni alle quali, insieme alle amministrazioni centrali, è affidato il coordinamento dei tavoli per ciascuno degli obiettivi di policy. La Sicilia potrà, se ne sarà capace, avere un ruolo di primo piano: ad essa, insieme alla Toscana, è affidato il tavolo sull'Europa sociale che, per una regione che versa in condizioni drammatiche, può rappresentare un'occasione per avviare il cambiamento che appare ormai indispensabile. Ci auguriamo sinceramente di non trovarci, alla fine, davanti all'ennesima occasione perduta.

 di Franco Garufi

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