Convegni e seminari | 06/06/2017

Assegnato un bene confiscato al Centro Studi Pio La Torre

Dopo aver partecipato negli anni a diversi bandi per l’assegnazione di un bene confiscato al Centro Studi Pio La Torre, fondato nel 1986, finalmente, sempre per bando, gli è stato assegnato un appartamento confiscato all’Immobiliare Raffaello, in via Boccioni 206, già Croce Rossa (accesso da via Resuttana).
All’inaugurazione la presenza numerosa di amici, soci, frutto delle consolidate attività culturali, politiche e sociali, ha confermato l’apprezzamento positivo di cui gode il Centro Studi. I rappresentanti istituzionali, gli amministratori comunali, i dirigenti sindacali della Cgil, di associazioni come il Centro Astalli, Libera, le Donne di Benin City, Comitato per la Casa, Emily e i tanti docenti delle scuole palermitane che hanno seguito le iniziative educative del Centro e di quelle che hanno adottato la lapide come gli alunni della  scuola primaria “Ragusa-Moleti”, i tanti condomini presenti all’inaugurazione, hanno arricchito un pomeriggio di festa, ma hanno anche incoraggiato i tanti volontari del Centro Studi a proseguire nel loro impegno per la legalità recentemente confermato con la manifestazione per il 35° anniversario dell’uccisione di Pio La Torre e Rosario Di Salvo alla presenza del Capo dello Stato.
L’impegno antimafia è impegno quotidiano per il cambiamento democratico e progressista della società, per una democrazia compiuta che si avrà quando povertà, diseguaglianza e ingiustizia sociale scompariranno. Diventa retorica, inefficace specchiandosi nel ridicolo spettacolo dell’antimafia di cartone (come ci piace definirla). Antimafia è lotta per i diritti, come hanno dimostrato col loro esempio Pio La Torre e tutte le vittime di mafia, senza ambizioni di carriera o di affari.
Diritto al lavoro, diritto alla pace, diritto a un paese libero da corruzione e da mafie. Per questa ispirazione di fondo, oggi, alla vigilia del voto amministrativo dell’11 giugno, lanciamo un motivato allarme e invitiamo tutti i sinceri democratici alla vigilanza democratica per impedire che il voto di scambio e la corruzione si concretizzino. Arrivano da varie parti di Palermo voci su sospetti casi di promesse di denaro in cambio di voti rivolti addirittura a interi condomini, da saldare dopo il risultato elettorale e dopo la documentazione del voto personale fotografato col telefonino. Nel frattempo diverse rinunce alla nomina di presidenti di seggio solleva il lecito dubbio che siano solo dettate da motivazioni economiche.
Il voto deve essere libero per essere realmente democratico, ciò vale per tutte le liste e per ogni candidato. Pertanto si attuino tutte le misure di vigilanza e di prevenzione davanti e in ogni seggio elettorale. Si impedisca, come previsto dalla  normativa, l’introduzione dei telefonini nelle cabine elettorali. Il solo sospetto di voto ottenuto con una promessa dotata di intimidazione corruttrice-mafiosa, ne inficia la validità democratica.
A trentuno anni dalla sua fondazione il Centro Studi continua il suo lavoro politico-culturale guardando da Palermo e dalla Sicilia all’Italia e all’Europa.

Il presidente
Vito Lo Monaco