Comunicati stampa | 17/07/2019
Diego PLANETA - Il contadino blasonato che ha cambiato l'agricoltura
Il percorrere la Sicilia racconta di colline, campi coltivati e mare. La sua storia, così come quella delle persone che l’hanno vissuta e amata, ci racconta di lotte per la terra e di cambiamenti sociali e culturali ottenuti attraverso le coltivazioni e le aziende agricole. Ecco perché Il Centro Pio La Torre ha scelto di incontrare, Diego Planeta, che di queste trasformazioni si è fatto portavoce. Il contadino blasonato («nato con la testa agricola») che oltre cinquant'anni fa ha esplorato, tra gli altri legati all’agricoltura, il settore vinicolo isolano conquistando negli anni il mercato internazionale e incassando straordinari successi commerciali con Settesoli.Storico presidente dell'istituto Vite e vino della Regione e per tanti anni alla guida di Assovini. La conversazione si è svolta il 3/07/19 presso il centro aziendale di Menfi con il presidente del Centro studi Pio La Torre Vito Lo Monaco e il professore Antonino Bacarella.
Per iniziare a nome del Centro studi Pio La Torre la ringrazio per la disponibilità che ci ha concesso per questa intervista. Il Centro si rivolge ai giovani, con la finalità di trasmettere le memorie al fine di affinare le coscienze e contribuire alla crescita di cittadini e cittadine consapevoli e artefici di una cittadinanza attiva. Credendo fermamente nella trasmissione inter-generazionale vogliamo raccogliere le testimonianze di chi ha dato il suo contributo credendo in un cambiamento possibile e costituendosi in questo modo un esempio. Partendo dalla sua esperienza iniziata nel 1960 con l’amministrazione delle aziende della sua famiglia, impegnate in diverse attività agricole, e dalla sua esperienza come presidente dell’Istituto Regionale della Vite e del Vino dal 1985 al 1992, quali sono i consigli che vuole rivolgere ai giovani che oggi si rivolgono sia al mondo del lavoro che alla partecipazione civile?
Partendo da conversazioni con i miei nipoti, mi rendo conto che spesso le scelte, in ambito scolastico in primis, non vengano fatte in base a ciò che piace,interessa ed entusiasma ma siano più il frutto del “sentito dire”o di ciò che appare più semplice da realizzare. Mi sembra grave: ci si butta su una carriera universitaria non perché i piani di studio, interessano e danno la carica ma semplicemente perché qualcuno gliene ha parlato. Come se esistesse un mondo in cui la determinazione e l’entusiasmo non fossero nulla. A mio avviso rimane essenziale nutrire interesse, il valore numero uno e il risultato dell’attività di una persona, nascono dall’entusiasmo e dalla determinazione della persona stessa. La mia esperienza di vita, è interessante, perché questi due aspetti sono le cose più belle che mi hanno accompagnato. Non mi sono mai chiesto “quanto ci guadagnerò”, mi sono sempre detto “questa è una cosa bella, e io la faccio!”. Per parlarle della mia esperienza quindi, non posso che parlarle di entusiasmo e determinazione, delle cose che le hanno determinate in me, spingendomi a volere cambiare le cose in un parterre: di miseria, fame, abbandono, di dejavù e di cose già viste destinate a morire. Tra gli anni 50’ e 60’ il mito di un uomo nato bene era trovare un posto in banca, una sorta di Checco Zalone ante-litteram alla ricerca del posto fisso.
Come farlo, secondo lei, quando si vive un periodo storico in cui la società non sembra ben disposta e a volte sembra quasi porsi come ostacolo e non sempre è così semplice potere scegliere di andare?
Voi vivete, secondo me, oggi un periodo, una vita, un momento, in cui la società vi spinge verso questa direzione, non è affatto un ostacolo. Quando siamo nati noi la società era un ostacolo, ci ricordiamo tutti del “mogli e buoi dei paesi tuoi” il cambiamento era visto alla stessa distanza delle Colonne di Ercole di memoria medievale. Voi oggi andate a Londra in 3 ore e con 50 euro, cinquant’anni fa 3 giorni e un patrimonio di biglietti. Questa è la dimostrazione che oggi il mondo vi dà tutto, vi cerca, vi chiama, vi vuole. Se poi voi non volete andare, nessuno può farci nulla. È un mondo felicemente al contrario, che nasce per farvi vivere ed esistere meglio. Un esempio per tutti: il progetto Erasmus. Il mondo è tuo, non ci sono limiti ovviamente a patto che nessuno si metta in testa che tutto è semplice e la professionalità sia un optional. Un altro esempio: per studiare un argomento era necessario cercare la biblioteca che contenesse i volumi che servivano e a quel punto era necessario richiedere dei permessi per entrare; oggi accendi un computer e il mondo è tuo. Ovviamente a patto che tu apra il computer!
È vero, la libertà di andare attualmente è più alta, temo però che non sia altrettanto libera la scelta di potere restare. Che cosa pensa al riguardo?
Non si può restare in un paese dove non c’è una scuola, partiamo da questo. Molti siciliani, per secoli hanno pensato che la scuola fosse la Sicilia e sbagliavano, e noi ne abbiamo pagato le conseguenze. Non esiste una possibilità al mondo di sopravvivere dove una scuola non esiste. La scuola in Sicilia è ancora troppo indietro. È una scuola che non ti forma, che ti fa vivere in un mondo in cui nessuno vuole studiare, dove tutti studiano per caso. Non c’è la determinazione, non c’è la volontà, non c’è il piacere. Bisogna andare via; ma andar via per tornare. Non devi andare via perché solo fuori c’è un posto di lavoro. Questa è una fandonia assoluta. I posti di lavoro si creano con grande facilità anche in Sicilia non c’è la concorrenza. In Sicilia quando c’è un’idea imprenditoriale non hai concorrenti. Quindi da un lato hai il problema di doverti formare i quadri, perché non esistono già formati; dall’altro c’è un parterre di giovani disponibilissimi che puoi formare come vuoi, senza avere paura del concorrente accanto. Se io fossi al posto vostro, questo discorso dunque, lo vedrei al contrario. Se io non fossi mai andato via, se avessi deciso di definire la mia formazione all’interno dei confini che il mare dà alla Sicilia, io non sarei riuscito a fare niente nella vita. Tuttavia io sono sempre andato via pensando a quello che avrei potuto fare per la Sicilia, cercando le idee, ma le idee avrei potuto trovarle solo dove ci sono delle scuole, dove c’è chi ti può insegnare. Io diventai presidente dell’Istituto di Vite e Vino nel 1985 e nella prima riunione del Consiglio di Amministrazione eravamo diciassette, quattordici consiglieri e tre sindaci; Pietro Alagna(grandissimo vecchio e saggio della nostra imprenditoria enologica) disse: “noi dobbiamo mettere una premessa, un punto all’ordine del giorno: la Sicilia enologica non potrà mai crescere perché non ha una scuola, e senza una scuola non si può andare da nessuna parte.” Io di questo feci il mio punto centrale con conseguenti critiche anche dal territorio in cui operavamo. Adesso quando assumiamo, e di persone ne abbiamo assunte veramente tante, la prima ricerca che facciamo è rivolta ai giovani siciliani che si sono formati fuori dall’isola, che sono andati a lavorare fuori e che vogliono tornare. Le perle, lavorativamente parlando, le ho trovare sempre tra siciliani formati all’estero. Come puoi svegliarti la mattina un genio se nessuno ti spiega cos’è la genialità?
Ancora oggi, come ci è stato descritto e raccontato dal giornalista Paolo Borrometi, ci sono stati casi in cui la mafia è riuscita a detenere il controllo di alcune aziende agricole. Partendo sempre dalla sua esperienza quali sono, secondo lei, i modi e i metodi in cui le aziende possono contrastare le mafie e le sue nuove forme?
Premesso che dopo le stragi del ‘92 lo Stato finalmente ha agito e la mafia è ormai un’ombra rispetto a quella degli anni ‘80. La mafia non è un fenomeno siciliano, è un fenomeno purtroppo presente in alcune zone della Sicilia. Ovviamente ci sarebbe molto da discutere, tuttavia se si vuole iniziare un’attività imprenditoriale è necessario scegliere solo il territorio, che distante di poco, possa essere più adatto. Non esiste un polipo che prende tutta la Sicilia, basta spostarsi. Di certo se vuoi iniziare un’attività non puoi scegliere di crearla in una zona ad alta intensità mafiosa, perché devi essere libero. Libero di scegliere gli uomini che lavoreranno con te. Non puoi svegliarti la mattina ed avere paura, devi svegliarti e pensare al business, al lavoro.
Il messaggio è sempre uno, l’esempio dell’agricoltura è un esempio importante. Siamo partiti da una Sicilia in cui l’agricoltura era ridotta il peggio del peggio. Si produceva esclusivamente per portare il vino in distillazione, fra contributi, mafia, delinquenti e scandali ecc... Si è arrivati oggi ad avere una Sicilia ancorché lontanissima dai risultati veneti o toscani, mette in bottiglia il 40% del proprio vino e questo 40% è sotto un cappello di denominazione che lo identifica, quindi è di fatto un grande salto. Quello che è contato è stato che alcuni sono partiti, hanno avuto successo e altri hanno capito cosa si poteva fare, dando l’esempio. E mentre metà degli anni ’80 le aziende che stavano sul mercato erano meno di cinque, oggi le aziende che stanno sul mercato sono alcune centinaia. Quindi questo è un chiaro esempio e torno a quello che dicevo prima, ci vuole determinazione, perché quando c’è determinazione e c’è entusiasmo la cosa si ottiene, sempre; ad un patto: che non si creda che la vita è facile. Non basta l’entusiasmo, ad esso devi aggiungere la professionalità, e la professionalità la si crea frequentando le scuole, partendo, lavorando e facendo tanta “gavetta”. Determinazione, passione, volontà e poi ovviamente professionalità, credo siano le quattro carte vincenti. L’agricoltura Siciliana, tra l’altro ,oggi vive un momento di grande apertura ed interesse.
L’agricoltura mondiale, post bellica, proprio perchè mondiale, puntava alla quantità. “Il mondo va sfamato, il mondo muore di fame, dobbiamo riempirgli la pancia. Intanto riempiamogli la pancia, poi capiremo di cosa. ”Quindi agricoltura massiccia, dove l’ultimo dei problemi sarebbe stata la qualità. Di recente il mondo è cambiato, molto rapidamente. Si è passati da una ricerca esclusiva della massa di cibo necessaria per alimentare, ad una ricerca della qualità, delle particolarità e la Sicilia è il paese delle particolarità, perché è un’isola di pochi km quadrati, ma che ha centinaia di piccole aree con caratteristiche totalmente diverse le une dalle altre. E’ il nostro momento, piccolo è bello, prodotti di nicchia coltivati in un’isola che ha fama di essere naturale, piena di colori, profumi e sapori. Ritornano i singoli prodotti di qualità: i limoni, le arance, l’olio e così via, è su quello che si dovrebbe puntare in modo professionale agguerrito e moderno.
Oggi ci troviamo di fronte alle problematiche legate al cambiamento climatico. Quali sono le sue considerazioni al riguardo?
Andiamoci piano con questa storia del cambiamento climatico. Io guardo le cose a casa mia, non a casa degli altri. Basta ricordare gli anni della siccità intorno agli anni ’80 e poi di nuovo intorno agli anni 2000, dove ci fu il tam-tam dell’emergenza desertificazione. Da sei a sette anni a questa parte, grazie a Dio continua a piovere con piogge che si estendono anche alla tarda primavera, mai ha piovuto come quest’anno, quindi il cambiamento climatico che vediamo, qui, in Sicilia è un cambiamento positivo. Abbiamo visto piogge per tutto marzo, aprile e maggio. I climi temperati come quelli di oggi, non ci sono mai stati. Anche le lamentele per il caldo, ma trenta/trentadue gradi in estate non è caldo. Caldo sono i 40 gradi di Milano o i 38 di Firenze o l’afa per cui qui questo cambiamento climatico, che non c’è dubbio che ci sia stato, ma è stato al nord. Per quello che posso dirti io, riguardo qui, quello che noi viviamo è un cambiamento in positivo. Poi se si tratta di adattarsi ad un cambiamento climatico, il cambiamento climatico è un fatto epocale, che se arriva la desertificazione non ci sarà molto da fare, ma se continuasse così “Viva Dio!”. Io sono sempre per le cose positive, soprattutto quando mi rivolgo ai giovani. Tenete conto che la percezione della Sicilia è completamente cambiata, perché da sempre aveva una percezione stereotipica negativa che oggi è cambiata. La Sicilia vive oggi una situazione di notevole positività.
Selenia Di Bella