Comunicati stampa | 24/03/2006

Tusa ricorda il dirigente socialista ucciso per mano mafiosa

PALERMO, Venerdì 24 marzo 2006

40° ANNIVERSARIO DELL'UCCISIONE DI CARMELO BATTAGLIA
TUSA RICORDA IL DIRIGENTE SOCIALISTA CADUTO PER MANO MAFIOSA


Tusa (Me), 24 marzo 2006. "Anche il nome di Carmelo Battaglia dovrà figurare fra le vittime della mafia riconosciute dalla Regione siciliana". A lanciare la proposta stamane è stato il presidente del Centro studi Pio La Torre, Vito Lo Monaco, durante il convegno dedicato a "Carmelo Battaglia - caduto per mano mafiosa per la libertà degli allevatori e dei contadini". Teatro della manifestazione, organizzata in occasione del 40° anniversario del barbaro assassinio, è stata la palestra dell'Istituto comprensivo di Tusa. La giornata era iniziata con la visita al cippo commemorativo di contrada Santa Caterina, dove è stata deposta una corona di fiori. Il corteo ha poi raggiunto l'ingresso del paese che da oggi ha una via dedicata al dirigente socialista ucciso dalla mafia all'alba del 24 marzo 1966. A scoprire la targa, insieme al sindaco Domenico Di Maggio, è stata Angelina Battaglia, figlia di Carmelo.
Il centro studi Pio La Torre ha proposta alla dirigente scolastica Maria Attinello di intitolare anche l'istituto comprensivo alla memoria di Battaglia.
"Nessuna risposta - ha ricordato il primo cittadino tusano - possiamo dare a 40 anni dall'uccisione. Non conosciamo ancora il volto di chi quella mattina barbaramente lo uccise procurando un dolore a tutta la comunità. A distanza di tanti anni - ha aggiunto Di Maggio - da sindaco sento ancora il peso di quell'azione violenta subita da un amministratore comunale". A ricordare la figura di "uno dei più illustri combattenti per la giustizia sociale", è stato il presidente della Legacoop Sicilia Elio Sanfilippo: "Il sogno di Carmelo Battaglia oggi si avvera: le cooperative sono diventate uno strumento di associazionismo che danno pari opportunità a tutti i soci. Sono portatrici di legalità. Un esempio è rappresentato dalle cooperative giovanili che oggi lavorano i terreni confiscati alla mafia. Carmelo Battaglia - ha concluso Sanfilippo - ci ha insegnato che non bisogna chinarsi mai alla prepotenza e al sopruso".
Lo storico Giuseppe Carlo Marino, docente dell'Università di Palermo, ha parlato di "giornata da consegnare alla storia per l'unione civile che rappresenta per Tusa. La presenza -infatti- dei carabinieri, della finanza, della chiesa, della scuola e dell'amministrazione comunale dà l'dea di una manifestazione corale che ha visto tutto il paese riunito attorno alla figura di Carmine". Ai agli studenti delle scuola media che, insieme alle autorità, hanno gremito la palestra scolastica, ha spiegato che "la mafia non è solo illegalità, violenza ingiustizia e arroganza, ma soprattutto interessi economici e arricchimento illecito. Battaglia fu un martire della rivolta dei piccoli allevatori che volevano costruire un avvenire dignitoso contro la prepotenza e gli interessi mafiosi. Venne quindi considerato un pericoloso avversario, per questo lo ammazzarono". A concludere i lavori del convegno,che ha fatto registrare la partecipazione di oltre duecento fra studenti e cittadini, è stato Vito Lo Monaco, presidente del Centro Pio La Torre. "Ricordare vuol dire condividere una storia comune che vede la figura di Battaglia al centro di una lotta per l'emancipazione degli allevatori dei Nebrodi. Oggi i problemi non riguardano più i pascoli, ma gli appalti. A rivelarcelo sono le deposizioni di Giuffrè. Per questo il ricordo deve servire per non abbassare la guardia: ricordiamoci, infatti, che la mafia anche da queste parti esiste ancora".

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