Comunicati stampa | 25/10/2005

Codici etici e trasparenza per impedire infiltrazioni mafiose e corruzione

PALERMO, Martedì 25 ottobre 2005

"CODICI ETICI E TRASPARENZA PER IMPEDIRE INFILTRAZIONI MAFIOSE E CORRUZIONE"

"Anche senza la mafia sarebbe difficile per un imprenditore investire nel Meridione". A sostenerlo è il docente di sociologia Nino La Spina intervenuto durante il seminario su "Infiltrazioni mafiose, controlli nella pubblica amministrazione e semplificazioni", organizzato oggi, a Palazzo dei Normanni, dal Centro studi "Pio La Torre" insieme alle Università di Palermo e Messina e all'Anci Sicilia. Il sociologo palermitano ha parlato di "legalità debole, ovvero di norme, istituzioni e politiche pubbliche che ci sono ma non vengono prese sul serio. A scoraggiare gli imprenditori sono anche i tempi lunghi nell'erogazione dei contributi e nell'ottenere le autorizzazioni. Anche per il docente universitario di economia Mario Centorrino "i tempi politici degli incentivi non rispettano quelli economici. L'assegnazione dei contributi è inoltre legata a forme oscure di intermediazione, affidate a società di consulenza". In mattinata il consigliere della Corte dei Conti Maurizio Graffeo aveva parlato di "frodi nell'ambito degli appalti pubblici", denunciando il fatto che "in Italia manca (a parte la legge Merloni) un testo unico che regolamenti in modo semplice e coordinato il settore appalti, affidati invece a innumerevoli stazioni appaltanti. Non esiste inoltre - ha detto Graffeo - né un'autorità amministrativa unica con funzione di monitoraggio, né un'autorità ispettiva". Per Manin Carabba, presidente onorario della Corte dei Conti, "La riflessione sul sistema dei controlli sulle pubbliche amministrazioni deve partire dalla consapevolezza dei limiti dei risultati dei controlli in funzione della prevenzione della corruzione. Gli operatori della corruzione sono paragonabili a spie che si introducano in territorio nemico e usano con perizia tutti gli strumenti formali, contabili, prescritti dall'ordinamento, distorcendone la sostanza". Per Vito Lo Monaco, presidente del centro "Pio La Torre": "La corruzione crea l'ambiente favorevole alle infiltrazioni mafiose, si tratta quindi di bonificare la politica attraverso l'adozione di un codice etico, di trasparenza e di riequilibrio dei poteri esecutivo e legislativo". I lavori del seminario hanno registrato anche l'intervento del senatore Carlo Vizzini (Commissione nazionale antimafia) che, nell'apprezzare l'iniziativa del centro La Torre, ha detto: "Questa di oggi è una delle rare occasione per poter parlare di questi fenomeni, soprattutto quando si va verso le campagne elettorale. Io probabilmente - ha detto l'esponente di Forza Italia - parlo fuori dal coro rispetto alla forza politica cui appartengo. Questa forza politica deve però sapere che qualora questo discorso non interessasse o desse fastidio, deve soltanto dirmelo perché tra lotta alla mafia e appartenenza politica, io scelgo la lotta alla mafia".
Nel pomeriggio sono intervenuti, tra gli altri, il sindaco di Partinico, Beppe Motisi, l'assessore alla trasparenza del Comune di Bagheria, Pippo Cipriani, Francesco Aiello (sindaco di Vittoria), Domenico Giannopolo (sindaco di Caltavuturo) e Rosario Crocetta (sindaco di Gela).
Il seminario, promosso dal centro studi palermitano, ha registrato oltre 300 presenze in platea, soprattutto studenti universitari, chiamati a racconta dall'associazione "Contrariamente".

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