Cooperation for youth integration | 27/04/2023
Migranti e cittadini attivi, l'importanza di promuovere la comunità
Investire nella promozione della cittadinanza attiva tra i giovani con
esperienza migratoria in famiglia per far comprendere loro il valore
dell'essere cittadini attivi, indipendentemente dal riconoscimento della
cittadinanza 'formale' nel territorio in cui vivono. Perche' la
cittadinanza attiva costituisce uno strumento per facilitare
l'inclusione delle persone con background migratorio, dal momento che
puo' avere un impatto positivo non solo sulla condizione degli immigrati
ma anche su un contesto piu' ampio. In questo processo di promozione
della cittadinanza attiva e dell'inclusione un ruolo privilegiato viene
riconosciuto alla scuola che deve sempre piu' aprirsi alla collaborazione
con le associazioni del territorio per stimolare i giovani nell'impegno
a conseguire il benessere collettivo.
Queste alcune delle indicazioni giunte dalla ricerca coordinata dal Centro Pio La Torre di Palermo, realizzata nella primavera e nell'autunno del 2022 nell'ambito del progetto ''Cooperation for youth integration'' (Co4You) finanziato dall'Agenzia Nazionale Giovani (programma Erasmus Plus). La ricerca, che ha previsto la somministrazione complessiva di 130 interviste semi-strutturate a giovani con background migratorio e a giovani senza alcuna esperienza migratoria in famiglia nei territori dei partner del progetto (Barcelona, Bitola, Copenaghen, Palermo), ha messo in luce come l'idea di cittadinanza attiva dei giovani immigrati spesso si sovrappone a quella di cittadinanza 'formale'. ''Tale aspetto invita, pertanto, alla necessita' di continuare a lavorare con questi giovani - ha puntualizzato Loredana Introini, presidente del Centro Pio La Torre e coordinatrice del progetto - per mostrare loro l'importanza dell'impegno civico, a prescindere dall'ottenimento o meno della cittadinanza nel paese in cui vivono''. Un auspicio che dovrebbe diventare un impegno concreto alla luce del fatto che, soprattutto in citta' come Palermo e Barcelona (Spagna), due dei territori dei partner del progetto, molti giovani con background migratorio non hanno alcuna esperienza di cittadinanza attiva. Lo scarso attivismo civico in queste aree sembra, in realta', investire anche i giovani non immigrati, segno della necessita' di un profondo lavoro culturale che occorre portare avanti. A Bitola (Macedonia del Nord) e Copenaghen (Danimarca), le altre due città interessate dalla ricerca, la cultura dell'attivismo civico sembra essere invece più diffusa e coinvolgere anche i giovani immigrati.
I risultati della ricerca sono stati presentati stamani presso i locali del Liceo Vittorio Emanuele II alla presenza degli studenti, dei rappresentanti dei partner internazionali del progetto (Crossing Borders, Fundacio Ficat e Sfera International) e di alcune associazioni locali impegnate nella promozione della cittadinanza attiva e dell'inclusione degli immigrati. Proprio sul valore dell'inclusione degli immigrati si e' espressa Noemi Morell Alsina, che ha curato la ricerca nella città di Barcelona: ''L'inclusione dei migranti nella loro nuova societa' è fondamentale per il loro benessere, cosi' come per il benessere della societa' ospitante''. Ha poi specificato: ''Quando i migranti non sono inclusi, e' piu' probabile che subiscano l'isolamento sociale, la discriminazione, un accesso limitato all'istruzione e alle opportunita' di lavoro e che vengano attratti dalla criminalita'. Al contrario, quando i migranti sono attivamente impegnati nella loro nuova societa', e' più probabile che contribuiscano alla vita sociale, culturale ed economica della loro comunità ''.
La scelta dell'istituzione scolastica per la realizzazione dell'iniziativa non e' stata casuale, ma ha risposto ad un'indicazione proveniente dai giovani intervistati: occorre investire di piu' nella formazione e nella sensibilizzazione della cittadinanza attiva all’interno delle scuole, anche grazie alla collaborazione con le associazioni della societa' civile. Un invito alle istituzioni, operanti sia a livello nazionale sia europeo, che dovra' tradursi nell'allocazione di maggiori risorse tanto nel sistema scolastico quanto nel terzo settore.
All'incontro hanno preso parte anche Ibrahima Kobena, Presidente della Consulta delle Culture presso il Comune di Palermo; Mouhamed Cisse', ricercatore in Diritto Internazionale; Anna Staropoli, sociologa presso l'Istituto di Formazione Politica Pedro Arrupe.
Queste alcune delle indicazioni giunte dalla ricerca coordinata dal Centro Pio La Torre di Palermo, realizzata nella primavera e nell'autunno del 2022 nell'ambito del progetto ''Cooperation for youth integration'' (Co4You) finanziato dall'Agenzia Nazionale Giovani (programma Erasmus Plus). La ricerca, che ha previsto la somministrazione complessiva di 130 interviste semi-strutturate a giovani con background migratorio e a giovani senza alcuna esperienza migratoria in famiglia nei territori dei partner del progetto (Barcelona, Bitola, Copenaghen, Palermo), ha messo in luce come l'idea di cittadinanza attiva dei giovani immigrati spesso si sovrappone a quella di cittadinanza 'formale'. ''Tale aspetto invita, pertanto, alla necessita' di continuare a lavorare con questi giovani - ha puntualizzato Loredana Introini, presidente del Centro Pio La Torre e coordinatrice del progetto - per mostrare loro l'importanza dell'impegno civico, a prescindere dall'ottenimento o meno della cittadinanza nel paese in cui vivono''. Un auspicio che dovrebbe diventare un impegno concreto alla luce del fatto che, soprattutto in citta' come Palermo e Barcelona (Spagna), due dei territori dei partner del progetto, molti giovani con background migratorio non hanno alcuna esperienza di cittadinanza attiva. Lo scarso attivismo civico in queste aree sembra, in realta', investire anche i giovani non immigrati, segno della necessita' di un profondo lavoro culturale che occorre portare avanti. A Bitola (Macedonia del Nord) e Copenaghen (Danimarca), le altre due città interessate dalla ricerca, la cultura dell'attivismo civico sembra essere invece più diffusa e coinvolgere anche i giovani immigrati.
I risultati della ricerca sono stati presentati stamani presso i locali del Liceo Vittorio Emanuele II alla presenza degli studenti, dei rappresentanti dei partner internazionali del progetto (Crossing Borders, Fundacio Ficat e Sfera International) e di alcune associazioni locali impegnate nella promozione della cittadinanza attiva e dell'inclusione degli immigrati. Proprio sul valore dell'inclusione degli immigrati si e' espressa Noemi Morell Alsina, che ha curato la ricerca nella città di Barcelona: ''L'inclusione dei migranti nella loro nuova societa' è fondamentale per il loro benessere, cosi' come per il benessere della societa' ospitante''. Ha poi specificato: ''Quando i migranti non sono inclusi, e' piu' probabile che subiscano l'isolamento sociale, la discriminazione, un accesso limitato all'istruzione e alle opportunita' di lavoro e che vengano attratti dalla criminalita'. Al contrario, quando i migranti sono attivamente impegnati nella loro nuova societa', e' più probabile che contribuiscano alla vita sociale, culturale ed economica della loro comunità ''.
La scelta dell'istituzione scolastica per la realizzazione dell'iniziativa non e' stata casuale, ma ha risposto ad un'indicazione proveniente dai giovani intervistati: occorre investire di piu' nella formazione e nella sensibilizzazione della cittadinanza attiva all’interno delle scuole, anche grazie alla collaborazione con le associazioni della societa' civile. Un invito alle istituzioni, operanti sia a livello nazionale sia europeo, che dovra' tradursi nell'allocazione di maggiori risorse tanto nel sistema scolastico quanto nel terzo settore.
All'incontro hanno preso parte anche Ibrahima Kobena, Presidente della Consulta delle Culture presso il Comune di Palermo; Mouhamed Cisse', ricercatore in Diritto Internazionale; Anna Staropoli, sociologa presso l'Istituto di Formazione Politica Pedro Arrupe.