Comunicati stampa | 27/11/2006

Un video di Carlo Lucarelli per il secondo appuntamento del Progetto Educativo Antimafia

 

PALERMO, 27 novembre 2006. Proseguono gli appuntamenti del progetto educativo antimafia promosso dal Centro studi “Pio La Torre”. Domani mattina alle ore 10, presso il Cinema Rouge et Noir di piazza Verdi, sarà proiettata -in anteprima- la puntata di Blu notte “Terra e Libertà”, realizzata da Carlo Lucarelli e Giuliana Catamo. Il video, prodotto dalla Rai, ricostruisce le vicende e i contesti in cui maturarono gli omicidi di Salvatore Carnevale, Placido Rizzotto e Accursio Miraglia. Tre sindacalisti siciliani uccisi dalla mafia tra il 1947 e il 1955. Ad introdurre la proiezione, il cui ingresso è libero, saranno Nino Mannino, del centro studi Pio La Torre, Giuseppe Silvestri (rettore dell’università di Palermo) e Giuliana Catamo, regista e autrice del video.
L’iniziativa fa parte del progetto educativo“L’impegno e il sacrificio di una generazione contro la mafia, per la modernizzazione della Sicilia”, rivolto a 5 mila studenti degli istituti superiori siciliani. Il progetto, promosso per celebrare il 25° anniversario dell’assassinio di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, prevede un ciclo di dieci appuntamenti, fra video-conferenze, proiezioni e dibattiti.

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Intervista a Carlo Lucarelli
TERRA E LIBERTA’

"SENZA LA MAFIA LA SICILIA AVREBBE CAMBIATO IL CORSO DELLA STORIA”

“Quale sarebbe stata la storia della Sicilia e dell’Italia se non ci fosse stata la mafia? Se gente come Salvatore Carnevale, Placido Rizzotto e Accursio Maraglia avessero potuto esprimere liberamente le loro idee? Carlo Lucarelli, scrittore e conduttore del programma di Raitre “Blu Notte”, non ha dubbi: “Questa terra sarebbe stata un incredibile laboratorio capace di cambiare il corso della nostra storia”. Incontriamo l’autore di libri gialli e noir a Sciara. Dove il Comune, insieme alla Cgil e al Centro Pio La Torre, lo hanno invitato per presentare in anteprima la puntata dedicata ai tre sindacalisti uccisi dalla mafia tra il ‘47 e il ‘55.
Perché ha deciso di raccontare questi tre omicidi di mafia?
“Non conoscevo bene queste storie - ammette Lucarelli – perché sovente dinanzi all’enormità di tali tragedie c’è sempre il rischio del pensiero astratto. Ma quando le affronti singolarmente, vedi i loro volti e scopri quali ideali animavano questi uomini, capisci che hai il dovere di raccontarle. Capisci che questa storia che parla di mafia va recuperata perché è un pezzo della storia d’Italia”.
Qual è il quadro che ne viene fuori?
“Può sembrare strano ma sono storie bellissime perché parlano del sacrificio di uomini morti per le proprie idee. E già questo è meraviglioso. Ma lo è di più quando si scopre che erano idee al servizio dell’altrui felicità”.
Miraglia, Rizzotto e Carnevale erano dunque degli eroi?
Credo che Accursio, Placido e Turiddu fossero eroi cosiddetti banali, ma non nell’accezione negativa. Per banali intendo persone normali, gente comune e indifesa che diventa martire per ciò in cui crede.
Erano soli?
“Dall’idea che mi sono fatto da osservatore esterno, non erano soli. A loro fianco c’erano i familiari, gli amici e i compagni. Anche questi eroi civili, perché appartenenti al popolo ed ancora più indifesi. Dopo la morte dei tre sindacalisti, si assistette infatti ad una grande mobilitazione. In tanti trovarono il coraggio di parlare, fare nomi e affrontare processi.
Che cosa ottennero?
“Francesca Serio è morta senza aver mai visto puniti gli assassini del figlio Salvatore Carnevale. Lo stesso accadde a Carmelo Rizzotto, padre di Placido, e ad Eloisa Miraglia, sorella di Accursio. Oltre alla mafia, si trovarono a dover affrontare infatti anche lo Stato. Per questo il loro coraggio è ammirevole”.
Dedicherà una puntata di Blu Notte anche a queste battaglie civili?
“Sicuramente, perché dimostrano che la lotta alla mafia in quegli anni fu una storia corale”.

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