Accelera in Vaticano la canonizzazione del giudice Livatino

Società | 5 novembre 2019
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Nuovo ed importante impulso nella complessa procedura per la Canonizzazione di Rosario Livatino il giovane magistrato agrigentino ucciso a neanche 38 anni di età la mattina del 21 settembre 1990. Con la propria utilitaria e senza scorta stava recandosi in tribunale per la sua ultima giornata di lavoro prima delle ferie estive posticipate per cedere ai colleghi con famiglia o originari da fuori Agrigento il periodo migliore. Arriva direttamente dal capo dell’Arcidiocesi di Agrigento, il cardinale Montenegro. Il presule infatti ha indicato alla Congregazione per la causa dei Santi quale postulatore generale monsignor Vincenzo Bertolone assumendo così la curia di Agrigento il fondamentale ruolo di “actor causa” e sostituendosi all’associazione “Amici del Giudice Rosario Angelo Livatino” che è riuscita a versare con difficoltà la cauzione per il trasferimento della causa di Canonizzazione da Agrigento a Roma. Così Rosario Livatino e don Pino Puglisi da qualche tempo condividono anche lo stesso Postulatore Generale. Non solo quindi accomunati da tratti del loro carattere e del loro apostolato; ognuno nel proprio settore e nella propria vita ma comunque in posti di frontiera. Monsignor Vincenzo Bertolone, Arcivescovo di Catanzaro-Squillace, come Rosario Livatino è della provincia di Agrigento. Di San Biagio Platani esattamente dov’è nato il 17 novembre 1946. Toccherà a lui seguire adesso presso la Congregazione delle cause dei Santi la fase romana del processo di canonizzazione la cui fase diocesana è stata aperta il 21 settembre 2011, a 21 anni dall’assassinio di Rosario Livatino, e chiusa il 3 ottobre 2018 nel giorno del suo compleanno. Monsignor Vincenzo Bertolone è un prelato molto attivo ed esperto in materia di processi di Beatificazione e Canonizzazione. Il più famoso per noi siciliani è forse quello di don Pino Puglisi che dopo un periodo di stasi grazie proprio a Bertolone è giunto ad un primo importante risultato con la proclamazione di Beato del prete di Brancaccio che con il suo sorriso ha fatto tremare la mafia. Altri processi importanti quelli dei Beati Giacomo Cusmano e Francesco Spoto. La scelta di nominare Bertolone quale Postulatore Generale del processo di canonizzazione di Rosario Livatino, che potrebbe diventare il primo magistrato elevato agli onori degli altari, ed il fatto che sia stata fatta personalmente dall’Arcivescovo di Agrigento, il Cardinale Francesco Montenegro, attribuisce ulteriore importanza ed autorevolezza all’incarico. Con l’atto di nomina a Postulatore Generale di monsignor Vincenzo Bertolone da parte del capo dell’arcidiocesi metropolita agrigentina, registrato in segreteria della Congregazione delle Cause dei Santi in Vaticano, cambia di fatto l’”actor causa” che nella fase romana adesso è la Curia di Agrigento. Questo significa voler ufficializzare e sottolineare da parte del capo dell’Arcidiocesi di Agrigento una consapevole e diretta assunzione di responsabilità nel sostenere il processo di Canonizzazione Rosario Angelo Livatino che S. Giovanni Paolo II con spirito profetico definì nel maggio 1993 “Martire della Giustizia e, indirettamente, della Fede”. Per Luigi Accattoli, Vaticanista del Corriere della Sera, in una intervista del 2003 Livatino vissuto ai tempi iniziali della Chiesa oggi sarebbe già stato proclamato “Dottore della Chiesa” e per questo elevato agli onori degli altari” . Un atto di assunzione diretta di responsabilità da parte di monsignor Francesco Montenegro che ha sempre creduto molto nella figura del servo di Dio Rosario Angelo Livatino che ad ogni trasferta e visita pastorale fuori provincia è tra le prime domande dei suoi interlocutori. Al momento il postulatore diocesano don Giuseppe Livatino sarà il referente del Postulatore Generale. Toccherà al Cardinale Montenegro d’intesa con monsignor Bertolone decidere se confermare don Giuseppe Livatino nel ruolo di delegato e nominare o assumere in se anche la carica di Amministratore dei beni del processo di Canonizzazione nello stesso arcivescovo di Catanzaro-Squillace. “In ogni caso –dicono Valentina Garlandi e Riccardo La Vecchia, presidenti dell’associazione Livatino e Tecnopolis- noi ed i nostri pochi soci continueremo a fare la nostra parte come sempre soprattutto in tema di diffusione della Memoria e Testimonianza perché la figura di Rosario Livatino è di profonda attualità”. A distanza di quasi trent’anni infatti è impressionante l’attenzione che riveste questa figura non solo dal mondo cattolico e scolastico ma anche nei più diversi spaccati della società. Le associazioni sono impegnate oltre nel cercare di reperire risorse per sostenere la fase romana del processo di Canonizzazione anche per acquisire “Casa Livatino” dove visse sino a quel 21 settembre il servo di Dio e la vecchia Ford Fiesta amaranto con cui il magistrato armato della sua fede andò incontro alla morte non sapendo che la sua eliminazione fisica spegnendo una fiammella avrebbe acceso un candelabro… 

 di Enzo Gallo

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